giovedì 30 maggio 2013

HO UCCISO UNA FALENA di Allie Walker




Febbraio 2012
Il cambiamento non è sempre necessario nella nostra vita, ma quando tutto va a puttane il cambiamento non solo è necessario, diviene la nostra ragione di vita. La mia vita è cambiata notevolmente, in peggio, il dolore enorme, la ferita immane. Resto qui a discernere tra rabbia e dolore, fra la paura e le scelte, smentita continuamente dal comportamento degli altri. Vivo costantemente in una coltre di nebbia che striscia sulla mia vita, come fosse un campo di battaglia, cosparsa del sangue de morti. La mia vita è cambiata, come quella di molti d'altronde, sopraffatta dagli eventi. Con coraggio devo radunare le mie forze, muovendomi avanti nella nebbia, sperando di non calpestare la vita degli altri e che loro non facciano altrettanto. Confido nelle anime giuste, i miei figli, la mia famiglia, quelli che seguono le mie orme. Ma questa nebbia è così fitta, oggi, che nessuno osa disegnare un singolo respiro.

Aprile 2012
Sono in quei giorni in cui tutto mi nuota in testa con le immagini e le storie che desidero scrivere. Non riesco a trovare la chiarezza di pensiero o il tempo di sedermi e svuotarlo e, prima di sapere che la mia mente si è spostata su quelle storie, mi sento come se fossi nella risacca, spinta e tirata dalla marea Quella marea che mai si trasforma in qualcosa di sostanziale. Sto nuotando nel mare agitato e sento davvero il bisogno di navigare in altri lidi. Tutto mi sta stretto, tutto mi appare inutile, tutto è perversamente succube del mio dolore. Anche le parole mi si rivoltano contro, la tecnologia diventa mia nemica, non funziona nulla o, forse, sembra a me non voglia funzionare a dovere. Ma tanto, parlare con la gente, non mi servirebbe a nulla.

Marzo 2012
Un volto coperto di stoicismo, il mio, solido come pietra compressa, spinta in una terra asciutta, pressurizzata all’interno della mia anima, tentando di perfezionarmi nel vivere, reprimendo la rabbia e, non posso negarlo, erodendo il mio cuore. Un cuore ormai contaminato, che continua a battere in un turbinio di emozioni che gridano ritmicamente, che mi spingono fino al punto più debole. Il sangue che vi scorre dentro si trasforma, sembra diventare vapore, poi si trasforma ancora e brucia, brucia nella rabbia, non si contiene, sembra dover esplodere da un momento all’altro. Brucia e si vaporizza, si scioglie e si raddensa, accompagna la mia caduta, così profondamente, che sento l’afrore della mia carne morta. Poi divengo di nuovo pietra, solo per essere liberata da quella rabbia che esplode come il fuoco al centro del sole. E tutto tace di nuovo.

Maggio 2012
Mi adatto allo scorrere del tempo, mi adatto ai cambiamenti, mi adatto anche al dolore. Lo chiamano dolore, ma nessuno è mai morto di dolore e nessuno mai potrà; comunque il dolore che sento è una parte di me e deve per forza avere una fine. Sono passata dalla fase “incredulità e vuoto” alla fase “rabbia” molto velocemente, nonostante ancora passino avanti e indietro contro di me, come se fossero ali di una falena che non mi vogliono toccare. Tento di liberarmene. Non è una bella farfalla, ma una falena, che lascerà un residuo di polveroso schifo su di me, è quasi senza colore, ma questa immagine mi permette di deridere le mie emozioni, mentre sto negoziando con me stessa. Continuo a dirmi che presto andrà tutto meglio, che merito una vita migliore e, in una sorta di equilibrio, continuo a mantenere il mio cuore nel nero… il rosso sarebbe un appiglio ancora troppo pesante a cui aggrapparsi e mi tirerebbe nel profondo del mare, dove tu ti sei perso egoisticamente. I colori mi danno il senso della vita, ma in questi giorni continuo a vedere il grigiore di quella brutta e polverosa falena, li vedo anche sopra il mio corpo che sembra si sia adeguato ai miei pensieri e abbia preso lo stesso colore. La mano scende sul fianco, la trascino fino al ginocchio, per risalire fino all’interno delle cosce e mi permetto di pascolare lì, accarezzandomi intimamente, come se volessi mutare lo stato delle cose e dei colori. Chiudo gli occhi, cerco i colori dentro il buio, ma spunta di nuovo quella falena che ama il buio, forse attirata dai miei lampi di luce che appaiono timidi. Smetto di toccarmi, quel grigio non mi appartiene… mi addormento, meglio immergersi nella nebbia e stordirsi.

Giugno 2012
Dormo troppo, sono spesso sola, ma mi piace immergermi nella solitudine. Lì trovo la mia pace. Gli altri possono fare anche senza di me: “Possono aspettare…” mi dico e il telefono che vibra, che mi chiama, continuo a farlo vibrare. Non parlo quasi con nessuno, passo il mio tempo con me stessa, le parole divengono il mio rifugio segreto, mentre la falena continua a girarmi attorno, fastidiosa e irriverente. Sembra essere eterna, immortale. Eppure le farfalle sono fragili. Lei continua a sussurrarmi le storie degli altri, dialoga con me e il suo grigio non finisce mai. I nostri sguardi si incontrano, mi sfida, mescolando leggiadre volute a polverosi battiti di ali che sembrano essere i suoi ultimi. Così continuo a contrattare con me stessa una rinascita, non mi importa del tempo che sta scorrendo, questa mia fase è la via di mezzo, il mio passaggio attraverso il dolore, ed è la cosa più divertente che ho nelle mani. Non importa di quello che dicono gli altri, delle colpe che mi danno. Io merito tutto il mio tempo, lo considero ben investito e la falena continua a dirmi che devo farlo, che devo discutere con le sue ali grigie. Mi nascondo? Forse si. Ma devo evolvermi ancora, sopravvivere alle difficoltà del cambiamento, quello che lascia il residuo polveroso e disgustoso, ma che è la grinta che ritrovo tra le mie dita e me ne sono ricordata adesso che lo scrivo.

Luglio 2012
Sono dura, qualcuno mi ha detto che sono senza sentimenti, qualcuno che sarebbe meglio che taccia per sempre (ma questa è un'altra storia). Nulla mi tiene giù, vado dritta per la mia strada e raccolgo sulla via piccole soddisfazioni personali. Ma alcuni giorni, quella brutta bestia della depressione, che si nasconde dentro di me, trova il modo di farsi viva, all’improvviso. La tv è una di quelle cose che la istiga. Ultimamente ai tg si parla solo di morti; gente che non ce la fa più ad andare avanti e allora compie il gesto estremo, donne violentate, bambini defraudati della loro innocenza, vecchietti malmenati per poche lire, incidenti d’auto dove spesso muoiono giovani. Ed ecco che il grigiore delle nubi riappaiono e la falena torna a trovarmi. Il dolore degli altri mi tocca profondamente, forse per averlo provato sulla mia stessa pelle, e quando mi guardo in giro vedo dolore ovunque, permea l’aria caldo-umida, preme sul fango della mia anima, si inerpica con le unghie sulla mia schiena… ascolto la mia stessa agonia. Forse è un male necessario, per apprezzare di più i colori e la luce, quando riappaiono. Continuo a lasciar scorrere la mia vita, come sulle note di un valzer per ora moderato. 

Agosto e Settembre
Mi sono mancate le parole, ho perso molto. Ho allontanato persone per qualcuno che non meritava nemmeno l’ombra di un mio sorriso. Gli occhi si sono spenti, le lacrime affiorate, poi scese copiose. Il dolore di nuovo il mio Padrone. Tento di ritrovare la via giusta, allontanarmi da tutti, non mi può far altro che bene. Rintanata nelle quattro mura di casa mia, come compagno il mio cane, torno a riflettere su me stessa. Contratto ancora con il buio e il grigiore della falena e finalmente riappaio. Una flebile luce all’orizzonte mi appare. Ecco, era solo apparenza (anche qui l’ho capito troppo tardi).

Ottobre 2012
Il silenzio è una lingua che la maggior parte di noi non conosce molto bene. Il silenzio la dice lunga senza proferir parola. Il silenzio può dire con amarezza: “Ti odio.” Può parlare di rammarico, può parlare di tutto e di niente. La cosa più importante che il silenzio può dire, sono i “Ti amo.” Quando il silenzio dice “Ti amo”, se la persona a cui viene indirizzata non parla correntemente la lingua del silenzio, non potrà mai prendere atto del calore nascosto in quelle parole invisibili. O, anche peggio, si risentirà del tuo silenzio. E mentre la mia voce, nel silenzio, urla, dubito che l’amore dell’altro veramente esista. E continuo a dirmi: “se non riesci a comprendere i miei silenzi, non riuscirai a capire nemmeno le mie parole.” Tuttavia, continuo a seguire la mano che mi è stata tesa, uno spiraglio di miglioramento è alle porte. 

Novembre 2012
Continuo a parlare con il silenzio, richiede la mia attenzione. Ascolto il mio cuore e tento di capire perché le mie parole spesso affondano nelle sabbie mobili dove sono sepolti i miei segreti. Mi apro, spiego, parlo, racconto, scrivo… sto imparando la lingua del silenzio, lentamente, ma sto imparando da lei. Il silenzio è a disagio, sia quando si trova e quando si trova, ma ho scoperto che c'è sempre qualcosa da dire sul silenzio, a volte vuol dire, "ti amo." A volte vuol dire, "Mi manchi. "Di solito, per me, vuol dire:" Io sono una pazza." Il silenzio, adesso, non mi lascia mai soddisfatta, sento sempre un vuoto e il mio cuore soffre per qualcosa. Io non so nemmeno quello che dovrebbe essere, e affogo quel sentimento con un'altra tazza di caffè. Il silenzio mi fa sentire stupida. L'amore mi fa sentire stupida. Sto imparando la lingua del silenzio, che è un po' come il linguaggio dell'amore. 

Dicembre 2012
Immagino di fare le cose che mi chiedi. Ti immagino che mi aspetti nella camera d’albergo, gli accordi sono quelli. Immagino tutto prima di arrivare da te. Ma mai avrei potuto immaginare quello che è accaduto dopo. Ho fatto una doccia calda prima di arrivare, voglio la mia pelle calda e duttile, da impastare, come la più morbida pasta del fornaio: calda, malleabile e profumata. Naturalmente sono nervosa, desiderosa di compiacerti. Mi attengo ai tuoi desideri. Entro nella camera e tu sei lì, che mi aspetti. Mi chiedi di spogliarmi, lo faccio riluttante, non mostro facilmente le mie cicatrici. Il silenzio attorno, non parli e non parlo. Nel gioco di sguardi prende il via la nostra notte. Nell’illusione di averti donato il mio corpo e l’anima, ripartiamo assieme al mattino. Due treni diversi, due pelli che mai più si sfioreranno. Vane le promesse e le parole, era molto meglio il silenzio.

Gennaio 2013
Quando si tratta di dolore, si parla di accettazione, come se fossero solo lettere consecutive, con il loro suono particolare, unico. Poi ci sono tutte le altre lette, quelle che causano tanto rumore nella testa quando si chiudono gli occhi. La parola dolore è una di quelle, una di quelle che fa più rumore di tutte, ma ha dei buoni compagni. Ho passato questo ultimo anno con il dolore, con il vuoto, con i ti amo,con le bugie, con le false promesse, con i vorrei ma non posso, con il cambiamento, in un turbinio di emozioni negative e positive. Tutto ha causato tanto rumore, specialmente il mio cuore andato in frantumi. Ma stavolta non ho mollato, ho cacciato la falena, tutti i giorni. Ho ridotto a un muscolo il mio cuore, lasciandomi tenere in vita. Mi sono rimboccata le maniche e ho fatto quello che non credevo mai potessi fare. Mi sono vendicata e non me ne vergogno. Il tempo mi darà ragione.

Febbraio 2013
Con il mio cuore in pezzi ho iniziato il mio nuovo viaggio, il sole e la luna testimoni dei miei giorni, le stelle piccoli astri che sono apparsi pian piano nel mio personale universo. E’ un processo lento e nulla posso fare per accelerarlo. Faticosamente mi sono ripresentata agli altri, ho rasentato il cinismo, a dire di qualcuno, mi sono rimessa in gioco, inizialmente, al pari dell’altro sesso: di tutti e di nessuno. Come le maree mi sono data e rilasciata, ad ogni rotazione dei corpi celesti. Alla fine tutte le rugosità sono state lisciate, la pietra che rivestiva la mia essenza (parola grossa, ma c’è) scalfita e ho accettato il mio dolore.

Marzo 2013
Ho fatto un grosso passo avanti, rilasciato tante cose, pensieri ed emozioni. Come le gocce di pioggia che evaporano dalle pozzanghere dopo un temporale, come le foglie che naturalmente cadono dagli alberi in autunno, ho lasciato andare le mie emozioni verso il naturale processo di cambiamento. Non sono i miei vestiti, non sono i beni che posseggo, non sono il posto di lavoro che occupo, ne il colore dei miei capelli, ne il modo in cui mangio. Non sono la mia auto, ne il caffè che bevo. Sono molto di più, questa la mia nuova convinzione. Posso portare nel mio viaggio, verso il benessere, ciò che voglio, quello che ho costruito nel mio cuore, quello che risiede nella mia anima. Attendo che il grigiore scompaia del tutto.

Aprile 2013
Ora chiudo gli occhi e mi riguardo tutto. Tutto il bagaglio superfluo del vecchio, lo lascio alle spalle. Chiudo la porta di quella stanza che risiede nella mia memoria e la faccio divenire cenere, grigia come la falena, senza bellezza, senza colore e senza calore. Si, mi sento esposta, messa a nudo, ma non mi sono mai sentita così pronta a lasciarmi tutto alle spalle come adesso. Sento già i violini in sottofondo, strumenti a corda che tirano le mie stese corde. Ho aperto gli occhi e sono pronta a scoprire quello che la vita mi offre, la mia prossima evoluzione. Il dolore mi toccherà ancora, nessuno può fuggirlo e nemmeno io, ma il suo potere su di me è minore, il mondo mi sembra persino bello. 
… E il viaggio continua, in un moto perpetuo come le maree e tutto l’universo che ci appartiene e a cui apparteniamo.

L'INCONTRO di Alice Stregatta








Passo a trovarti in ufficio.
È la prima volta che ci vediamo...
Finalmente,mi dici.
Eccoti,ti rispondo...
Fai un passo,indietreggio... Mi baci...mentre le tue mani esplorano il mio corpo.
Quante volte lo avevamo immaginato!
Il desiderio di te mi esplode dentro,ti stringo,mi aggrappo a te.
La testa mi gira e mille pensieri vorticano...poi svaniscono.
Il vuoto.
Tu. Io.
Noi... Insieme.

GIOCHI DI FOLLIA di Ilona Mills




Rincorri le tue folli fantasie,
Ma non cercar di dare per scontato niente,
Purché a chiederlo è il tuo cuore
Lasciale invadere la tua assennata mente.
Non aver paura di osare,
Tanto questa vita dura poco.
Dovresti solo trovare il coraggio
Di esporsi e di mettersi in gioco.
Oltrepassa il confine del sistema
E non temere di avere una défaillance.
Determinante voglia di qualcosa di nuovo
Ti offrirà ancora una chance
Di perdersi nella Lussuria del Peccato.
Con sensazioni che hai mai provato,
Spogliandosi dai dubbi della tua sensualità
Potrai scoprire una vera libertà.

EMOZIONE DEDICATA di Francesca delli Colli




Aprire gli occhi nello stesso attimo
e sentire i nostri pensieri incrociarsi.
Liberi di rincorrersi in quello spazio che ci separa,
sciogliendosi nei desideri che ci uniscono.
Sentire che ti appartengo
al mio primo respiro,
colma di un senso di pienezza
per essere il tuo primo bisogno da vivere.
Essere per te ciò che io non ho mai avuto..
un'emozione dedicata
che riempie l'etenità di un attimo,
in cui mi sento unica
verità da vivere.
Io sono qui..

SENZA TITOLO di Federico Nanker Phelge








Musica. Urlante, cattiva.
Suoni per stordire, rumori per uccidere.
Una chitarra, lama algida e tagliente:
Accordi per squarciare le vene del dolore.
Sensazione calda e fluida di liberazione...
Un basso: vibrazioni gravi e squassanti:
Perche anche la paura tremi di paura.
Sensazione di gelo e immobilità: paralisi...
Una batteria, assordante ed incalzante:
Asfissiante come il panico, veloce come il cuore.
Apnea
Ipossia
Svenimento
....................
Quiete

POLVERI D'ANIMA di Francesca delli Colli




Sei come gocce di acqua salata
che posa sulle mie labbra secche,
bruciano pur dandomi vita..
Ho l'illusione di inumidirle
ma ho ancora sete di te.
Ti cerco nei nostri attimi
che muoiono nell'infinito delle attese,
prendendo la consistenza
della polvere dei nostri sogni.

Il mio animo si apre a tutto quello che c'è di te.
Ogni volta che ti penso
gli occhi si serrano impauriti di perderti
e ti entro dentro cosi impetuosa
che riesco ad accarezzarti l'anima,
tanto che quando li riapro
ho i palmi pieni di lei.

L'accarezzo con la bocca cercando di rubarne un respiro,
l'accarezzo con la pelle vestendola di te
l’accarezzo col cuore e lei mi parla…

L'ATTIMO DI UN BACIO di Francesca delli Colli




E dire che mi manchi suonerebbe come un'eresia,
se non mi avessi rubato a forza le mie sicurezze
e messe le tue al loro posto.
Un giorno, un'ora, un minuto,
il tempo si e' fermato dentro quel bacio.
Forse il principio di niente
o la fine di tutto.
So solo che ora ne ho bisogno.
Bisogno delle tue labbra
che scrivano sopra le mie
ciò che io non vedo dentro me.
Parole bisbigliate
sopra le emozioni che
si accavallano
e si sciolgono tra i tuoi respiri,
spalmandosi sulla mia pelle.

RESPIRO IL SUO SORRISO di Allie Walker




Bevo la sua risata e inghiotto le sensazioni che mi attraversano, immagino le labbra tumide attaccarsi alle mie, pizzicandole con precisione, passione.

Mi consumo al suono basso della voce, quella parola, si accende una fiamma. Il cuore duole di gioia. 

Inspiro l'idea che lui possa oscillare tra l’ anima e il cielo, sospesa sopra la terra, freme il ventre mentre lo supplico di restare con me.

E, infine, espiro solo la mia ennesima fantasia, un destino che non è realtà, ma solo fonte di una nuova notte buia sotto le mie lenzuola, con niente altro che le mie dita.

mercoledì 22 maggio 2013

COINCIDENZE di Ali Spezzate




Le cose belle della vita erano le più inaspettate.
Le coincidenze.
Il guaio è che non era stato fatto per le coincidenze, lui. Nè per i voli, nè per i sogni.
... Il guaio è che avrebbe dovuto essere un guscio, secco e vuoto.
Ed ogni volta sentiva invece una materia fatta di emozioni palpitargli dentro, formarsi come una larva, strappare la patina collosa di un bozzolo, uscire per battere le ali una notte sola.
Poi disperdersi nel nulla.


VOCI di Allie Walker


 
La ferocia del suono
è il silenzio.
Echeggia, risuona,
è un fulmine nel cielo terso.
è l'abisso di un mare piatto,
... è il vuoto che senti attorno,
è il cumulo di pensieri grigi,
è la nebbia dove tutto scompare,
è il ricordo pungente di un passato,
è attesa.
Ma intanto respiri, sul tuo letto,
sul bordo, tra il sonno e la veglia,
tra la terra e lo spazio,
affronti il tuo demone nero,
l'assenza di luce,
fluttui nei ricordi,
sanguini lacrime amare.
Ti senti insignificante,
distante mille miglia
dal mondo che ti circonda,
senti il peso del fardello
che ti porti addosso.
Poi ascolti il tuo cuore,
lo senti vibrare,
note che solo tu
puoi modulare,
solo tu puoi guidare,
solo tu puoi comandare.
Tutto di nuovo scorre,
nel coraggio che hai cercato,
nella forza che hai trovato,
e il silenzio diventa pulviscolo,
nella luce del mattino,
nell'alba di un sole che cresce.
E in un volo di farfalle,
ritrovi la vita.


LA TENTAZIONE di Ilona Mills




Sei così bella nella luce del mattino
Nel letto sfatto ma ancora pieno di passione.
Sentire mentre dormi il tuo respiro
... Mi provoca un'intensa emozione.
Nel sonno.. ti muovi lentamente,
Facendo scivolare le lenzuola,
Aprendo ai miei occhi.. e alla mia bocca
La bellezza rosea della tua areola.
Ho paura di svegliarti,
Ma mi viene una voglia sola...
Quella, di sfiorar la tua pelle bianca,
Sentire la tua voce quasi stanca
Dai gemiti e il mugolio di piacere.
E sono posseduta dal pensiero...
Che ora ti potrò avere


martedì 21 maggio 2013

DESERTI BAGNATI di Francesca delli Colli

 
 
 

 Uno sguardo d'intesa oltrepassa quel lenzuolo.
Unione di quei due corpi nudi
che appena si scorgono al chiarore delle loro iridi.
... Sembrano fondersi in un'unica sagoma sotto quel telo
che prende mille forme animate dalla passione.
Due odori di sesso si fondono in un unico profumo,
lasciando impressa sulla pelle
quella conoscenza che solo loro percepiscono.
Le mani si sciolgono sui corpi,
deserti sconosciuti,
vagando alla ricerca di quell'oasi ove dissetarsi.
Bocche
arse dalla dal calore del loro respiro
mozzato
veloce
lento
ansimante.
Un gioco che si sparge sotto quelle lenzuola
teatro di puro piacere.
Attimi di silenzio
parlano di desideri immensi...



ILLO di Alice Stregatta




Tsunami emotivi
E tempeste ormonali.
Mi perdo in un bicchier d'acqua...
Almeno,bevimi.

(AS) SENZA di Alice Stregatta





 So-Spingimi nel Mio lato Oscuro.
Legami con corde invisibili,
trafiggimi col dardo avvelenato
... della Passione.
Preferisco morire di Te
che vivere.
Senza


SPICCHIO DI LUNA di Alice Stregatta




Particelle d'amore
Come pulviscolo nell'aria,
Si posino sulla tua scrivania...
... Che tu possa riconoscermi in esse.
Sorridimi,
Spicchio di luna.


LA DANZA D'AMORE di Ilona Mills

 
 
 
Sei qui.. davanti a me.. sei mia..
Solo per noi la pioggia fa da compagnia,
Rompendo il silenzio dei nostri sensi,
... Esegue una grandiosa sinfonia...
Con le movenze sciolte e lenti
Mi obbedisci nei miei passi insistenti.
E come abile ed impetuoso danzatore
Ti guido nella danza dell'amore.


PERDERSI di Francesca delli Colli

 
 
 

 Dimmi dove sei ora
che posso abbandonarmi ad un destino
Che sapevo non esistesse.
... Mi hai insegnato a volerti,
mi hai insegnato ad ubbidirti,
mi hai insegnato a poter guardare oltre.
Hai voluto la mia vita
e io l’ho lasciata andare senza accorgermene.
Hai voluto conoscere il significato
di ogni mio respiro
e io ho dovuto darglielo.
“Guardami!”
Non hai chiesto
Ma preteso.
Mentre tentavo di sfuggire ai tuoi occhi,
Non volevo potessi leggere cosa ho dentro.
Tu cercavi solo una conferma,
io avevo timore di conoscerla.
Ora se perdo te
È come se perdessi me…
 


CANTICO di Michele Costantini

 
 
Nutrirò il tuo corpo
e mi prenderò i tuoi sensi,
accenderò la tua lussuria
... conquisterò al tua mente.
Eccomi sono qui per te
per soddisfare ogni tuo indecente desiderio
per imprimerti nella carne le mie voglie


LA TENTAZIONE di Ilona Mills






Sei così bella nella luce del mattino
Nel letto sfatto ma ancora pieno di passione. 
Sentire mentre dormi il tuo respiro
Mi provoca un'intensa emozione.
Nel sonno.. ti muovi lentamente,
Facendo scivolare le lenzuola,
Aprendo ai miei occhi.. e alla mia bocca
La bellezza rosea della tua areola.
Ho paura di svegliarti,
Ma mi viene una voglia sola...
Quella, di sfiorar la tua pelle bianca,
Sentire la tua voce quasi stanca
Dai gemiti e il mugolio di piacere.
E sono posseduta dal pensiero...
Che ora ti potrò avere.

domenica 19 maggio 2013

INNOCUO CANTO DEI "TI AMO" GETTATI di Ali Spezzate





Il figlio di un Dio sordo aveva gettato i suoi ti amo ovunque volgesse lo sguardo.
Sui terreni aridi e pietrosi, bruciarono prima ancora di toccare terra.
Sulle acque torbide e melmose, affondarono macerandosi nel nulla.
Alcuni fioccarono spettacolari e fuori stagione come neve a Maggio, ne raccolse da terra e li tenne sul palmo finchè la Verità non li sciolse col suo alito caldo.
Altri li urlò oltre le valli senza orizzonte, ed altri ancora gli rigarono il volto scendendo beffardi dagli occhi.
Quelli che gli rimasero in mano li chiuse in una scatola di latta e la sotterrò, per non aprirla mai più.
Poi, a distanza di anni, in un giorno senza ore, un ti amo, imprevisto e ribelle, gli sussultò nel Cuore, risalì lungo l'anima a forza di unghiate ed uscì dalle labbra liberandosi in volo.
Ed egli, impaurito, corse a dissotterrare quella scatola, e l'aprì. Ed era vuota.
Si accorse così di non aver mai pianto per davvero, di non aver mai urlato, di non aver mosso una mano, prima di allora.
Prima di incontrare la figlia di un Sogno a cui non credeva più.

DI COSA SI VIVEVA di Ali Spezzate




Si viveva di attimi persi. Si ingannava il mondo là fuori e l'unico modo per riuscirci era... Ingannarsi, dentro.
Si viveva riempiendosi i polmoni e soffiando forte sui pensieri. Disperdendo la ragione che come grumi di nebbia fluttuava insidiosa sui loro folli giorni. Quando si viveva lo si faceva specchiandosi nella superficie di un mare così placido che qualsiasi sciocco avrebbe capito fosse solo una soffitta dipinta, ma tanto bastava a vederci riflessi tutti i sogni annegati e le sfacciate fantasie che sguazzavano nell'azzurra illusione. Le loro dita intrecciate ed i palmi premuti a simulare contatti od innalzare preghiere effimere di novene fasulle. Sussurrarsi sulle labbra strofe di canzoni come litanie ormai sbiadite. Si viveva di biscotti con stelle di zucchero, di briciole sulla pelle e di promesse tra le lenzuola.
Tutto ciò che vive poi ha un solo destino, morire. Ecco, si viveva di questo.

PUZZLE di Ali Spezzate




Le loro storie erano un immenso puzzle con i pezzi attaccati alla rinfusa. 
I loro sogni erano tramonti su mari diversi. Tramonti distanti. Tramonti di cartone con un Sole senza calore e senza colore. Ma erano ancora loro, sarebbero stati ancora loro, sarebbero stati sempre loro. Come un immenso magnifico puzzle raffigurante tutte le meraviglie del mondo racchiuse in un attimo. L'attimo di un bacio sulle labbra. Di un respiro scambiato. L'attimo in cui si può ammirare un puzzle appena completato, prima di accorgersi che ne manca un pezzo. Prima che l'occhio corra impietoso a svelare la crudezza di un punto vuoto. Vuoto ed amaro come una sconfitta.
Prima di realizzare che quel pezzo se l'è rubato il destino. Quel pezzo mancherà sempre, o è mancato da sempre. Realizzare che nessun altro pezzo, per quanto vicino o somigliante, sarebbe mai riuscito a combaciare in quel mosaico, coprire quel buco, e completare quel puzzle.
Sarebbe stato impossibile, come impossibile è riempire un buco in un sogno.

SEI TU di Angelo di Luce




Sei tu che ti fermi ad accarezzare la vita
sta passando ora
con gli occhi buoni di un cane
lasci il piede dall'accelleratore dei giorni
l'hai accolta dentro il tuo cielo
dentro le tue mani
accovacciata dentro un tuo sogno
di cui mi hai lasciato la chiave
è li che vorrei donarti quello che sono
è li che vorrei fermare il tempo
ascoltarlo
sei tu che conosci l'individualismo
ma ci sei per tutti
accendi la sigaretta al tuo destino
non fumi
ma brucia dentro di te il tuo fuoco
è li che vorrei restare
guardarlo insieme passare
ma nello stesso tempo
saperlo anche accettare
e vedere la paura della notte
allontanarsi e svanire
una casa in un bosco
e dentro le tue braccia come il sole
morire 

PURO GODIMENTO di Angelo di Luce



e danza sul fuoco
accende l'illusione
vittima e carnefice
di grazia e piacere
orgasmi temporali
di un mostro
di un dovere
ricerca di passione
tra brivido insaziato
ció che sogna
un desiderio non rivelato
sottile la distanza tra carne e volontà
un brivido che immagina
grazia e non pietà
Saro' schiava dei tuoi
desideri
Vestita di seta nera
soddisffero' il tuo
lato oscuro.
Saro' come tu mi
vuoi
Dolce come il
miele.
indecente e peccaminosa
penetrero' nei
tuo abissi piu'
profondi.
Saro' follia
saro' peccato ci ubriacheremo
di puro
godimento.

OLTRE OGNI TEMPO (Quando la passione oltrepassa la barriera del tempo)



(Corrispondenza epistolare tra due amanti dell'800)

Francesca Delli Colli

Messere,
Se solo la vostra lingua potesse deliziarsi ed essere sollevata da quella bramosia che Vi tiene prigioniero..goccia dopo goccia il mio nettare cosi desiderato potrebbe lenirla, forse.. Ma so che sara' ben poca cosa rispetto all'assaggiar della mente, della quale mi state rendendo priva Ve ne nutrite, ve ne dissetate, ricreate il vostro corpo insieme ad essa e io son qui che mi offro, vi dono cio' di cui avete bisogno..fino al mio ultimo respiro..
Per Sempre Vostra (F.d.C)



Erik Leroux

Milady leggo adesso in un unico battito la Vostra lettera ancora palpitante di profumo e passione... così mi scriveste poche ore fa:

"Messere, Se solo la vostra lingua potesse deliziarsi ed essere sollevata da quella bramosia che Vii tiene prigioniero..goccia dopo goccia il mio nettare cosi desiderato potrebbe lenirla, forse.. Ma so che sara' been poca cosa rispetto all'assaggiar della mente, della quale mi state rendendo priva
Ve ne nutrite, ve ne dissetate, ricreate il vostro corpo insieme ad essa e io son qui che mi offro, vi dono cio' di cui avete bisogno..fino al mio ultimo respiro.. per sempre Vostra".

Leggervi mia diletta ha creato in me un desiderio rovente, più profondo dell'arsura del naufrago nell'oceano, più pervicace del desiderio del beone cui sia stata sotratta l'ultima oncia di whisky. In me si fa strada imperioso l'ardire di chiederVi quel miele dolce e denso che solo Voi procurate, da silenziose e segrete alchimie ne aggiungete il giusto si che la mia mente a Voi s'incateni, e che non riesca, seppur mai lo volesse, sottrarsi! Ebbene non tempo ne distanza renderanno impossibile l'impresa, se uniremo le nostre menti e se la mia lingua potrà pronunciare, sazia, quelle parole che Voi bramate sentire, prima di sollevare il velo del segreto ed attingere alla fonte della conoscenza, davanti cui Vi vedo, amabilmente eretta e dal respiro intenso, nell'attesa ...
Devotamente Vostro (E. L.)



Francesca Delli Colli

Ho ansimato giorno e notte nell’attesa delle Vostre parole, in attesa di leggere cio’ che Vi hanno regalato, e ora che ho in mano la Vostra missiva, ho avuto la tentazione di non aprirla nel timore di quel che avrei trovato di Voi. Ma il desio del Vostri pensieri, mi tormenta,come le mie mani sulle quali ho fatto scorrere la mia pelle, sognando pensieri troppo peccaminosi per poterveli confessare e dei quali ancora scossa da soavi tremolii. Ora son qui che Vi leggo, mangio le Vostre parole con gli occhi, ne sento il sapore sopra la mia lingua..li pasteggio lentamente cercando di trarne tutta quell’eccitazione che mi trasmettete anche con un sospiro. Dio mio.. e’ imbarazzante cio’ che suscitano in me, il mio corpo le subisce inerme e lentamente si sta sciogliendo in quel miele che il cui sapore Vi ho fatto immaginare con le mie parole. Questo miele e’ tutto cio’ che ho di voi..e cio’ che vorrei donarVi. Posarlo sulla Vostra lingua che gia’ immagino servirsi del mio corpo, Voi siete il diavolo ..si e non riesco ad non essere tentata dalla Vostra passione. Ed ora mi state tentando in modo disperato, il mio desiderio per Voi non ha pace, come non lo ha il mio corpo, se non lo cheto con le Vostre carezze che mi donate tramite le mie mani. Se Voi le poteste vedere…. Le mie vesti sono arrotolate in grembo, mostrando impudicamente le mi cosce candide ed aperte come per accoglierVi, arrossate solo dal piacere che scorre in loro. Non riesco a tenere ferme le dita…ecco ora stanno sciogliendo i lacci, cio’ che era celato potrebbe essere alla Vostra merce’..mentre mi devo accontentare di questi spasmi che mi dono con il mio pensiero incatenato al Vostro. Perdonate il mio ardire…ma Vi faccio dono del mio piacere, in attesa che il tempo accorci la distanza che ci divide..
Per Sempre Vostra… (F.d.C.)


Erik Leroux


Mia Signora,

l’irrefrenabile ansia con cui attendo ogni Vostro richiamo mi rende a volte crudele perché il desiderio di ogni notizia mi lascia ad impazzire per quei pochi giorni in cui di Voi non odo. Il nuncio che mi recò la Vostra missiva e che impudicamente ha lasciato che si sgualcisse solo per rispetto alla Vostra casata, perché lo so a Voi devoto, non ha assaggiato oggi il tocco del mio frustino. L’umidità dovuta all’incessante pioggia ha in parte disperso il Vostro profumo, quell’incomparabile fragranza che mi parla di Voi e che ottenebra i sensi. Ma appena ho potuto aprire il plico e scorrere con lo sguardo le Vostre parole, le mie mani hanno a lungo accarezzato quella carta come se potessero passeggiare sul Vostro corpo, lambendo tutti i più impensati punti, disegnando diagrammi per iniziarVi a nuovi piaceri che siano strumento di prospettive ardite ancor più irrefrenabili di quelle di cui Vi immagino già esperta e generosa. Non vi sarà nettare più gustoso che quello che Voi mi offrite, ne tempo più sublime che quello in cui sentirò il Vostro calore scorrere vicino al mio, in cui, facendo saettare come lama la mia lingua, saprò intrappolare ogni Vostro gemito di piacere e rilasciarlo solo affinché danzando con il mio ancor di più si accresca. Oh le Vostre mani, con quale intensa devozione le vorrei scaldare, facendole scorrere tra le mie labbra, apprezzandone le setose forme delle dita scivolando poi giù sino ai Vostri polsi, ove ogni battito che nel cuore Vostro anela sentirei percuotere nelle bianche pieghe e tra le rubinee vene, e trattenere dovrei la mia natura predatoria. La mia ombra ora si protrae al sol pensiero di Voi e delle Vostre forme, desiderando quasi che Vi tocchi, che Vi innalzi piano e ferma ai suoi piaceri che farei anche Vostri! Bramo di unire questo mio tocco alle Vostre grazie, scivolare col tatto e con il gusto, dopo il prezioso banchetto alla Vostra foce mentre estasiata ancora con la mano Vi rinnovate spasmi di piacere, nel percorrere l’ultima distanza che mi separa dai vostri piedi, bianchi e levigati, nobile cura e pelle soave e lì Vi farei dono di innumerevoli baci, che Vi lascino ancora lascivamente in attesa di una accresciuta emozione che già immaginate, ma che ancora attende il momento in cui potrà saziarVi da ogni fame per lunghe notti ed altrettanti giorni, mia Signora, perché il piacere sarà con noi, a breve, come un intrigante inseparabile compagno di viaggio. Unisco a questa mia poche gocce di una nuova colonia, mi dicono sviluppi frementi fantasie nel gentil sesso, e consegnerò sigillate alla mia ancella queste preziose righe, immaginando che quando ella Ve le porgerà e Voi le leggerete siano le mie labbra a poter incontrare le Vostre rubandoVi il respiro mentre le mie mani cingono la Vostra vita e a me Vi attirano e così auspico Vi assalirà desiderio in ogni Vostro essere si che bellezza d’assalto sia il ricercare frementi vie per sfinirci i lombi!
Devotamente Vostro



Francesca Delli Colli

Mio Signore,
quale piu’ grande eccitazione attendere con ansia le Vostre parole fuse alle mie. Solo esse riescono a lenire il mio ardore che scalpita nel desiderarVi. Io vivo solo per quel momento in cui apro la vostra missiva e mi sembra di accarezzarVi. Mi porto quella carta odorosa al petto, e mi ritrovo tra le Vostre braccia quanto la stringo lasciando che il Vostro profumo si imprima sulle mie vesti.. e Voi siete sempre con me ogni momento della giornata. Per mia pieta’ evitate di percuotere il Vostro nuncio, Vi e’ noto quanta distanza pover’uomo deve percorrere per unirci solo per qualche minuto. So che siete magnanimo per il sol fatto che se non ci fosse lui, morireste nel non potermi assaggiare con i Vostri sensi. I miei sono pieni di Voi, sapeste quante notti insonni passo nel mio letto con il pensiero rivolto al Vostro corpo che immagino possente e forte, le mie lenzuola sono troppo fredde senza che Voi possiate giacere insieme a me e riscaldarmi con il Vostro calore. Sapete…nella notte, in questa lunga notte, dove solo le Vostre parole mi sono vicine, son libera da tutte le mie vesti e solo un’esile sottana mi copre la pelle. Ve la donerei senza indugio, ma sono in compagnia solo dei miei sospiri mentre il mio corpo sboccia al sol al pensiero di cio’ che mi possiate regalare. Le Vostre mani, che scivolano lente, conoscendo ogni mio anfratto segreto, mentre tremo tesa per la mia pudicizia ma desiderando ancor di piu’, questi sogni mi tolgono il sonno, mentre mi ritrovo cosparsa di un lieve velo di sudore. Le Vostre mani, le mie mani che si deliziano dei miei seni, tondi rosei, i cui capezzoli sbocciano sopra la Vostra lingua, eccitati e vogliosi di essere succhiati. Dio come vorrei sentirVi aggrappato ad essi, concedendomi un delizioso supplizio. Le mie dita stanno impudentemente giocando con loro mentre Vi immagino. Sono diventati piccoli dolenti spadini che premono sopra la tela candida, tanto sono eccitati. Mi sembra di udire il vostro cuore battere per l’ansia di oltrepassare quei limiti che ancora non ci sono concessi, le vene delle tempie gonfie percepite con una carezza, il respiro ansimante che inalo, le labbra
socchiuse che spudoratamente tocco con le mie anelando un Vostro bacio, il corpo che si avvinghia al mio, la Vostra eccitazione che accarezzo sentendoVi gemere di piacere. La mia mente lavora cosi’ profondamente che mi trasla nei miei desideri piu’ profondi come se fossero veri che continuano martoriarmi con la Vostra assenza. Anelerei le Vostre mani deliziarmi insieme alla Vostra bocca , scendere verso quella fonte indegnamente colma di quel miele e sentirlo suggere lentamente mentre e labbra si inumidiscono saziandosi. Basta non posso piu’ pensare oltre, il mio corpo freme da solo, urla la Vostra presenza e non so come chetarlo se non pensando a Voi che mi prendete. Apro le mie cosce istintivamente per accoglierVi, ma accolgo solo la mia mano che si tuffa in quella eccitazione vischiosa mentre il mio ventre sussulta per Voi. Senza fiato mi accingo a scriverVi questa missiva, confessando per scritto cio’ che non avrei coraggio dirVi a voce..me ne mancherebbe la forza. Sono qui che Vi attendo, vedendo passale le lune, troppe…. Vi voglio lasciare un pegno, ungendo un angolo di questa lettera con quel miele di cui ne immaginate il sapore…
Dannatamente Vostra (F.d.C)

giovedì 16 maggio 2013

VOGLIO di Allie Walker




Pensieri attraversano la mente
In sentieri già esplorati.

... Dove i vorrei erano desideri
Adesso fioriscono i miei voglio.

Voglio che strappi le mie vesti
Non servono ostacoli tra noi.

Voglio intrecciare il mio corpo al tuo
Per averti dentro di me.

Voglio sussurare il tuo nome
Solo per averlo sulle labbra.

Voglio sentire il tuo respiro
Rubarlo e farlo mio.

Voglio sentire le tue mani
Morbide e dure assieme.

Voglio che mi sbatti al muro
E dove non mi hai preso.

Voglio rimanere senza parole
E ascoltare suoni diversi.

Voglio guardare i tuoi occhi
Per perdermi dentro.

Voglio vedere l'amore
E un pizzico di disperazione.

Voglio...
Ti Voglio! 


OSSIMORI di Federico Nanker-Phelge



 

L'anima confusa e sobbalzante, scossa
Dalle discordanti sensazioni
Di un giorno uguale agli altri.
Pioggia e sole alternati, come metafore
... Meteropatiche alternanze di luci ed ombre
Pioggia come sudore e fatica, sopravvivenza
Sole come luce e calore, vita
(D)esistere
(R)esistere
Un'esistenza legata ad una consonante rinchiusa
Tra due parentesi


SPIRAGLI di Francesca delli Colli




Sei una finestra su un precipizio!
Sempre in bilico tra reale ed irreale.
Dove le ante di aprono e si chiudono a seconda il vento che spira.
Dove mi sporgo per vedere un panorama idealizzato o mi ritiro impaurita delle folate che mi investono.
Potrei respirare aria fresca oppure rimanere soffocata.
Turbinio di sensazioni che mi avvolgono lasciandomi disarmata.
Emozioni che scivolano tra le mani lasciandole vuote e protese.
Desideri che colorano la mia pelle sbocciata al calore di una luce riflessa.
Delusioni che la svestono di ogni volonta'.
Ma se apro uno spiraglio di quella finestra 
respiro... 
Ti respiro!

RESPIRO! di Francesca delli Colli




Ho bisogno di una carezza
Si ..
Di una sola e semplice carezza.
Mi appoggio.
Pelle contro pelle .
Rifugio di un gelo
che si scioglie nel suo calore
e mi sento protetta,
senza eta’,
che si dissolve
in quel gesto senza tempo.
Mi adagio sulla tua mano
mentre mi sfiora dentro e fuori
in silenzio.
Respiro!
Ho bisogno della forza
una carezza…