domenica 21 luglio 2013

CAMPORELLA di Francesca delli Colli e Lancillotto del Lago



Lancillotto del Lago

LA CAMPORELLA

Quant’è bella camporella che si fugge tuttavia 
chi vuol trombarlieto sia del diman non v’è certezza




Francesca delli Colli



Montagne verdi e la Delli Colli in fiore

(in risposta alla Camporella di Lancillo del Lago)

Oh Messere ,
oltre al plaid, ar biscottino,
e ar vino porta puro un ber cuscino!
Tu lo sai che il sellino 
anticajia der motorino
me fa male al sederino.
Oh mio caro Lancillotto,
sul "cruscotto"
m'hai poggiato un bel fagotto!!
Ma chi sa' che ce sta dentro
Tira fori 
e Fa vede' dentro l'interno!
Sei voluto anda' pe Caporella
e mo pedali e te magni
sta mortadella... ;-PP
Bella, grassa e succulenta
fa na sega alla tua polenta.
La delli Colli e' come er vino
piu' s'envecchia e fa er brodino
per palati raffinati 
se riserva 
e se li fa rinati!



Lancillotto del Lago


Semo annati a fa na camporella
Per dirti quanto sei bella
Ma in preda alla follia mi dicesti
"La tovaglia metti via e dammi il matterello
Che tosto è assai più bello"
Il mattarello hai preso e più non reso
Fino a quando sospirando
te uscisti gemendo
"ahi cavalier cortese 
non ti fermare per un mese
l’ovetto infraccicato
ti ho già preparato"
e sotto il pino dell’esquilino
ci facemmo poi un riposino





Francesca delli Colli


Ode al prode Lancillotto


Oh mio caro Lancillotto
m'hai tirato un bel fagotto!
Macche' ovo ovetto e ovino
te ce vo na bella tanica de vino!
Per aizza' tutti l'ormoni
assopiti nei c.......ni^^.
Io c'ho in mano er mattarello,
ma li dentro stanno
solo a gioca' a nascondarello.
Ma pe fasse natrombata
me chiedo io,
te dovevi dopa' pe na settimana?
Chiudi va sto canestrello
me so rotta der giocarello.
Ecco hai detto proprio bene,
famose sto riposino
ch'io non voglio pati' le pene.
E nun e' che vojo di..
ma me so annoiata
tutto er di'
a spera' nel miracolo
e che s'aprisse sto tabernacolo! 

venerdì 19 luglio 2013

FAR WEST di Giuseppe Balsamo




Percorse il corridoio buio e si trovò davanti quella porta. La aprì e fu nel saloon. Quegli uomini che puzzavano di vacche con gli strani copricapi, intenti a bere e giocare, si voltarono all’unisono e la guardarono. La dama francese comprese che lì, per lei, non ci sarebbero stati più croissant nè the. Provò a spiegare ma nessuno la comprese, in ogni caso poco sarebbe cambiato. Se li trovò addosso le loro mani ovunque, le bocche la assaggiavo, i denti la mordevano, belve affamate si saziarono di lei.
Maledetto Balsamo e la tua macchina del tempo, me la pagherai cara.


PERCHE' TI ADORO di Sereno Notturno

 
 
Perchè ti adoro
Semplicemente perchè mi porti i respiri.
Di quelli che trasudano una difficoltà di vita.
Per un non voler mai arrendersi.
Di fronte all'evidenza di un disagio.
... Rimane un'unica cosa.
Non ti farei conoscere a nessun amico.
Troppo geloso delle persone che s'emozionano.
Troppo di te come emozione
 
 

AFORISMA di Sereno Notturno

 
 
 
Ho trovato molta più ignoranza nei castelli, che nelle baraccopoli del Brasile.
Fortunatamente l’emozione non si compra.
 

MIA AIME' di Maryanna Carlotta L. Pozzer




 
Sento la voracità delle tue labbra,
il fuoco dei tuoi occhi, il sangue della tua fellatio,
la tempesta delle tue vene.
Godo nel sentirmi pura
sotto la tua pelle.
... Ogni tuo petalo sarà mio rifugio lunare ed
abbraccerò le tue cosce come una cieca pellegrina.



SONGNANDO BUKOWSKY di Andrea Legrain





Notte fonda, solo nel letto di casa, mente offuscata dal vino, impregnato dal profumo di amori a pagamento, libero fra le spirali dell'ennesima sigaretta che brucia fra le mie dita. Ed un foglio bianco in cui tratteggiare i miei indefiniti contorni. Brindo alla sconosciuta che si è concessa per pochi denari. Non ne ricordo il nome ed il suo viso già s'è perso fra le nebbie dei miei pensieri. Brindo alla sua fica che s'è dischiusa alla mia tristezza e alla mia solitudine, nella quale io, novello Giuda, povero traditore, per trenta danari sono morto e risorto. Brindo alla vulva della mia ex moglie che indifferente lascia la mia mente intorpidita. Brindo a tutte le puttane del mondo che, senza enfasi, si danno a noi squallidi personaggi senza spessore e senza forza. Brindo a te, sorda e impassibile ai miei slanci. Brindo ai tuoi fianchi, alle tue tette, al tuo culo, alle tue cosce, alle tue forme così perfette da ottenebrarmi la mente. Brindo a te, a te che non sarai mai mia, a te che tanto avrei voluto fossi mia. Brindo a tutti i ladri, assassini e lestofanti, al coraggio e alla disperazione che li sospingono e li sostengono. Brindo ai politici, che invece non hanno bisogno di coraggio e disperazione, ma solo di una faccia come il culo. Brindo ai comici, agli attori e ai musicisti, agli operai, ai facchini e ai dottori, poiché almeno loro, in parte, sono onesti. Ed infine brindo a me stesso, che sono tutto e sono niente. A me dunque l'ennesimo bicchiere. E che la notte mi rapisca definitivamente

INCOMUNICABILITA' di Alice Stregatta





Gli dissi "ti amo"...
Lo sentii irrigidirsi al suono delle mie parole.
Era un'erezione...
Ma di un muro insormontabile.

L'ARTE DI PROVARCI di Sereno Notturno





Esistono provocazioni degne di un pensiero.
Rimane il fatto di non pensare sempre ad una nuova provocazione.
Il più delle volte si risulta inaffidabili.
...


PRIMO TEMPO di Giuseppe Balsamo






Si ritenne fortunato quella notte quando si sdraiò sul letto. Sapeva che comunque non avrebbe dormito, però al posto delle solite crepe sul soffitto, proiettavano un film. C’era lei, la prima notte che si incontrarono: quando la andò a prendere, il loro primo impatto in quella piccola stanza, il suo odore, la sua pelle. Era un film che non si sarebbe stancato mai di rivedere, si maledisse per aver chiuso le palpebre in uno di quei riflessi involontari che il nostro corpo produce. Quando le riaprì la proiezione era terminata, c’erano le crepe, restò sdraiato in attesa del secondo tempo

GIORNO PERFETTO di Sereno Notturno






Si ritrovava ad ascoltare un’amica, a lui che piaceva il suo modo di fare; lei gli “disse
voglio spifferarti una cosa in gran segreto, mi sposo”.
Giorgia quello era il suo nome aveva l’euforia dei tempi antichi, con le gioie di bambina e lei lo era, venti anni meno di me; a proposito io sono Mirko.
Continuava a parlare di continuo, scandendo ogni parola come la dovesse disegnare nel contorno delle labbra, “Mi sposo al mare” e mi guardò, io non sono mai stato ad un matrimonio al mare, ma deve essere di quelli da favola, già immagino tutti gli invitati in pareo a far castelli di sabbia con le bomboniere.
Lei mi guarda, abbozza una risata finta e mi risponde “anche no” con le mie bomboniere.
Tutti i giorni passano tra la sua euforia e il mio interesse, organizzato per filo e per segno, anche l’hotel dove dormire, (parola grossa dormire). Ogni giorno una novità e su ognuna un cambiamento fino al giorno fatidico, la mattina ci sentiamo e lei mi chiede se avevamo organizzato per l’arrivo, “tranquilla, siamo grandi noi”.
L’appuntamento nostro era l’hotel, dove ci saremmo cambiati e partiti per la spiaggia, era la prima volta che andavo alla spiaggia a tirare riso, meglio della chiesa dove ti corrono dietro i preti per pulire. Non sapevo visto la mia tenera età dell’usanza dei colori della sabbia, praticamente agli sposi era dedicato un colore, i loro erano verde chiaro per lui e fucsia per lei, tutta la spiaggia ne era piena di quei colori. Ci guardiamo con i miei amici e amiche e ci chiediamo quando sarebbe stato il momento di un aperitivo, ovviamente eravamo i primi al banco, li cominciava il percorso che ci avrebbe portati verso la dimenticanza del matrimonio.
Quello si assaggia e quello si beve, quello si beve e quello pure, fino ad appoggiarci sui divani ai lati della spiaggia, ovviamente col bicchiere in mano, da premettere che eravamo ancora presenti, anche per il fatto che dovevamo ancora iniziare la cena: comodo, rilassato alzo lo sguardo, guardo due volte…
La sua amica che in una canzone veniva descritta “quella grande alta fica”, continuava imperterrita a guardare e il suo compagno era li, forse ho scoperto poi non essere il suo uomo, ma chi l’accompagnava al matrimonio, diciamo “amico”. Ma poi grande amico solo non era visto l’atteggiamento di perlustrazione del corpo che le propinava ogni tanto. Le casualità vuoi mai dire vengano da sole, erano al tavolo vicino al nostro e ogni tanto scorgevo lei quasi infastidita dalla presenza di lui, come a dire “mi annoi”, lui cercava e lei schivava, intanto nel nostro tavolo il prosecco era una favola. Mi alzo per andare lungo la spiaggia con i miei amici e vedevo lo sguardo correre verso il buio, quasi a cercare il mio profilo. Si mangia, oltre a bere quello si sicuro. Non so con quale fuso orario, ma erano le quattro di notte, quando qualcuno mi propina davanti il suo costume, una mia amica che aveva preventivato il bagno… ops per metà avevo intuito, avevo i boxer, grande idea e fanno sempre figura.
Tenete presente che dalla cerimonia alla spiaggia sono trecento metri e fatti di corsa nemmeno me li sono ricordati, quindi mi spoglio, perché da furbo, il mio pensiero corre a quando uscirò dall’acqua, potrò rimettermi la roba asciutta. Via si vola dentro all’acqua, caspita anche calda, ma non c’è più nessuno li intorno, ok è buio e non vedo tanto, ma le voci le sentirei.
Ciao…
Mi volto non intuendo, ma girandomi capisco, come nei cartoni animati mi butto all’indietro e mi metto a ridere, mi guarda, mi si avvicina, sento il contorno del suo corpo, prendere la forma del mio e istintivamente allungo le mani per avvicinarla ancora un pò, guardo all’orizzonte se ci sono sagome che indichino il suo amico, ma nulla, sembrava la notte del silenzio, non c’era la luna come nei racconti, forse questo ci salvava.
La sentivo la toccavo e ne vibravo ogni piega ogni centimetro, con la bocca incollata al suo seno a sentirne indurir le voglie, assecondavo le mani al suo volere come guidato da lei, mentre lei col corpo stuzzicava le mie gambe e il mio sesso; forse era la mia prima volta in acqua, ma i movimenti erano di una rilassatezza stupenda, quasi da bambino. Sono sensazioni indescrivibili, quando vedi la sua testa all’indietro, nella posizione del morto…mentre riceve i colpi di un potente orgasmo. Rimaniamo stretti quasi per il freddo che non c’era, poi lei risale e si asciuga mettendosi intorno il pareo.
Esco dall’acqua, convinto più che mai a risalire. -con cosa mi asciugo-. Non esiste scelta camicia slacciata pantaloni praticamente bagnati e boxer in mano, mi dirigo verso gli sposi, Giorgia mi guarda e si mette a ridere, mentre da le ultime bomboniere, sicuro di me vado avanti e mi siedo, un prosecco con gli altri.
Talvolta puoi organizzare nei minimi particolari l’occasioni, rimane il bello dell’incognita.

La sera seguente mi telefona la sposa,
“Ciao spero sia andato tutto bene, ti saluta Manuela”.



ELENA di Federico Guidotti

 
 
 

Come sempre avevamo passato la mattina a stuzzicarci al telefono, prima in chat, poi parlando. Sapevo come sarebbe finita, ma stavolta sarebbe stato diverso. Conoscevo per filo e per segno i suoi spostamenti e le sue abitudini. Così, dopo esserci salutati, corsi a casa sua. La finestra della camera era socchiusa e con la tapparella aperta per quel tanto che mi bastava per entrare. La stanza era buia tranne che per la lingua di luce che filtrava dalla stessa finestra di prima. L'angolo in cui mi ero nascosto offriva una visuale perfetta senza essere visto.
E poi sei entrata...
Sei subito corsa a sdraiarti sul letto, i vestiti sparsi a terra.
... La tua posizione preferita per i tuoi giochi solitari: pancia sul letto, sedere leggermente sollevato, mano tra le cosce.
Hai cominciato a sfiorarti delicatamente, le dita lungo il profilo delle piccole labbra. La tua pelle abbronzata dal sole preso nelle pause pranzo brillava imperlata di sudore alla luce che filtrava dalla finestra. Le pale del ventilatore accarezzavano la tua schiena come se fossero il mio respiro. Hai sempre adorato il mio modo di soffiarti sulla pelle accaldata...
Poi le dita sono entrate in te, affamate, uscendo e rientrando ad un ritmo sempre più serrato.
In altre occasioni ti saresti fermata, ma il tempo tiranno e l'eccitamento l'hanno impedito. La schiena si è inarcata, gli spasmi dell'orgasmo si sono impossessati del tuo corpo. Un grido strozzato è dalle tue labbra serrate, riaperte solo per assaggiare dalle tue dita il frutto del tuo piacere.
Nuda e sudata sei andata in bagno: una doccia veloce, biancheria fresca e profumata e via.
Mi sono alzato per andarmene, quando il mio occhio è stato catturato da un foglietto viola, sopra il comodino. L'ho preso e l'ho letto:
"Amore mio, quando pensi di farmi queste sorprese, non metterti il profumo, lo riconosco anche nascosto dall'odore del mio orgasmo. TI AMO. PS: sul tavolo nell'ingresso ci sono le chiavi. Quando esci metti l'allarme e chiudi"


931 di Alice Stregatta




Sono i chilometri che mi separano da Te.
Ho le valigie mentali pronte da un po'.
Continuo a scriverti...
... Continuo a parlarti...
Continuo a chiedermi per quale motivo non vieni a prendermi.
Sono anche legata al letto,nuda,come piace a te...

Camera 9,piano 3,interno 1...
931...come i chilometri che mi separano da Te...


Brividi di Allie Walker


Ci sono le parole
e poi la lingua
che le pronuncia
al mio orecchio.
C'è la bocca per me
da gustare e respirare.
Ma la cosa più dolce
è quando soffoco
nelle tue vocali,
che si snodano lungo
la gola, le inghiotto.
E quando lo faccio
... (brividi).

Gocce di Allie Walker



Ho appoggiato parole nelle mie mani
Soffiato sopra per riscaldarle
Sperando che il mio respiro fosse abbastanza
Per farle rivivere
Ho tenuto le dita intrecciate, strette
Per timore potessero fuggire
E tuttavia il caldo che producevo
Fu di più di quanto mi aspettassi
E mi guardavo
Mentre
Le parole si sciolglievano
Gocciolando attraverso le mie dita
Una piccola goccia scivolò
Sul mio polso
La leccai via
Sperando di nutrirmi
Della sua essenza


Risposta di Insolito Scrittore
Son scivolate via
tra le pieghe dei palmi
ma l'eco è rimasto su di te
come memoria del loro passaggio.
Le hai assaggiate

e fatte divenire parte di te
le senti scorrere nelle vene
attorcigliarsi nello stomaco
riprodursi in mille rivoli
in mille echi
in cui perdersi

NEVROSI di Alice Stregatta





Non solo credo nell'amore a distanza.
Son più estrema...
Pratico l'Amore a senso unico.

Non sempre è solo un bacio di Allie Walker


La sua pelle è pallida e bella, le sue labbra morbide e piene, dipinta con il vivido cremisi di amanti conquistati nel suo passato. Le mie ginocchia tremano e le gambe cedono sotto il peso della sua presenza quando mi tira dolcemente verso di lei. Un sorriso che si apre appena, mentre mi guarda e posso vedere dentro la sua bocca, i denti bianchi che brillano in un abisso di nero, che scende nelle viscere del suo corpo.
"Baciami, Amore" lei mi chiama con un malinconico lamento e un basso, sospirante, sibilo serpentino: "Baciami come se la tua stessa vita dipendesse da questo."
Il suo sorriso comincia ad allargarsi, ma non come il sorriso di un bambino o di un amante familiare. No, questo è il sorriso di un predatore mentre scende sulla sua preda ferita, questo è l'aspetto di una tigre bianca, che giocosamente scalpitata per la sua cena.
Impotente.
No, io non sono pazzo: il profumo è di pericolo, allunga il suo collo come una nuvola profumata di fumo che ti inghiotte e i miei polmoni cominciano a riempirsi di terrore come i suoi occhi appoggiano lo sguardo su di me. Le sue dita, morbide come fredde lenzuola di raso, sono giunte sulle mie guance in un forte, vivace ma gelide tocco. Rimasi in uno stato di paralisi completa e assoluta; intrappolato non solo dalla paura, ma dalla mia curiosità di sapere: " Chi sei? "
"Sei sicuro di voler sentire il mio nome?" chiese lei, il movimento delle sue labbra ipnotizzante ad ogni parola che le passava attraverso, "Non preferiresti ... assaggiarlo?"
Improvvisamente, si lanciò verso di me, come un cobra pronto a colpire. Le nostre labbra si scontrarono con sconsiderato abbandono. Il sapore di menta piperita indugiava fresco sulla sua pelle e con un gemito sognante sentii l'ossigeno letteralmente fuggire dalla mia gola. Lei premette ancora, sentii la sua lingua stuzzicarmi pesantemente, con il retrogusto di sesso violento. Scivolò senza sforzo nella mia bocca. La testa si riempì di saliva bollente. Tuttavia, la gola era secca e riarsa, come se avesse iniziato a versarmi sabbia umida in gola. Mentre i miei occhi cominciarono a rotolare indietro nelle orbite, udii una risatina infantile tra i suoi baci velenosi.
"Presto, Amore," il suo sussurro una passione primitiva, primordiale. Un lampo di luce bianca lampeggiò davanti ai miei occhi, mentre lei sibilava ancora: "Appena ti avrò, saprai chi sono. "
E poi solo il buio. Ingoiai le sue parole agrodolci, ospitate tra quelle labbra rubino e la sentii parlare di me in una lingua che non conoscevo, eppure in qualche modo familiare.
"Benvenuto a casa, mio Re. Chi sono io?' chiese. “Io sono un ragno con la su tela e tu sei la mia bella preda. Sono il fantasma, l'ombra nel buio che ti avvolge e ti schiaccia con noncuranza sotto il suo tacco autoritario. Sono la Donna che hai aspettato tutta la vita. Senti il tuo corpo contro il mio guadare ora in un mare di infinita armonia, di equilibrio, di perfezione. Non temere, perché io sarò la tua amante paziente e la tua serva fedele, guidandoti con il mio affetto imperituro attraverso questo pozzo senza fine di disperazione. Il mio nome, mio signore, è la morte. Con un bacio, abbiamo iniziato un abbraccio senza fine che durerà ben oltre la fine di tutte le cose. Considerando la brevità della vita non è che un assaggio fugace. Io adorerò ogni tua essenza, ogni fibra del tuo essere senza vita per innumerevoli eternità "

Artigliami! di Allie Walker


Abbandonata completamente a te
mi lascio guidare nel tuo sentiero
il percorso è arduo e faticoso
ma tempo e distanza si frantumano
il desiderio esplode nella pelle
accalorato dalla vicinanza della cera
penetrato da elementi mai pensati
o pizzicato da improvvisati artigli

TU di Federico Guidotti






Il desiderio di te era bruciante,
tutto il giorno
Sentire la tua voce,
... sognare il tuo odore,
il contatto con la tua pelle,
i tuoi baci.
Dissetarmi e sfamarmi di te...
Come se la tua pelle e le tue labbra
fossero le uniche cose
in grado di tenermi in vita
Alimentarmi di te...
del tuo sesso e del tuo amore


Messaggio subliminale N.2 di Allie Walker


Non guardarmi con occhi amorevoli
Non mi toccare con le mani di un amante gentile
Voglio il Tuo buio
Voglio sentire i Tuoi desideri inespressi
Tirami nel tuo mondo oscuro
Strisciami contro le tue mura con un assedio inesorabile
Fammi sentire quello che vuoi
Stupra la mia mente con le tue parole dure e crudeli
Strappa la carne morbida del mio corpo
Marchia la mia anima
Voglio la perversione che risiede dentro di Te
Voglio che Tu la liberi.
Voglio che Ti nutri di me
Vittima volontaria piagnucolante
Supplicante la Tua attenzione!

giovedì 18 luglio 2013

E il mondo fuori di Allie Walker


Non ho bisogno di far l'amore con te in questo momento.
Non ho bisogno nemmeno di vedere il desiderio nei tuoi occhi.
Non ne ho bisogno perche' il tuo desiderio lo sento nella mia anima.
Sono come piccole scosse elettriche sulla mia pelle.
Brucio per te.
Mentre penso alla tua pelle contro la mia, alla tua lingua che traccia il mio corpo.
Ho bisogno della tua presenza come l'aria che respiro.
Ma in questo momento quello che mi serve da te e' solo essere guardata e amata.

Ho bisogno di essere amata, dimenticando che all'infuori di noi c'e' un mondo intero

Essenziale! di Allie Walker



Tutte
le
grandi
storie
iniziano
con
una
esplorazione
profonda
del'animo
per
finire
e
culminare
in
esplorazioni
del
corpo.

Giuda (la carne) di Allie Walker


Sono tranquilla nella mia oscurità, un fremito mi attraversa al tocco delle tue dita sulla coscia.
Nessun altro movimento, nessuna parola, nessuna negazione a quelle mani che strusciano.
Vorrei gridare, gemere di piacere, ma nessun suono esce dalla mia bocca, sono tutti trattenuti nella mia testa, intrappolati e strozzati da pensieri che si sovrappongono incessanti.
Ma anche in silenzio, non posso fermare il corpo che reagisce a quelle dita che strisciano, che si avvicinano sempre piu' alla verita' delle mie sensazioni.
Riprendo fiato, mentre il calore brucia umido tra le cosce, traditore della mia calma apparente, le mani arrivano a saggiare.
Mi chiedo cosa' pensera', come reagira'.
Il suo controllo su di me e' totale, gia' dal primo momento!

SI, LADRA di Francesca delli Colli

 
 
 
Vorrei amarti su un tappeto di follia
E rubare quella notte che non accade mai.
I colori dei gesti riempiono il buio.
... I sospiri le nostre attese,
mentre ad occhi chiusi
ti bacio l’anima ,
annaspando sulla tua pelle
che la divide dalle mie labbra.
E l’oscurita’ diventa luce
nel momento un cui la sfioro.

Pensando a te di Allie Walker



Così lontano e silenzioso
E mi chiedo
Sono io il motivo?
Sono io la causa?
Sono io il rimpianto?
E poi
Devo chiamarti?
Devo raggiungerti?
Devo provare di nuovo?
O devo solo stare qui 
E aspettare 
E sperare.
La distanza non ci aiuta
E la distanza tra i cuori è anche peggio.
Ma tu lo sai altrettanto bene come me 
Non è vero?
Quindi, credo che mi limiterò a stare qui 
E aspettare
E sperare
E pensare
A Te
E forse
Solo forse
Anche tu stai pensando a me.

A Lui di Allie Walker



Respiro dentro di me tutto quello che sono
tutto quello che sogno
mi piacerebbe sentire i tuoiipensieri
non importa quanto strani possano sembrare
voglio respirare anche i tuoi desideri dentro di me.

TU (poesia scritta a 4 mani) di Federico Guidotti




ho voglia di coccolarmi tra le tue braccia...
ho voglia di tenerezza e di fare l'amore…
ho voglia delle tue labbra...
... ho voglia di respirare l'odore della tua pelle…
per non dimenticarlo mai
trattenendolo in un respiro cosi forte
da far girare la testa


Tua di Allie Walker


Si, sono io,
quella da cui vieni perchè sai che ti dirò di si.
Sono diventata Tua e Ti sentivi grande,
mentre io ero nulla.
Tu lasciavi il tuo marchio e tornavi alle tue cose,
mi umiliavi e ti ritiravi nei tuoi spazi,
raccoglievo i pezzi e tornavo sola.
Doveva per forza essere cosi',
non potevi diversamente.
Non ti biasimo, ho permesso io che accadesse,
ti ho incoraggiato, ti ho voluto.
Sei venuto da me,
i tuoi occhi pieni di necessita',
volevi, ordinavi, pretendevi.
Mentre facevo finta di crederti, eseguivo,
eri felice, almeno lo credevi,
lo pensavo...
ma eri vuoto come il tuo cuore.
Mi guardo indietro, vaffanculo.
So che io non sono quello che vuoi,
so che io non sono quello che ti serve,
so che io non sono tua,
che tu non sei mio...
e adesso torni.
Siamo esattamente cio' che vogliamo e di cui abbiamo bisogno?
Io sono tua e tu sei mio?
Cosi, vieni da me,
stillicidio di parole colpiscono la mente,
gli occhi si riempiono,
le emozioni si aggrappano,
si svuota tutto,
paura...
odio...
brama...
rancori...
nel corpo una spinta.
Mordo le mie labbra e torno alla realta',
gli occhi annebbiati,
mi alzo e me ne vado.
Rimango nella stanza a guardare fuori,
ma gli occhi non vedono nulla di interessante,
la mente segue i propri pensieri,
la fantasia galoppa: un immagine, un flash,
e mi trovo contro un muro.
Evitando il mio sguardo, mi sbatti li,
ma scelgo di esserci,
scelgo di essere utilizzata,
di essere usata e violata,
perche' tanto e' solo un momento,
il nostro momento.
Saro' sul tuo piedistallo
e tu solo mio.
Entrambi ricorderemo,
momenti di disperazione che consumano,
ma niente di piu'.
Vedo il marchio,
il tuo marchio,
conficcato nell'anima...
nonostante!

Vulnerabile di Allie Walker

Vulnerabile, aperta, esposta.
Pronta a essere trasportata in alto o gettata giù in un pozzo di disperazione. Mi piace sentire questo bisogno, privata del tuo semplice tocco. Un tocco che può mandarmi a spirale verso l’estasi.
Mi spaventa solo così tanto il bisogno di te. Ho paura di desiderare, di bramare la tua presenza. Se tu non hai lo stesso desiderio di me?
Paura!
Sono fiera di sentirmi in questo modo?
Non lo so. Ma i sentimenti poi si rigirano e la mia colpa di aver paura diventa vergogna. Senso di colpa per essere così egoista, di desiderare la tua attenzione così costantemente, vergogna di scrivere queste stesse parole.
Eppure giaccio qui, le mani segretamente scalpitano sul corpo, il viso sepolto nelle lenzuola.
Qui trovo il pensiero delle tue mani su di me, il ricordo della tua voce al mio orecchio e il brivido che mi assale ogni volta che lo faccio.
Così ora, ho paura che sia troppo tardi, il mio bisogno è cresciuto impellente, impossibile non ascoltarlo. La mia vulnerabilità è alta e la profondità del mio bisogno di te incommensurabile.
Ho paura ma mi piace essere così. Vulnerabile, sepolta tra il dolce e l’amaro di questa mia temporanea solitudine.

SPEZIE di Francesca delli Colli






Lascia andare i tuoi pensieri e ruba i miei.
Scivolano vicini senza mai toccarsi,
non te ne accorgi?
... E’ un annusarsi,
cercando quel profumo dimenticato
del quale la pelle rimane impregnata,
di quella fragranza sfumata nel tempo.
Inspirare quell’aroma e’ un tornare indietro
o un andare avanti?
E solo un vivere di cio’ di cui si e’ fatti.
L'essenza di base di quel profumo non muta,
ma prende corposita’ a seconda di chi la indossa.
Io mi odoro continuamente con la paura
di non riconoscerla piu’.
Profumo di donna...


L'INCONTRO IMPOSSIBILE di Sereno Notturno




Le storie sono sempre quelle e le frasi pure o forse siamo noi che le facciamo apparire tali; di fatto era un bel po' che quell'appartamento era sfitto,già' il proprietario era noncurante di chi ci mettessero dentro e come al solito o non pagavano o i condomini arrivavano all'esasperazione come l'ultima volta, dove quel mini si era trasformato in una caserma, andavano e venivano, come al cambio di guardia.
Pace quiete almeno un po, si dicevano tutti e quindi il time-out al proprietario.
Nel giorno di primavera c'era un bel via vai di persone che venivano a vedere le stanze e non mi era passata inosservata quella splendida creatura; tra me e me rimuginavo e dicevo caspita, no lascia perdere è impossibile, non esistono le favole o meglio non ci credo da un pezzo.
Sono uscito per le mie compere da perfetto single, non dando peso a nulla, in effetti al mio ritorno tutto taceva. Passarono i giorni e nulla di considerevole, un giorno da lontano scorgo il proprietario con i signori dell'agenzia che parlavano del come ridipingere i muri, visto i trascorsi infelici e abbozzo un saluto di stima, anche se col terrore, di chi avrebbe fatto entrare, lui educatamente mi saluta.
Bellissimo avere la comodità del telecomando per il cancello, mai come quel giorno mi sarebbe servito, infatti faccio per entrare, mi trovo davanti un'auto con una persona che trafficava nella borsetta come alla ricerca di qualcosa, non è mia consuetudine suonare, è da cafoni, quindi scendo verso l'auto. Ecco appunto scendo “ Buonasera, farebbe la gentilezza di aprirmi il cancello, perché' nella fretta sicuramente il proprietario mi ha lasciato il telecomando ma ora come ora non lo trovo, Ah mi scusi sono Matilde la nuova inquilina del piano, ma forse ci siamo già' visti”. Scende il gelo e la salivazione inesistente, pero' da vero signore mi faccio vedere scaltro, “prego prego uso il telecomando e salgo in macchina”.
Mi ci voleva almeno il tragitto dei cento metri per pensare cosa rispondere. Smontiamo dalle auto e con fare sicuro, pensavo io, “ il mio nome è Paolo e sono il proprietario dell'appartamento al terzo piano. Un vero piacere conoscerla, conoscerti, come debbo dire”, ok risponde lei va bene del tu.
Finita la presentazione non si deve dare nell'occhio quindi scivolo nel mio appartamento.
I giorni seguenti ci si vede poco, lei ha strani orari, sfalsati a volte con i miei, come tutti i casi, non vengono mai da soli e non potevo farmi scappare l'unica occasione che avevo di incontrarla, quindi la invito a cena, anche perché cucina lei, ancora nulla. Sicuramente una bella occasione per conoscerci. La cena la sera stessa in un ristorante tipico della zona, non elegante al massimo, ma sicuramente una buona cucina.
Lei è molto affabile, con fare simpatico e sempre col sorriso, si parla bene con lei, si vede che è spesso a contatto con persone, infatti è dottoressa in dermatologia nell'ospedale vicino a me, Vado spesso in quel reparto per problemi di pelle, ovviamente lei non l'avevo mai vista essendo appena arrivata, cosi' cominciamo a parlare del suo lavoro. Non so se capita in altri ospedali, ma in dermatologia difficilmente ci sono persone impresentabili, la maggior parte sono giovani e carine.
I giorni che seguono ero in ferie e lei era alla ricerca disperata e veloce di arredare, mi offro di aiutarla a girare per negozi e mobilifici, lei accetta'. La guardo spesso negli occhi e lei istintivamente non li abbassa, ma con la sicurezza che la contraddistingue ricambia con fare felice, devo dire che sembrava ci conoscessimo da anni, a volte, la chimica la fa da padrone e quello che si avverte nella mente se c'è la complicità' è qualcosa di profondo.
Non so dire come saranno i giorni a seguire, quel che conta è come ci siamo trovati, mi piace il suo sguardo e la sua semplicità'.
 

Momenti di Allie Walker

Ho preso una posizione, per vivere momenti di vita. Come un fiore, con il suo breve tempo a disposizione, che vive senza fiato e ogni momento assapora la vita. Ogni inizio ha una fine e io rido alla paura che finisca e lotto per la vita, lotto per la morte. Combatto al mio meglio, nella libertà di amare, nel lasso di tempo che mi è concesso, nel desiderio del sole che mi riscalda. Aspettami allora, dove il sole splende brillante, cuore contro cuore, in un calore bruciante, che ci guarda alto e sorride dritto sulla nostra pelle, in quello che siamo, in quello che proviamo. E’ vero, ci sono le estremità: l’inizio e la fine. Io vivo degli istanti che stanno perfettamente nel mezzo, in modo che possa amare e vivere di ogni tuo respiro e morire nell’ultimo mio gemito.

Parole in sospeso di Allie Walker

Ho paura della notte?
La affronto, non temo i misteri sconosciuti che la notte può contenere. Le cose in cui mi perdo sono di natura più carnale. Per troppo tempo ho lasciato la mia porta aperta, ogni rumore a sorprendermi invano e ora mi aspetto di vederti li, che compari. Per troppo tempo hai lasciato la mia mente a giocare con le tue parole, con le tue promesse.
Immagino di sentire qualcosa e di vederti lì, sullo stipite della porta. Con la passione e il desiderio nei tuoi occhi, con meno distanza tra noi. Mi gusto le tue labbra solo guardandoti e divengo ubriaca al pensiero di permetterti di esplorarmi. Conosco tutte le tue voglie e le uso a mio vantaggio. Ogni rapido respiro che prendi, io divento più potente. E tu vorace.
Nelle mie visioni, alzo le braccia sopra la testa e le mani, come una resa verso il tuo essere che ruba questa anima nuda, contro un muro. Le tue labbra mi baciano il collo e giù per le spalle prima di affondare i denti nella carne. Mi assaggi, mi divori e la mia visione si ammanta di nero, ho chiuso gli occhi. Ma ora è realtà, sei con me, sei qui, una promessa mantenuta, finalmente, inaspettatamente. Inalo il tuo odore, lo riconosco anche a occhi chiusi. Il tuo corpo preme, le tue labbra si imprimo, i morsi accendono.
Cedo la mia pacata attesa, diventa bramosia e tremo e fremo e spazio con le mani alla tua ricerca. Strappi i miei abiti con urgenza, è lo specchio della mia stessa urgenza. Ti fermi. Apro gli occhi. Guardi la mia pelle, una pausa per leggermi. E passi le mani sulle parole invisibili scritte tra i miei seni, sulle colline del mio ventre.
Rimango a occhi aperti per la paura che tu possa scomparire. Voglio vedere ogni ruga, ogni filo si barba, ogni volta che ti mordi il labbro e voglio leggere il piacere che ti do, è scritto sul tuo viso. Non voglio perdere un solo momento.
Spalle al muro, mi rivolgo a te, inarcandomi, mentre avvolgi le mie braccia attorno a te e mi tiri ancor di più verso il tuo corpo. Ad ogni carezza scopro mondi sempre nuovi, li rivendico per me stessa. Sono miei, come questa notte. La nostra notte.
Non mi basta, ti spingo via. Incredulo mi guardi passarti accanto, mi guardi oltrepassare la soglia della mia stanza. E ti attendo lì, so che mi seguirai. Vederti entrare già pronto per me, con indosso solo pelle e un corpo che ha voglia di me, non è una novità, ma ogni volta mi crea stupore. Il tuo non stancarti di me, mi eccita, mi fa sentire importante, femmina, Donna. La timidezza non è necessaria tra noi, conosciamo ogni lembo della nostra pelle, del nostro ardore, delle nostre urgenze. Tutto ci consuma, tutto diviene estasi.
Contro di me, annego nella tua pelle, ad ogni movimento annaspo e quando non riesco più a controllarmi, ti assaggio, ti bacio. Intensamente. Come le tue parole, i tuoi verbi, i tuoi sostantivi di fuoco e ghiaccio. C’è un potere nel nostro bacio, sempre nuovo, una droga che ogni volta ha sensazioni diverse. E mi perdo.
Ma non ti basta. Sciogli le labbra, l’abbraccio. Ti distendi sul letto e adesso sei tu ad attendermi. Vuoi il mio peso, vuoi sentirti possedere, vuoi che affondi la tua carne nella mia. Sento il mio potere, la bocca viaggia attraversando una mappa che ho disegnato nella mente, in quei punti che ho scoperto nei nostri incontri. Ma non mi importa della tua urgenza, non mi fermo fino a quando il viaggio non è completo, fino a quando ho raggiunto la mia meta. Fino al pendio tra le tue cosce e bevo dalla tua pelle. Un grugnito in risposta, ascolti le mie labbra e la mia lingua, come se fosse verbo. Ecco come ho creato il nostro mondo e vado avanti fino a che la mia sete non sarà spenta e tu ancora più affamato. Ti conosco. Non ti basta. Mai.
Con il mio desiderio ingordo temporaneamente rappacificato, mi unisco a te con un solo movimento e divento una con te. Mi diletto forgiando versi ad ogni spinta, mi diverto sospirando la mia anima nuda verso quel bacino che pretende, gioisco del tuo essere animale. Animale che sfoga il suo istinto primordiale verso un altro animale al suo pari, siamo femmina e maschio. Questo siamo. Ed è arte che in pochi hanno visto e provato, senza dubbi o esitazioni.
Grida strappate dalle nostre gole, che pochi eletti hanno avuto il piacere di vomitare. L’orgasmo in sintonia perfetta, in un equilibrio di estasi e respiri, di sospiri e gemiti, di sudore e umori. Parlare sarebbe stato inutile, ho ascoltato i tuoi pensieri e tu i miei, li hai leccati e assorbiti come io ho fatto con i tuoi. Ma li volevo anche vedere. Gli occhi li avrebbero scolpiti nella memoria, li avrei portati tatuati come medaglie d’Amore. Il tuo possesso, il mio possesso.
“Scarabocchiami i tuoi pensieri” ti dico, una penna in mano “qui sulla mia pelle.”
“Avresti molto da leggere. Meglio tu rimanga appesa alle parole che non ti ho detto. C’è sempre un domani, c’è sempre un altro giorno per noi. Vivi l’istante. E’ pieno di me… e di te.”

DELIRI di Alice Stregatta

 
 
 
 

 Di tutti i frutti del rigoglioso albero della mia immaginazione...
Sei il più bello!

Non ti vedo di Allie Walker


Non ti vedo. Ma ci sei.
Piantato tra le pieghe dell'anima.

Divoratore di attimi.
Vorace anima oscura
Che si ciba di carne tremula.
Di un ricco e sontuoso pasto
Che non è solo pelle.

E' un'anima nuda
Dal cuore che sanguina
Cristalli rubino.
Dalla mente in subbuglio
Che scaglia pensieri.

E' un'anima nuda
Dagli occhi corvini
Che parlano muti
Dalle labbra scarlatte
Che bramano pelle.

E' un'anima nuda
E' un'anima complice
E' un'anima persa
E' un'anima nuova
E' un'anima chiara.

EQUO CANONE di Alice Stregatta

 
 
 

 
 
 
 
Hai preso residenza nei miei sogni
Squatter dei miei pensieri
Ospite nella Suite Imperiale del mio cuore...

Parole nel vento di Allie Walker


Rimango a catturare i tuoi sussurri nel vento
ogni volta che dalle tue labbra fluttuano parole bollenti
e mentre inizio ad afferrarle,
prendono il volo
simili a uccelli che schizzano come frecce,
dritte al mio cuore.
Penetranti.
Diffondono desiderio,
mentre viaggiano attraverso le vene.
Prolificano.
Si accendono come un fuoco,
alimentato da ossigeno puro.
Mi tengono incatenata.
Mi consumano.
Mi dolgo al loro assaggio,
ma è un vizio a cui non so rinunciare.
Schiava della tua voce
che in echi infiniti molestano i miei sogni,
tramutano in dolci promesse.
Mormorii di un ventre
che chiede piagnucolante di essere saziato.

Cunnilingus di Allie Walker



Delicatamente e dolcemente cullato fra la pelle del corpo, fra le dolci lune dei seni, le sue labbra si appoggiano delicate e le dita ne sfiorano i morbidi contorni e i turgidi capezzoli, che si ergono ritti e fieri come regine in attesa del loro servo.
La lingua, con frenetica dolcezza li lambisce prostrandosi alla loro fierezza.
Lentamente la testa si abbassa e scivola con dolcezza sul corpo fremente.
Le mani mi accarezzano, seguendo d'appresso la bocca bollente,
che lentamente scivola lungo il bacino a raggiungere le cosce morbide e sode.
Scende con dolcezza lungo le gambe fino a raggiungere la nervosa caviglia, a saggiarne il tenero sapore, mentre le mani si aggrappano voluttuose ai miei glutei sodi e provocanti.
Lentamente la lingua risale proiettando la sua scia sull'altra gamba, le mani accarezzano i contorni e veloci raggiungono l'antro delle morbide labbra, sfiorandole e preparandole al passaggio della bocca che presto ne raggiunge le porte e le lambisce con lussuriosa voluttà.
Il ventre è fremente, la lingua al contatto con il duro clitoride, che con spavalda arroganza mostra la sua testa è pronto per farsi sfiorare con un delicato tocco di lingua.
Sento il fiume del piacere scorrere all'interno del mio essere, un paradiso lussurioso e felice di essere attraversato da un fiero animale.
La lingua s'intrufola, scava, raccoglie il dolce nettare, si disseta.
Poi con mite dolcezza e candida lentezza penetra all'interno per esplorarne la via.
Le mani sul suo capo, premono affichè non smetta di lambire la strada infuocata, affinchè ne esplori ogni recondito passaggio.
Docile e mansueta, senza farsi pregare, la piccola esploratrice esegue i passaggi assaporando i frutti copiosi che crescono lungo le carni tremule.
Un fremito ed un gemito profondo scuotono il corpo, in un lungo appassionato orgasmo che colpisce la lingua rendendola felice e gioiosa per l'esplosione di piacere che l'ha dissetata.

RITORNO DAL NON LUOGO di Giuseppe Balsamo



Chiudi gli occhi, sono passati appena pochi secondi ma ti sembra di aver dormito almeno un minuto, quando li riapri hai l’adrenalina a mille e ti risvegli in un attimo, vedi la strada scorrere sotto di te con l’auto lanciata ai 120 km orari e nessun ostacolo davanti. Sollevato perché non ti è successo nulla, senti l’esigenza di accostare e fermarti per prendere fiato, non lo fai per puro orgoglio personale. Tutte le volte che rischi in questo modo, che riesci ad evitare un ostacolo, hai la percezione del vuoto allo stomaco e dell’adrenalina che scorre, il respiro affannoso che solo lentamente ritorna alla normalità, deglutisci per lo scansato pericolo, pochi minuti e non ci pensi più.

Quel giorno non sentii né l’adrenalina, nel il ritmo diverso del mio respiro, nulla di tutto ciò. L’ultima cosa che rammento è il rumore forte, agghiacciante, delle lamiere che si piegavano, le plastiche che si rompevano, la strada che si volatilizzava sotto le gomme. L’auto, all’apparenza così robusta, così forte perdeva consistenza, come quando schiacci un formaggino senza togliere la stagnola e lo getti nella spazzatura. L’abitacolo, che ti sembrava poterti proteggere da tutto, non è altro che un debole e minuscolo rifugio ove riesci a perderti e scomparire dopo l’esplosione spaventosa dell’aribag, si ripiega su se stesso e ti inghiotte.
In quelle circostanza credo sia stato bene il sopraggiungere del buio, che quanto accaduto fosse più veloce della stessa corrente nervosa che mi avrebbe dovuto attraversare, altrimenti ne sarei rimasto folgorato dal terrore.
Col buio scompare anche il dolore, non lo senti, sei consapevole che è presente, che è come un lenzuolo di seta nera che lentamente sta coprendo il tuo corpo, ma non lo avverti. Non sai più nulla: il suono dell’ambulanza sta squarciando la notte, richiamando l’attenzione di tutti, probabilmente ci sono state molte telefonate angoscianti, forse là fuori i tuoi cari stanno piangendo disperati, ma tu non sai niente; hai la tua battaglia personale in un’altra dimensione, sei solo nel buio e nessuno lì in fondo ti può aiutare: sei tu ed il nulla, o meglio sei tu e tutto introno c’è qualcos’altro che non conosci ma che ti vuole e ti sta prendendo.
Quando mi accorgo di essere in quel non luogo, la prima cosa che mi colpisce è che sono spariti i colori. Il buio lentamente lascia il posto a tinte grigiastre ed angoscianti. In un primo istante penso di essere nel bel mezzo di una palude, poi quando quello che resta dei miei occhi si abitua al nuovo ambiente, mi rendo conte che quel grigio ha altre sfumature, ma sono tutte in bianco e nero. L’assenza cromatica mi spaventa ma non posso fare nulla, se non cercare di capire qualcosa in più su quello che mi sta accadendo. Cerco di orientarmi fra quelle ombre lunghe che mi inghiottono, si piegano su di me costringendomi a guardare avanti. Laggiù lontanissima c’è una luce bianca, immediatamente so che quella luce non mi salverà da nulla è solo lì che mi guarda, mi attende: è misteriosa, mi affascina, è una sirena ammaliatrice ed io sono Ulisse, ma non ho la cera alle orecchie ed è difficile resisterle.
I miei non sono veri e propri movimenti, so benissimo che non posso muovermi, mi rendo conto che non siamo solo corpo, perché è l’anima a questo punto a dettar legge, è lei che mi permette di spostarmi e che vuole andare verso la luce. Mi giro su me stesso, guardo meglio le ombre: non c’è una palude, in realtà sono in un bosco e le ombre sono gli alberi infiniti che spariscono nel buio; è una foresta senza inizio né fine in cui predominano tinte fosche di nero, grigio e bianco sporco. Lentamente non posso fare altro che andare verso la luce, più mi avvicino, più mi sento leggero, la mia fisicità perde consistenza così quel minimo di coscienza: come se mi avessero iniettato una sostanza allucinogena. Spariscono il dolore, le pene, le angosce, mi sento libero dalle colpe, dai rimpianti, dalle speranze.
Non sto parlando del dolore fisico, quello lo sento appena, forse mi hanno sedato e sono sotto morfina, forse sono anestetizzato, forse stanno frugando nel mio corpo, forse sono già cibo per vermi; parlo del dolore spirituale, delle pene quotidiane, sono sparite tutte e sono leggero, libero di raggiungere la mia “sirena”, quello che voglio ora è solo arrivare a quella fottuta luce e lasciarmi il bosco alle spalle, lì sarò al sicuro.
La foresta in cui mi trovo è strana, seppur mi terrorizza possiede una sua misteriosa bellezza, ma è pericolosa e piena di spettri, non ci voglio stare, devo solo lasciarmi andare e risalire laggiù dove è più luminoso.
Lo sto per fare, il mio cammino è lungo, ma so che posso arrivarci e lasciarmi tutto alle spalle, ma è proprio da quella direzione, lontanissima nel buio che mi chiamano, qualcuno non vuole che vada. La voce è lontana ma è un tuono dentro di me che mi provoca lacrime calde, le sento scendere bollenti sulle guance. Cado all’indietro, torno giù e la luce rimpicciolisce fino a scomparire. Tutto scompare e ritrovo il mio corpo, le mie sensazioni, ora sento male e tutto il dolore, quello vero quello fisico.
Qualcuno mi stringe delicatamente una mano, non ho la forza di aprire gli occhi e vedere chi è, sento le plastiche di tubicini che violentano il mio corpo mantenendomi in vita, avverto le voci umane e sono felice di non essere più solo. Ripenso a dove mi trovavo, a tutte le storie che ho sentito e letto su quel “non luogo”, ora so che non è un bel posto e non mi piaceva affatto, oppure semplicemente non ero pronto a starci ed entrare nella luce lontanissima.
Capisco quanto sono attaccato alla vita, comprendo che il mio corpo è distrutto, macellato, ma voglio sopravvive, a qualunque condizione anche se ad ogni respiro provo dolore. Mi scorre il mio passato sotto le palpebre e vivo anche quello che potrebbe essere il mio funerale, con la foto che preferisco bella incorniciata ed un modellino di una piccola HD nera a tenermi compagnia per l’eternità, a quel punto le poche lacrime diventano tante.
La mano delicata che teneva la mia ora mi asciuga gli occhi. Sento la voce è una donna, ascolto le sue parole:”Hei, sei tornato…cerca di dormire ora…”. Sprofondo nel sonno, quello vero, quello umano, quello terrestre, che trovo più tranquillizzante.
Non posso ancora fare tutto, passo molto tempo a letto, ma lentamente sto guarendo.
Sono rinato, vedo i colori in maniera nuova, i cibi hanno un gusto migliore e riconosco il sapore dell’acqua: è buona ha un gusto diverso che prima non conoscevo; le carezze umane sono più calde di prima e gli abbracci più confortevoli, anche il sole che mi bacia la pelle è diverso, la luna che un tempo mi intristiva ora la vedo allegra è luminosa. Certe cose ti cambiano la vita.

(Dedico questo racconto ad un’amica coraggiosa che ha voluto raccontarmi la sua esperienza)


PRONTO CHI PARLA? QUI FACEBOOK. LA METTO IN ATTESA di Francesca delli Colli

 

 
 
 
Da un po' di tempo sto avendo una triste conferma:

come l'uso di FB ammazza l'utilizzo degli altri mezzi di comunicazione iniziando dal cellulare con telefonate e messaggi canonici senza parlare dell'uso delle applicazione oggi in voga tipo whatsapp o viber, passando poi al telefono fisso, alle mail, piccione viaggiatore, tamtam o segnali di fumo.

Ebbene si pare che questa piattaforma,nel caso in cui si inizi ad inalare i suoi piacevoli effluvi, fino ad avere le crisi di astinenza,diventi un motivo di vita usarla come mezzo principale di comunicazione, visto che buona parte della giornata viene passata qui sopra, trasportando usi e costumi, sensazioni ed emozioni, stati sociali e sentimentali alla merce' di quelli reali.
Per alcune cose mi puo' anche star bene, spesso qui si emula cio' che nel reale potrebbe mancare o non si trova, regala una sorta di compagnia, un relazionarsi molto piu' semplice, si ride, si scherza, si gioisce, si piange, ci si scazza e "sfancula", ci si segnala o banna come se niente fosse, azzerando spesso i valori umani e avendo il diritto insindacabile sulla vita o morte di un profilo.
Ma torniamo ai metodi di comunicazione.

Il telefono.

Quello sconosciuto e aggeggio scomodo con i tastini troppo piccoli o peggio ancora touch, dove di rado digiti la parola giusta.
Ma che fine ha fatto il piacere di sentire il tono di una voce, di sentire viva una persona e non in balia di parole scritte?
Un caldo "ciao" con quel sorriso che ti illumina il viso solo a sentirlo, un "come stai?" dal quale si percepisce lo stato d'animo di una persona, un respiro, un sospiro VERI , al posto delle emoticons con le faccine piu' disparate oppure intercalari simili a quelli dei fumetti: sigh, sob, sniff, ghgh, grrrr, ahaha ecc ecc.

- "Ok ciao, ci si becca domani qui sopra ^_^ ghg "
- " Perfetto io ci sono dalle ...alle... ♥ eheh "
- "Grrrr ma che fine hai fatto? ti ho aspettato tutto il giorno! >:( "
- " Uh eccoti, zitto non mi dire niente, tutto il giorno senza adsl ! O:) sapevo che mi aspettavi, ti giuro non sapevo come contattarti! sob "
o
- "Credimi non ho avuto un attimo libero per collegarmi! 3:) "

Ma porca miseria schifosa, tra poco sai anche che misura di reggiseno porto, il peso, se mangio, dormo , potresti essere peggio di un navigatore satellitare per tutti i dati che hai e mi dici che non sei riuscito a collegarti ad fb.
Oltretutto ci si scorda anche che un giorno e' fatto di 24 ore e magari anche di qualche minuto morto da poter dedicare a qualcosa di diverso.
Io penso che a certi livelli si perda la buona creanza e la voglia di fare le cose, senza pensare che e' piu' facile usare i metodi ortodossi.
Che ci vuole a mandare un messaggio sul cellulare o ancora meglio fare una sana telefona, che trovare un pc, controllare se c'e' la linea, ricordarsi la pass, sperare che Fb funzioni...

Credo che si sia bisogno di rifare qualche passo indietro e riprendere i valori delle cose piu' sane e soprattutto per le persone.

Fb o il virtuale in genere, tanto facilita, quanto disperde
tanto avvicina quanto allontana, soprattutto dalla realta'.

Voi mi chiederete se ho il dente avvelenato, per caso?

SI!!!!

E rimpiango tanto i vecchi telefoni a gettone che le poche volte che funzionavano ti davano un orgasmo stellare....^__*