domenica 16 giugno 2013

SOTTO PELLE di Simone Rossi

 
 
 
 
In silenzio presi quella rosa bianca sfumata di scarlatto…la tenni capovolta e con cura la immersi in quel vino passito dall’aroma vellutato e subito i bordi rossi dei petali ebbero quasi un brivido rubato dagli occhi…i contorni all’improvviso divennero lucidi e gocciolanti mentre sollevando lo stelo ritraevo la corolla dal calice lentamente, senza toccare il cristallo, senza violare quel grumo di vita appena sbocciato…. e altrettanto lentamente la avvicinai al suo viso in attesa…immobile… bendato di nero… fino a sfiorarne le labbra… e fu come se in quel gesto il tempo, tutto il mio tempo, ad un tratto rallentasse il suo… indugiando su quel respiro… fino a permettere all’olfatto di avvertire l’odore del nettare prima ancora che le arrivasse tra le labbra e in bocca… e lei bagnata da quella sorpresa inattesa diventò ancora più la femmina che era e quel attimo le sconvolse i sensi… con la lingua accarezzò la superficie carnosa della bocca fino a nutrirsi avidamente del pianto dolce di quel fiore e sotto la benda, per un attimo, assaporò il mio sguardo appagato da un’eccitazione che rende la mente il luogo più osceno e indecente in cui spogliare i pensieri prima di donarli come linfa tra le gambe dell’anima…. fu allora che cambiai le mie intenzioni e diedi alla rosa un altro destino ….la lasciai urtare il mento e piano arrivare sui brividi dei seni per poi seguire la scia del ventre e allargandole le gambe l’appoggiai sull’ambrosia calda di altre labbra…e i petali si mischiarono alla sua voglia di morirne sfiorai a lungo quelle labbra… le stesse che serbano il sapore proibito di ciò che inevitabilmente ora siamo …. NOI.

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