lunedì 31 marzo 2014

ATTIMI di Asianne Merisi




Ti aspetto fremendo
nel buio di questa profonda notte
quella voglia di sorridere al pensiero di te nella mia testa
Le tue mani scivolano sulle mie sinuose forme
La mie mani sul tuo virile costato
Sussurro..
“... ti voglio...”
e la mia voce scivola, seduta tesso la rete
ogni maglia al suo posto
ogni gesto è previsto
la passione pervade nel corpo e nella mente
le unghie strusciano
e a denti stretti e braccia tese che stringono le carni
bocche distanti tra loro
offrono baci e strusciano lingue curiose
una passione che ha voglia
di tuffarsi e volare nel baratro del piacere
Quello che provo è come una malattia sconosciuta,
vedo i sintomi ma non voglio cura
Godrai i sapori che per te saprò trovare
perche' tutto avviene per caso
percorrendo le strade della vita.
Nulla è scritto per noi......viviamo attimi
..oltre.

RUE ST. MARTIN di Andrea Lagrein




Venticinque metri quadrati di appartamento, ultimo piano senza ascensore, scale strette e scivolose, vecchio stabile dall'intonaco scrostato.
Il soppalco in legno dove è adagiato il materasso matrimoniale sovrasta il divano su cui ora lei è comodamente seduta, mentre sfoglia una rivista di non so cosa. Il caffè bolle nel piccolo cucinino a vista, accarezzandomi con il suo aroma di tempi andati.
Sono in piedi davanti alla finestra. Le persiane in legno marcito sono spalancate, lasciando entrare nel monolocale la luce perlacea d'un cielo ancora gonfio di nubi temporalesche.
Mi volto a guardarla. Magliettina, perizoma e null'altro. I suoi lunghi capelli biondi scarmigliati sono per me irresistibili, come irresistibile è la visione delle sue cosce ben tornite lunghe e distese sul divano. Lei sta leggendo e non si accorge del mio sguardo carico di voglie.
Torno a osservare fuori dalla finestra. Davanti a me tetti metallici d'un grigio ardesia, umidi per la pioggia appena scesa. Lucernari e abbaini si aprono un po' ovunque, fra comignoli e antenne televisive. In posti come quelli, magari non troppo lontano da dove ora io mi trovo, gente come Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Apollinaire, Miller o Hemingway hanno scritto i loro capolavori. E la mia anima si impregna di tali atmosfere.
Mi accendo una sigaretta. Un piccione impertinente si posa sul davanzale, strappandomi alle mie fantasie. Lei si muove. Getto uno sguardo furtivo. Solleva le braccia stiracchiandosi. Il suo seno esplode in tutta la sua abbondanza. I capezzoli si induriscono nello sfregare con la maglietta. Non porta il reggiseno. Quindi ritorna alla sua rivista.
Quanto è bella, penso io. E quanto è tremendamente sexy! Ho fatto novecento chilometri sulla mia vecchia e malandata Fiesta per raggiungerla. E li son valsi tutti. Si è laureata da poco in Bocconi, ma subito ha trovato uno stage in un'importante azienda di moda qui a Parigi. Un'occasione, a suo parere. Da cogliere al volo, confermai io. Sicché son rimasto solo a Milano mentre lei è volata fin quassù. Finché non l'ho raggiunta.
Giù in strada il solito via vai multietnico. Gente indaffarata che corre a destra e a manca, incontro al proprio destino. Sulla destra, poco distante, il Pompidou, sulla sinistra rue de Rivoli. Alle spalle lo splendido Marais. Per me che provengo dalla periferia del continente è ancora uno spettacolo sbalorditivo. Cingalesi, senegalesi, thailandesi, danesi, boliviani, francesi, tutti racchiusi in un unico abbraccio, senza differenze, senza discriminazioni.
La sento avvicinarsi. Mi bacia con delicatezza una spalla, accarezzandomi il braccio.
- Vado a farmi una doccia.
le sue uniche parole. E si dirige verso il piccolo bagno adiacente la porta d'ingresso. La guardo allontanarsi. L'ondeggiare del suo culo ancora mi emoziona, nonostante siano passati mesi di assidua frequentazione. Non so cosa farci, ma sono un romantico!
Dall'altra parte della strada si apre un piccolo negozietto di musica. Una bandiera giamaicana fa bella mostra di se sulla soglia d'ingresso. Bob Marley ne è la ovvia colonna sonora che ci tiene compagnia tutto il giorno, da mattina a sera. E la cosa non mi dispiace affatto! Due vecchie battone, grasse e stazzonate, fan da sentinella all'inizio della via, residui dei tempi andati dalla clientela affezionata. Una coppia di gay si bacia spudoratamente davanti a tutti, nell'indifferenza generale, nè più nè meno come fosse un bacio fra un ragazzo e una ragazza. L'odore speziato di cibo indiano dona un ultimo tocco di colore allo squarcio parigino che ho davanti agli occhi.
Lei esce dal bagno, con indosso il solo accappatoio. Torna a sedersi sul divano e mi guarda sorridente. Le pieghe della spugna son lasche e un seno morbido e generoso ne fuoriesce per metà. Non so resistere. Mi avvicino e mi siedo per terra, ai suoi piedi, accarezzandole una gamba e imbevendomi di tutta la sua bellezza. Ne farei poesia di questo istante, se solo fossi capace. Lo catturerei in un dipinto, se ne avessi l'arte. Ma non so far nè l'uno nè l'altro. Pertanto faccio l'unica cosa di cui sono capace. Bacio delicatamente, centimetro dopo centimetro, la sua morbida pelle.
Questa mattina mi sono svegliato con il dolce profumo di baguette appena sfornata. Sono state le sue labbra a destarmi dal sonno. Mentre ancora dormivo lei è scesa in strada nel panificio sotto casa e come regalo di benvenuto mi ha fatto trovare pain au chocolat. Poi abbiamo fatto l'amore prima ancora di fare colazione insieme. Ancora adesso l'aroma di baguette profuma tutto l'appartamento.
Il tardo pomeriggio ci coglie così, in questo piccolo appartamento, l'uno ai piedi dell'altra. Il vociare e gli schiamazzi della strada fan da colonna sonora ai nostri muti sguardi. Le scosto l'accappatoio. Lascio scivolare il viso fra le sue cosce. Febbrile inizio a baciare, succhiare, leccare fra i suoi ansimi e gemiti di appagamento.
Nel frattempo il sole squarcia la coltre di nubi. E i raggi tornano a indorare nuovamente i tetti spioventi di rue St. Martin.

MEMORIA di Fiona Miller




Ricordare e ricomprendere le persone. Ricordare e ricollocarsi in uno spazio diverso. Ricordare e rimodellare gli eventi. Ricordare e ritrovare significati imprevisti.
Ricordare e reinventare un finale...casomai diverso e con una motivazione valida, anche perchè poi alla fine le risposte già si conoscono, così come il finale...
Nel frattempo, ricordarsi di vivere...

INFINITO di Andrea Rossi




Ho finito di prendermi in giro
guardare il fondo dei tuoi occhi
le fredde illusioni
che sai vendermi a buon prezzo
i quadri al soffitto
la mia penna che non sa più scrivere
i pensieri che si arrendono facilmente
alle prime gocce di pioggia
le montagne di ogni giorno
puntualmente da scalare
solo puntini
che corrono felici
strane idee
orgasmi perduti
mai raggiunti davvero
inseguendo un sogno più grande
un filo
che potesse unire il cielo
il tempo speso a rubare
il vento che ti scompiglia la mente
la velocita' di una piuma
quando ti lascia un brivido
l emozione di leggere
ogni riga fino in fondo
trovare il senso
il cerchio da legare
la giostra su cui salire
tenersi stretti i sogni
dopo una sconfitta
il retrogusto della mia birra
guardando le tue gambe
da perderci le mani
e l ultimo dei desideri
mentre la vita impazza
tra le note di un temporale
momento bellissimo per spostarti i capelli
sentirsi addosso il bisogno di ricominciare
la voglia di togliersi i sassi
aprire porte che mi portano lontano
mi tengono in piedi
spostando i miei orizzonti
fino all infinito.

IL MIO ERRORE di Marco Belsette




Ho solo rabbia negli occhi, e odio,
per l'ambiguità del fato
che nell'assenza dona lenta e amara morte
negandomi il tuo bel canto che parla.
Il silenzio illumina i giorni d'oblio
e tinge d'opaco il mio pianto,
mi siedo sul bordo d'un pozzo
colmo di fango e nero castigo,
si perde lo sguardo mentre getto sassi
e tutti i miei sogni sul fondo.
Niente resta nel cuore che sanguina e soffre
calpestato dall'eco dei colpi d'un male
che conficca i suoi chiodi
nell'io più profondo in un fare incessante.
Nella mente si disegnano i vuoti
dai familiari contorni,
è un profilo che sfuma, il tuo,
ora vegeto nella mia triste condanna,
ho tolto le scarpe e legato ai piedi un masso,
voglio camminare nella vita col mio dolore
per poter espiare ad ogni passo il mio errore.

venerdì 28 marzo 2014

FOLLE FOLLIA di Asianne Merisi




Spogliami da questa follia e chiamami pure
" folle"
Sfrutta la mia incoscienza,
approfitta di questa irragionevole ragione e...
Insegnami a sfiorarti il cuore
con una carezza
non voglio essere "folle" ,senza prendere un po della tua
M'afferri...l'anima invadi
col calore della tua virilità
Volevo parlare di te
per farti uscire dalla pelle,ma tu sei dentro come il sangue.
Voglio fare l'amore con te non col corpo,con la mente
Voglio insinuarmi nel tuo io
costringerti a pensarmi nei momenti più improbabili
Voglio irrompere nei tuoi pensieri perché tu dica che mi appartieni
Mi sento scogliera fra le braccia tue...
Tienimi dentro più a lungo che puoi
Resisti, graffiami se vuoi baciami, mordimi, amami, gridami
e poi sii folle.... folle da rimanerci ancora
..oltre .

TRATTIENIMI di Giuseppe Balsamo




Le mie mani lentamente serrano la cintura in vita, non ho ancora indossato la maglietta, ti osservo. Stesa sul letto, le gambe leggermente inclinate, mi colpiscono le tue unghie perfettamente tagliate. Non sono colorate, una goccia brilla al riflesso di sole che si infila tra le persiane. I tuoi seni, frutti maturi e succosi, sono ancora gonfi torniti da corbezzoli appetitosi. Con la mano comprimi voluttuosamente il tuo scrigno, trattieni così il piacere appena provato.
Il mio bacio di addio ti dona un’ ultima scossa, la schiena si inarca languida al tocco del mio dito sulla pelle del braccio.

IL SENTIERO PROVVISORIO di Sereno Notturno




Ognuno deve necessariamente capire
ciò che assorbe dall'altro.
Ciò che s'insinua nell'altrui istinto
tutto quello che vive nella complicità.
Captare se i colori sono quelli dell'arcobaleno
dopo un temporale estivo.
Oppure disegnati
dai colori del nuovo giorno.
Nulla penso e se lo faccio
sembra sempre io abbia qualcosa.
Sono solo pensieri del giorno
quelli che rendono veloce l'attimo.
Sciacquati con una birra media
ad un tavolo del pub.
Sono quei fottuti pensieri
che scavalcano ogni cosa trovano.
In quel percorso misto
fatto di escursioni dell'anima.
Rimangono pensieri
che lasciano spazio all'azione.

COLORI di Andrea Rossi




Ci sono colori che non vediamo piu'
meraviglie che non ci rendono folli
illusi ormai dalla nebbia
che portiamo sempre in tasca
un giornale del secolo scorso
i vestiti strappati del giorno prima
le mani ghiacciate senza smalto
senza lustrini
aspettando un treno
che ci porti nel buio
senza biglietto
fermata dopo fermata
come un illusione
un piatto freddo da mangiare di fretta
seduto in un angolo di paradiso
grigio di cartapesta
c e' una bellezza che non sentiamo
quando la sera si tinge di blu
la notte ci porta il conto
fredda e immobile
come una vecchia puttana
che conosce i segreti
di un vino d annata
i sorrisi persi per strada
le suole ormai al traguardo
dei nostri viaggi immaginari
quei profumi che ti entrano in testa
confusi in mezzo alla gente
impegnata a guardare previsioni
vecchi arcobaleni sbiaditi
privi di occhi
oramai poveri
che non sanno godere.

SPARRING PARTNER di Andrea Lagrein




Sfoglio un vecchio album di fotografie. Le sue. Le nostre. Il mio bilocale in affitto è vuoto, troppo vuoto. E silenzioso, troppo silenzioso. E' ormai più di un anno che se n'è andata. Dieci anni cancellati dalle troppe incomprensioni, dai troppi errori. I miei!
“E' un macaco senza storia, dice lei di lui, che gli manca la memoria In fondo ai guanti bui.”
Invece la memoria ce l'ho eccome, vivida, lucida, come se il passato non fosse mai passato, e i dieci anni continuassero ancora a correre nei nostri abbracci. Osservo il suo volto sorridente, in quella foto stampata in bianco e nero scattata a Montmartre. Gesù, sento ancora il suo profumo.
Mi accendo una sigaretta. Chiudo gli occhi. L'ho amata? Da morire. E in fondo la amo tutt'ora, dopo che tutto è finito, dopo che anche un tribunale ha emesso la sua sentenza. Guardo nel fondo dei miei guantoni. La vera domanda non è se l'ho amata, ma se ho combattuto per difendere il nostro amore. Sospiro. Questa è la risposta più difficile da dare!
“Ma il suo sguardo è una veranda, tempo al tempo e lo vedrai, che si addentra nella giungla, no, non incontrarlo mai.”
Già! Il mio sguardo è una veranda. Una veranda con vista su ciò che fu. La sua pelle, morbida e vellutata, la sento ancora al tatto delle mie dita. Non ho mai desiderato così tanto una donna nella mia vita. Sogno ancora a occhi aperti di sprofondare fra il suo seno superbo. E la foto che ora sto osservando non mi aiuta certo a dimenticarlo! Lei, in costume da bagno, quell'estate in Sicilia, in posa mentre si appoggia alla roccia di una falesia.
Mi sono addentrato nella giungla dei miei tormenti, dei miei patimenti, delle mie delusioni. Tutto per cercare di dimenticarla. Son sprofondato fra fiche, cosce e tette di innumerevoli comparse. Ma nulla ha potuto pareggiare il calore del suo corpo.
“Ho guardato in fondo al gioco, tutto qui? ma - sai - sono un vecchio sparring partner.”
Come era bella, quel giorno. Raggiante, splendente, infinitamente unica, nel suo vestito bianco mentre scendeva le scale per raggiungermi all'altare. Io la osservavo ammaliato, ammirato, adorante.
Mi scolo d'un fiato una birra. Forse è stato proprio questo il problema. La mia adorazione! Uomo passivo inginocchiato davanti all'altare della sua superba sensualità. Uno sparring partner, una controfigura, vuota suppellettile priva di iniziativa.
“E non ho visto mai una calma più tigrata, più segreta di così, prendi il primo pulmann, via, tutto il resto è già poesia.”
Mi alzo e mi affaccio alla finestra. La notte rende tutto più chiaro grazie alla sua quiete surreale. E le fantasie più segrete prendono forma dai miei incubi nascosti. Mi porto la mano all'inguine. Già! Non posso farci nulla. La sogno, la sogno ancora. La sua vulva così profumata, così umida, così aperta e dischiusa al tocco delle mie labbra e della mia lingua. La penso, mi tocco e subito mi divien duro, nonostante sia passato un anno, nonostante mi abbia detto addio.
Ma in fondo la desidero ancora e forse ancor più di prima. Gia la rimpiangevo appena salito in auto lasciandomela alle spalle! E questa sera la voglia è ancora più forte. Voglia dei suoi occhi, voglia dei suoi sorrisi, voglia dei suoi ansimi, voglia dei suoi baci!
“Avrà più di quarant'anni e certi applausi ormai son dovuti per amore, non incontrarlo mai.”
In notti come queste la malinconia, la nostalgia, porta a ripensare al proprio passato, a tirare le somme. E a piangere per lei! Chiara, cosce di una notte mai più riviste, uscendo dal mio letto ancora caldo di orgasmo, me lo aveva detto. L'aveva intuito. Scopare per dimenticare non è una gran cosa, anche se al momento sembra tutto perfetto! Ma io non le diedi ascolto. E cercai nelle fiche altrui una soluzione per la perdita della sua, l'unica che in fondo mi abbia mai veramente emozionato.
Conobbi donne che si concessero per speranza, per follia, per compatimento, per ubriachezza. Pagai, perfino, per un'ora di oblio. Più e più volte! Ma nessuna, nessuna, mai come lei.
“Stava li nel suo sorriso a guardar passare i tram, vecchia pista da elefanti stesa sopra al macadam.”
Un'auto passa lentamente sul selciato della strada. Sorrido mestamente agli scherzi del destino. Dall'abitacolo, fugace esecuzione, sento la voce di Paolo Conte. E' un attimo, ma tanto basta a farmi sentire come lo sparring partner della sua canzone.
Solo, nel mio bilocale silenzioso, a sognare ancora le sue calde labbra scivolare lungo il mio sesso, come quei primi giorni a Parigi nell'appartamentino di rue St Martin.
Solo, nel mio bilocale silenzioso, mentre ancora ho addosso l'odore dell'ultima puttana di turno, vuoto miraggio di un oblio inconsistente.
Solo, nel mio bilocale silenzioso, pensando a come sarebbe stato averla ancora una volta al mio fianco.
Solo, nel mio bilocale silenzioso, a richiedere alla sorte la concessione di un'ultima ora di passione con lei, per poi morire soddisfatto.
Ma son solo, solo con il mio sorriso, le mie sigarette, le mie birre e un album di fotografie carico di ricordi!

ATTESE... di Alice Stregatta




Quella voglia di essere presa, usata.
La voglia di guardarti dal basso, ai tuoi piedi. Tu, svettante, invadi la mia mente, domini il mio corpo. Che risponde al tuo minimo richiamo.
Mi piego ad un tuo comando, scateni passione con un gesto. Una tua parola mi conduce al limite del desiderio.
E quando mi prendi... Oh, quando mi prendi. Mio amore, mio Padrone, mio Tutto...
Quando mi prendi conosco l'estasi del sensi. Non vorrei vivere in altro modo che così: in attesa del tuo volere.
Pronta a soddisfarti.
Golosa di te.
Il mio appagamento è nel servirti,
Mio Signore.

mercoledì 26 marzo 2014

IO SONO DENTRO. di Medusa Riggio




Io, spavaldo, sfrontato, sfacciato alla vita, che quando
mi desto sorrido a Morfeo che non mi ha consegnato ad Ade.
Io che ho sempre professato che il verbo Amare
non è altro che un urlo dopo aver ingerito file.
Io che della parola Sentimento la scindo in
Senti-Mento e le racconto una favola.
Io che del mio Cuore ne elogio battiti e pulsazioni,
che in fondo, ma molto in fondo, fin dentro la patta
dei miei pantaloni, dando sollazzo e tripudio, e
come tale lo definisco solo un organo vitale privo
di ogni Emozione.
Già l'Emozione, che a volerla dir tutta, è una parola
da leggere tra "le righe", Emo-Sangue, coniugata con
Zione ovvero A-Zione, nient'altro che un'azione
del sangue quindi, e come tale dovrei sentirla fin dentro,
ma vi par possibile?
Si, lo so, sorridono di me, lo fan tutti, lo so, li sento,
anche se lo fanno tra di loro, nei loro salotti, tra lustrini
e pizzi... ridono di me, che mi aggiro tra di voi, ingannandovi
con le mie parole, con le mie carezze, i miei sorrisi beffardi,
i miei sospiri e i miei gemiti.
Io che non riesco a guardarmi allo specchio, Io che vorrei
ma non posso, poiché prigioniero della Tua Mente.
Si, sono dentro, nella tua Mente Folle e disperata, bramosa
oltre ogni misura, una cantilena infinita, il mio nome sopra
ogni altro pensiero, il mio nome, sussurro e carezza che
scivola da labbra umide passando su seni gonfi e capezzoli
dolenti, per ventri tremuli fin dentro cosce calde e chiuse...
Il mio nome... Eros, per servirla.

SOLITUDINI di Fiona Miller




Ciò che osservo sono quasi sempre solitudini.
Solitudini che si consumano in altre cento solitudini o che mangiano altre solitudini per rimanere, alla fine, ancora solitudini.
Solitudini che si rincorrono senza mai raggiungersi, che mendicano se stesse. Solitudini che sanno cosa hanno dentro il cuore ma non riescono a soffiarci sopra per
infiammarlo e attendono che qualche solitudine ci soffi sopra per loro.
Solitudini che vorrebbero fuggire, incontrarsi, prendere un caffè, in fondo due chiacchiere, una favola, vorrei e non vorrei, scoprire qualcosa, con altre solitudini...
E in tutta questa solitudine...non riesco a trovare uno spazio per restare sola...

SOMEWHERE, OVER THE RAINBOW… di Franz Za




E’ faticoso attraversare la strada dei colori. Ma tocca farlo, tocca a tutti. All’inizio è solo in salita ma io sono giovane e forte e il rosso mi acchiappa, mi tocca, mi strappa, mi sporca, mi cambia, mi penetra, mi uccide. Il cammino prosegue e arriva l’arancione, che è più rassicurante. E’ nettare saporito, è una crostata di albicocche, è il colore preferito da mio figlio. L’arancione sa di buono, sa di casa mia. Sono quasi arrivata in cima quando improvviso arriva il giallo che mi schiaffeggia e mi abbaglia proprio quando meno me lo aspetto, perché lui è fatto così, quando arriva arriva e se non ha voglia di restare in un attimo se ne va. E mi lascia lì, al buio, da sola. Ma io non mi faccio prendere dal panico, devo camminare, correre nel verde, perché lui è sempre disponibile con me. Con lui torna la voglia di fare, di realizzare, di creare. Devo reagire. In fondo sono solo colori che vanno e vengono. Che spesso mi agitano. Affollano i miei pensieri. E mi viene caldo. E allora io mi tuffo nel blu per rinfrescare la mente, per tornare a sognare. Anche se io intanto non sono più una ragazzina. Ma i sogni non hanno età, neanche quando sono alla fine del percorso e l’indaco mi immalinconisce. Perché la malinconia ci vuole, perché per me è il ricordo di una vita vissuta. Aiuta ad apprezzare gli attimi speciali e mi prepara al viola che mi accompagnerà alla fine della strada. Cosa troverò? Non mi importa. Il viaggio è stato talmente bello…

POLVERE DI CRETA di Francesca Delli Colli




Parole secche sono entrate in me
come una tempesta cupa e violenta
dalla quale non sono riuscita a ripararmi
trascinandomi via, violando la mia resistenza.
Parole che hanno aperto uno squarcio di sereno
Nella turbolenza che ha scosso la mia anima.
Inquieta.
Plasmata come una creta vergine,
le Tue mani hanno saputo darmi una forma,
prima astratta , poi sempre piu’ definita.
Hai soffiato in me la vita diventando
un’orpello al quale hai dato
un posto nella tua esistenza,
scrivendo il mio destino.
Ho cercato di imparare a scrivere anche io,
con mano insicura
e la presunzione di poter imprime
qualche segno nella Tua anima.
Ho cercato di leggere cio’ che
percepivo in te.
Parole confuse, parole senza senso,
parole mozzate, parole….
Unico mio scalpello per incidere
Qualcosa in Te, ma penso di
Non essere riuscita neanche a
Scalfire una scheggia in quella pietra
Tenera, bianca, ma ricoperta da metallo fuso,
che e’ la Tua anima.
Quel metallo rovente
Ha ustionato la mia essenza ,
Una impronta profonda ed indelebile
su questa creta ormai essiccata,
priva dell’essenza primordiale,
diventata di nuovo uno dei tanti orpelli,
forse di poco conto,
che ornano il tuo tempo.
Ogni scultore lascia un segno
Nella parte piu’ nascosta della sua opera,
Tu lo hai lasciato in me e contrastera’
Il tempo che passa ed ogni mano
Che cerchera’ di continuare la Tua opera,
ma invano.
Sono solo una Tua creazione,
la prima “prova d’autore”
creata in me, ma mai terminata.

PERDERMI di Andrea Rossi




Mi capita spesso di perdermi
prendere strade a caso
cose a caso
pallonate nelle palle
allontanarmi da pensieri pensanti
infilarmi in devianti labirinti
senza bagagli
gomme da masticare
curve pericolose
prospettive impossibili
bugie che non reggono più
ingranaggi perfetti
che si staccano a pezzi
stupide conchiglie raccolte per strada
a farmi compagnia
polvere di stelle che mi rimane addosso
come un complimento usato
la voglia di perdermi
trovarmi di fronte
alla bellezza di un fiore
sbocciato in un istante di magia
sequenza perfetta di un film che mi sono perso
un tramonto da spezzare il fiato
incartato per un giorno migliore
il pensiero di una emozione
la tortura dei sensi
il coraggio di trovare la via
il raggio di sole
che mi brucera' il viso
mentre tocco il cielo
cambio la rotta
riprendo i miei pezzi
e le mie palle malconcie.

LEI BALLA AL RITMO DEI BAUSTELLE di Andrea Lagrein




Il suo culo, tondo, sodo, perfetto, si dimena davanti ai miei occhi nel silenzio di una melodia immaginaria.
Lara sta canticchiando un motivetto di cui ignoro totalmente l'esistenza. Sarà sicuramente una hit del momento, preclusa a noi vecchie cariatidi dei tempi andati.
E' in canotta e tanga. E null'altro! Sorseggia una bottiglia di Heineken mentre i lunghi capelli castani le accarezzano le spalle al ritmo del suo sinuoso balletto. Il suo fisico da giovane ninfa ventiduenne fa già fremere i miei istinti da vecchio porco. Cristo, adesso mi alzo dalla poltrona e me la chiavo seduta stante!
- Bella zio, non fare il matusa! Perché non metti su un po di buona musica, eh? Chessò, Lady Gaga, Avicii o gli Imagine Dragon? Così ballo per te e, ti garantisco, te lo faccio diventare duro all'istante!-.
Sogghigno a questa sua spacconeria. Rimango seduto a fissarla e mi apro una birra. - Tesoro, ho trentotto anni. A noi della vecchia guardia, per farlo diventare duro, non servono tutte ste stronzate. Mi basta guardare il tuo culo per farmelo rizzare! E poi non sono tuo zio, ricordatelo. Ma sono quello che fra poco ti scoperà per benino!-. Ma come parlano i giovani del giorno d'oggi? Cristo santo, bella zio! La devo smettere di rimorchiare ventenni arrapate se non voglio fare la figura del vecchio coglione!
E poi Lady Gaga, Avicii, Imagine Dragon sarebbe buona musica? Io che sono cresciuto a pane e Rolling Stones, con Janis Joplin e Jimy Hendrix a far da contorno, dovrei considerare Lady Gaga buona musica? Forse effettivamente sono troppo vecchio per queste nuove generazioni. Dovrei farla finita con il farmi irretire da culi sodi e tette ben scolpite. Ma invece sono qui, seduto sul divano, con l'uccello bello duro e una tremenda voglia di chiavarmela!
Mi alzo e accendo lo stereo. Le offro i Baustelle. Torno a sedermi sul divano. Subito, il ritmo incalzante de Gli spietati, attira Lara in una danza sfrenata. Mi godo la scena del suo culo davanti ai miei occhi. E nel mentre mi sfilo calzoni e slip. Così, tanto per mettere subito le cose in chiaro!
Lei sorride divertita. Evidentemente gli amichetti che frequenta non sono così audaci e sfrontati. Ma questo è il beneficio di avere i capelli grigi!
“Vivere cosi senza pietà, senza chiedersi il perché, come il falco e la rugiada e non dubitare mai. Non avere alcuna proprietà, rinnegare l'anima, come i sassi e i fili d'erba non avere identità.”
Gli spietati, persone senz'anima, che salgono sul treno e non ritornano mai più. Guardo il culo di Lara, le sue cosce perfette, i suoi fianchi da agile ventenne e immagino come sarà scoparla, questa sera, questa notte, per poi non rivederla mai più. Sarò forse diventato anch'io uno spietato senz'anima?
Big Jack sussulta fremente. A lui non frega nulla di questa spiccia filosofia. Lui vuole sprofondare nel delirio carnale che questa tizia tanto promette! Altro che essere spietati o perduti antichi eroi. Altro che guardare in faccia i propri sentimenti o scapparne il più lontano possibile. A Big Jack interessa solo la fica di Lara!
Dunque, diligente, mi adeguo e mi lascio trasportare dalle movenze sinuose del suo corpo. Lei balla e mi guarda. Sorride. Evidentemente la scena la intriga. Si avvicina maliziosa. Si china, sempre continuando nella sua danza. Appoggia le mani sulle mie ginocchia. I capelli scivolano a coprirle il viso. E' un attimo. E poi sento le sue labbra accarezzare delicatamente Big Jack, che di delicato ha davvero ben poco!
Quindi si risolleva. Il suo sguardo è a dir poco peccaminoso. Si volta. Si piega leggermente sulle ginocchia. E il suo culo inizia a danzare unicamente per Big Jack, quasi fosse un guancia a guancia.
Sarò pure un matusa, uno di quelli che ormai faticano a comprendere le nuove generazioni, uno che a Lady Gaga continua a preferire Stevie Ray Vaughan, uno spietato senz'anima preso a calci in culo troppo spesso dalla vita, o forse più probabilmente un vecchio rincoglionito che tenta di fuggire e scomparire fra birre e puttane, ma io una così non me la lascio proprio scappare!
Sicché l'afferro per i fianchi e senza grandi complimenti la faccio sedere su un Big Jack fin troppo pronto. Lei sussulta e geme, dapprima colta di sprovvista, quindi soddisfatta e appagata dalle attenzioni che le sto riservando.
Il brano termina mentre noi iniziamo la nostra nuova danza. Sarò pure un matusa, ma noi della vecchia guardia sappiamo bene come fare!

lunedì 24 marzo 2014

CATENE INCANTATE di Alice Stregatta




Ti scrissi di emozioni e turbamenti.
Sofferenze e patimenti.
Sentimenti.
Di stanche quotidianità e sogni irreali.
Ti scrissi di me, ti chiesi di te.
Ti raccontai di piccole gioie e grandi passi.
Condivisi con te momenti e giornate.
Giorni a pensarti.
Notti a sognarti.
Mi spogliai per te, presentandomi ad anima nuda.
Ed ora? Non posso più rivestirmi.
Ho bruciato le vecchie vesti, ma tu non ne confezionasti di nuove per me.
La corazza ormai sciolta, fusa in catena. Stampo a cera persa, in esclusiva: per Te!
Te ne affidai capo e lucchetto, sigillato, chiuso...gettando la chiave. Consapevolmente.
Vago, legata, senza Padrone.
In attesa di te.

ESTASI-ANTE E POST di Sereno Notturno




Scopro le antiche muse, che mi setacciano di sguardi.
Si accaniscono come prede sul corpo sfiorato.
Ancelle di fragilità estrema, con personalità propria.
Nulla lasciano indietro nel percorso se non il superfluo.
Nettare, emozione, sguardi, li tengono odorosamente stretti.
Sanno benissimo da dove arriva l'essenza.
Ne convengono sia doveroso evitarne l'astinenza.
Così il lungo protendere dei corpi.
Prolunga fallica.
Caronte di piacere e di liquido pensiero.
Si accingono ad abbeverarsi del prelibato succo.

METEREOPATIE AVVERSE di Alice Stregatta




Come un refolo di vento, mi accarezzi.
Caldo come Scirocco, gelido come Vento del Nord. Mi lasci in preda ai brividi, persa nella nebbia, poi torni ad avvolgermi soffiando dolcemente, facendomi perdere l'equilibrio.
Sei grandine e tempesta.
Sole che mi scalda, luna che mi accompagna, stella che mi guida.
Tuono che mi scuote, fulmine che abbaglia.
Scrosci di pioggia che sembrano eterni, improvvisi arcobaleni.
Sei il termometro delle mie giornate, che scorrono ugualmente...
Ma se ci sei tu, son più belle!
Questo sei per me.
Non troppo, mai abbastanza.

domenica 23 marzo 2014

L'INEVITABILE DESTINAZIONE di Marco Belsette




Credevi di aver amato,
m’arriva il tacito pensiero,
io ho creato solchi su terra fertile
ho visto l’oscuro vuoto,
gli alberi senza radici.
Lo sento il mormorio sommesso
nelle tue ansie notturne,
so che vorresti
saziar di me le affamate solitudini,
e sei lì, a imboccare la ragione
che continua a rifiutare il suo pasto.
Senza respiro
ho rivoli di fuoco nelle vene
e la mente sconfina nella rabbia,
verso ciò che separa i nostri mondi,
voglio i tuoi passi
voglio i tuoi gesti
voglio essere tutto ciò che osservi,
fuggi dalle tue penombre
dà inizio al nuovo viaggio,
verso me,
la tua inevitabile destinazione.

ALTER EGO di Allie Walker




Comprimo i due me.
Te e me.
Ottiche distinte
e ai bordi le parole
di atti senza etica.
Io e te.
Sostantivi giocosi si disperdono
e i verbi tremano
alla ricerca di una posizione.
Te e me.
Il regno lessicale evapora frizzante
disperdendo te e me nell’orbita temporale
di un ologramma impazzito.
Autonomi e complementari.
Io e te.
All’interno della curva
di una stessa esistenza,
viviamo lì…
io e te, te e me…
alla deriva,
in un oceano di controsensi.
E sconfiniamo nell’iperspazio,
in autostrade elettroniche,
fluidi come selfies autoreplicanti.
Balliamo nei frattali del sé,
tra i capogiri di cerchi infiniti.
in cerca di un’abitazione
che non abbia eccessi,
ma un confortevole
e autentico ciclo di vita.
Io e te. Te e me.
Brucia il riflesso
-di te e me-
in uno specchio
che non ci rende giustizia.
Paralizzati,
rimaniamo a guardarci evaporare
in un teatro che non è esistenza,
ma solo l’ennesimo ritratto di te e me
che il mondo non vuol vedere
e io -te- devo contenere,
(dedicata a tutti quelli che hanno una doppia anima, a tutti quelli che ogni giorno devono nasconderne una per la paura di essere additati, a tutti quelli che fanno fatica a contenerne una... dalla serie "Piango per un mondo vuoto")

VENTO di Sereno Notturno




Soffia sempre quel vento
Non desta dispiaceri.
Non lascia percuotere
Gli animi fragili.
Ne fa vigore per l'essenza
e ne corrobora l'animo.
Si vive d'amore
Anche di fottuta speranza.

IMMAGINO di Alice Stregatta




Le tue mani, il tuo tocco deciso.
I gesti di possesso.
Le tue dita che s'insinuano nella mia carne. La figa pronta ad accoglierle.
Bagnata di te.
Il tuo cazzo che si fa strada, prepotente.
A letto non voglio dolcezza, ma furia.
Voglio che tu mi prenda all'improvviso.
Desidero gemere sorpresa, ansimare soddisfatta.
E non esserne mai sazia. Di te, di lui.
Accoglierti e tenerti dentro, anche dopo l'amplesso. Impiastricciata del tuo sperma, col tuo odore addosso.
Latrare il tuo nome, mentre tu sibili il mio.
Cagna.

ASPETTARSI di Andrea Rossi




Ci si aspetta sempre
qualcosa
qualcuno
che ci porti via un po di calma
di tranquilla euforia
che vola nella aria
mentre aspettiamo sereni
che inizi la burrasca
l uragano che ci porti via
un altro giorno
di ordinaria follia
ci porti un onda anomala
una passione senza freni
da sbatterci contro
mentre proviamo a rialzarci
da quello che ci consuma
dalla voglia di non morire
di bere fino in fondo
tutta l essenza di questo cielo
che non smette mai di stupirci
di regalarci un sogno
un eroe da salvare
un profumo da cogliere
in questo pensiero
che ci frulla dentro
come un aeroplano che vola basso
buttando sorrisi dal finestrino
in questo piacere immenso
di due occhi da sognare
dietro una luna
messa così a caso
da un vecchio pazzo
che incontri tutti i giorni
tra i tuoi passi lenti
correndo tra le dune
tra le tasche
di questa follia.

DECISIONE di Sereno Notturno




"Ci sono percorsi che non riuscirai mai a capire, fino a quando in mezzo al mare scopri di non saper nuotare."
Questa è una mia frase che quando ho deciso di aprire questa pagina l'ho scelta, come esempio, per i pensieri gli scritti e le riflessioni.
Sono del parere che nella vita di tutti ci si trova davanti ad ostacoli più o meno grandi, se non di fronte a diversi ostacoli nello stesso momento, a quel punto scatta la delusione, poi viene il periodo della riflessione lunga, della consapevolezza ed infine dell'azione.
Scopri di non saper nuotare, l'unico modo per salvarti è fingerti morto e rimanere con la schiena in basso rilassato a pensare.
Muovi le braccia per spostarti, in quel momento trovi la forza della reazione e la consapevolezza che di fronte esiste un mondo da scoprire, certo diverso da ciò che hai passato, ma sicuramente fatto per chi ha emozioni da vivere.
Auguro a tutte le persone che si trovano in mezzo al mare di acquisire una propria consapevolezza di essere persone forti fatte per forti sussulti dell'anima.

SCO(M)PARE di Alice Stregatta




Si osservavano, si giravano intorno, sorridendosi. Labbra e occhi.
Sguardi penetranti, occhiate esplicite, intime.
Sfiorandosi per caso, come in un rituale d'accoppiamento animale.
Toccandosi. Stringendosi.
Una mano a carpire il braccio, per sentire il calore dell'altro... Scintille in sospensione.
Desiderando di strapparsi di dosso vestiti e doveri.
Abbandonando per una notte l'immagine di se, abbozzando scarabocchi carnali, audaci ghirigori, schizzi lussuriosi.
Desiderio di...
Stropicciarsi di baci e di carezze.
Ruvide e sensuali.
Perdersi.
Scopare.
Semplicemente: scopare.
Scopare e poi...
Poi tutto Scompare.

LETTERA DI UNA MOGLIE ALL'AMANTE di Sereno Notturno




“Forse un piccolo pensiero c'è che non mi è chiaro e che mi fa un po' paura. Il fatto di come vivi, perché vivere con una persona se non provi altro che il solo bene?
Si forse ho proprio questo dubbio, di sapere se hai veramente problemi economici. I soldi non mi spaventano, ho imparato tanto a dare il giusto valore al denaro, me lo ha insegnato bene mio marito.
Adesso so che devo contare solo sulle mie forze e non devono essere i soldi a darmi pensieri.
Anche in queste cose, occorre sincerità, ora ti ho detto proprio tutto... se tu pensi che questo sia un problema devi capire se a me ci tieni veramente, perché non sono una donna ricca o anche benestante.
Tu sei la mia passione e per me nell'amore significa tanto, era quella la cosa di cui avevo più bisogno... ti amo”
ps. a volte si è passionali o ci si dimostra tali, perché non si ha una vera alternativa, trovi persone pronte a tutto pur di accasarsi ed eliminare la solitudine.

IL MIO ERRORE di Andrea Rossi




Sei il mio grande errore
la scatola chiusa di cioccolatini fondenti
combinazione segreta di un grande enigma
il viaggio di ogni giorno verso l ignoto
l equilibrio che mi fa inciampare
quando il vento cambia direzione
la corda nel vuoto da percorrere a occhi bendati
ballando al chiaro di luna
tra note stonate di vecchi mulini
piccoli saltimbanchi improvvisati
il pensiero che al mattino mi riporta tra le stelle
tra il rumore del caffe che impregna i miei occhi
il sorriso che nasce con il sole
nelle belle giornate di pioggia
quando il mare mi bussa alla porta
mi ricorda quanta strada mi manca
per arrivarti dietro
spostarti i capelli
e morire piano
di desiderio e passione
mentre la mente vola
il cielo si distende
e tutto il mondo ricompone i suoi pezzi
come un vecchio ciabattino
innamorato del proprio destino
dei suoi sogni a meta'
le sue illusioni mai svanite
come le mie
in bianco e nero
vecchi disegni di quando da piccolo correvo
verso orizzonti sbiaditi
in calzoncini bianchi
con la mia scatola di cioccolatini
svuotata.

sabato 22 marzo 2014

VITE di Francesca delli Colli




Con gli occhi pieni di speranze
e con le mani consumate dal nulla,
ho cercato mille vite da poter vivere.
Si sono accavallate l'una all'altra
in preda alle emozioni piu' diverse
ed ai dolori piu' profondi.
Si sono infranti in me con la violenza
delle onde del mare in tempesta,
svaniti poi come l'acqua della risacca
che defluendo lentamente scompare,
dopo aver lambito per pochi istanti
la sabbia arida con la sua schiuma
biancastra ed evanescente.
Un valzer di facce diverse roteava
attorno a quell'attimo di vita passeggero
diventando la teatrante di me stessa.
Non rammento quante vite ho vissuto,
in quanti attimi non miei,
sono caduta dentro vorticosamente
per debolezza.
Quanta debolezza ho ingoiato
per vivere una vita diversa
che pensavo fosse mia...
Quanta forza ho dovuto avere
per voler vivere
quel qualcosa divento poi stretto
come un vestito vecchio ed inadeguato..
Ho attraversato queste vite
con l'inferno tra le mani,
consumandomi tra le fiamme delle illusioni.
Danzano ancora
ridanzose,tremolanti,bollenti
e senza vergogna
attorno ai miei sogni.
La mia anima e' ancora affamata
di una celata identita' che mi appartiene.

IO DONNA di Asianne Merisi





Sono come musica adagiata
Su dolci note.
Mi inebrio di sapori e‘ odori
Mentre la melodia riempie
Lo spazio.
Cullo i desideri, levigo pensieri
E tutto cosi soave che sembra ireale.
Anche il dolce vino 
E di un armonioso sapore,
nel celo batuffoli di nuvole,
Che prendono le forme 
Che i miei occhi Gli danno
E poi con un soffio di vento 
Spariscono
Questo mio appartenermi
Mi premia con questi 
gusti ,suoni,odori.
Che vivo solo quando sono
Sola con me 
E ringenero vita 
E ricarico mente
E purifico cuore
Mi sento donna 
..oltre .

IO CARTA TU INCHIOSTRO di Asianne Merisi




E scrivere senza un foglio, vuole dire registrare vivamente
cosa mi circonda,e diventa parola anche questo rumore
Giorni trascorsi insieme al tempo rubato
che ancor parla di noi scritto e riscritto sul mio corpo
sulla mia pelle
L’amore tra due anime si cerca e si ritrova In un letto
di lenzuola di lino e odor di cannella
In un muto suono di piacere eterno…
e la ballerina sul palcoscenico
cominciò la sua opera di corteggiamento,
mentre lo spettatore si gode il piacere.
Regalami una poesia stanotte,
appoggiandola sui miei seni profumati d'ansia;
Il tuo corpo sarà un mantello su cui mi ruberai l'affanno
di un respiro
io carta tu inchiostro
io ballerina tu spettatore
opera d'arte capolavoro sublime
diamo inizio a questo spettacolo che fine non ha
..oltre

BELLEZZA di Andrea Rossi




Mi manca sempre il senso
della tua bellezza
adesso che ti avvicini piano
ai lineamenti dei miei passi
alle bugie che smetti di dirmi
mentre mi sfiori la mente
lasci il tuo brivido caldo
a farmi compagnia
e scappi
come sempre
senza scarpe
in questo giorno sempre uguale
che non lasci trasparire
ai miei occhi distratti
le parole che tieni strette
per paura di perderle
di farle volare al vento
mentre insegui i tuoi sogni
nel tuo giardino incantato
nel tuo mondo a colori
senza scarpe
senza limiti
con la tua bellezza addosso
che non ti lascia mai
ti regala un altro fiore
un altro giro di giostra
un altro sorriso che ti entra dentro
ancora da scoprire
da provare sulla pelle
impeccabile in abito da sera
bellissima
come sempre
senza scarpe.

INCONTRI di Fiona Miller





Incontriamo ciò che siamo...
L'incontro è condotto dall'essenza, ciò che ci fa essere; l'incontro ci conduce alle persone che, ancora non sappiamo, ci racconteranno, se sapremo leggere, in bianco o in nero, in luce e in ombra, ciò che siamo. Ricerchiamo e ci soffermiamo sulle alchimie che pensiamo ci somiglino...o almeno crediamo inizialmente. E quest'empatie, possono arricchirci , emozionarci o frantumarci...

Robbie Williams and Nicole Kidman - Somethin' Stupid

venerdì 21 marzo 2014

SUSSULTI di Sereno Notturno





Pensar volendo
a quel rapido sfiorar di mani.
Trepidar di artigli 
che hanno come similitudine
solo la parodia di una forte essenza.
Lasciando incolte le caldi vesti
intrise di sacri umori del corpo.

SEDUZIONE di Alice Stregatta




Ti guarderei parlare per ore...
Si, hai capito bene, non ho sbagliato verbo. Quelli, non li sbaglio quasi mai...
Tu non parli solo con le parole.
Lo fai con gli occhi, con quelle rughette d'espressione così sexy, con le mani e le tue dita affusolate.
Con la lingua, i denti.
Con la voce e quella lieve inflessione dialettale.
Parli chinandoti in avanti...
Hai un modo di porti seducente e seduttivo.
Avvolgi con tuo sorriso, coinvolgi... Affascini.
Tu non parli, comunichi.

ATTRAZIONI ATTRATIVE di Alice Stregatta





Si guardano, si scrutano, si osservano... Si girano intorno.
Cercano punti in comune. Affinità, similitudini.
Interesse.
Due normali, sani esseri umani che si piacciono, che non se lo diranno, per convenzione sociale.
Che a breve non avranno più alcun motivo per incontrarsi... 
Due anime che si sfiorano per un istante e proseguono il proprio cammino.
La semplicità delle emozioni... Lasciatele fluire, cazzo.
E, i paletti, metteteveli in c...

DI GIORNO, DI NOTTE...SEMPRE





Ed eravamo ossessione,
di giorno, di notte …sempre,
s’arrese il destino, s’unirono due desideri,
labbra socchiuse all’incanto,
increduli gli occhi, negli occhi dell’altro.
La voglia mia, ch’era immensa,
premeva sulla voglia tua
profumata e densa,
in bilico tra pudore e trasgressione,
noi, nudi artisti dell’eros
a dipingere i ritratti segreti
di recondite fantasie confessate,
a inventarcene altre…
cornice d’amore tra lenzuola vermiglio
avvolti, a bastarci da soli
a nutrirci d’amplessi,
ad assaporare gli umori che piano,
ci invadevano i sensi…
e adesso, noi siamo passione,
di giorno, di notte …sempre.

PORTAMI di Andrea Rossi






Portami con te
nel tuo tempo senza immagini
magari a cena su un piedistallo
e parlarmi del tuo mondo
sbottonato senza cerniere
che imbrigliano la mente
le buone intenzioni
di un vecchio violino
lasciato li a farci compagnia
lascia che sia io
a prendermi cura
delle tue emozioni bagnate
fatti asciugare
i tuoi lunghi capelli
di sabbia dorati
portami nel tuo mare
viola dai mille colori
a bagnarmi i pensieri
balla con me davanti ai miei occhi
respira il profumo
di mille sirene senza incanto
mille pensieri che ti guardano felici
svestita davanti ai miei occhi
il respiro disteso che riprende la corsa
le mani sudate che si lasciano amare
e il sole stasera ancora più bello
per dirti davvero quello che voglio
quello che sento
se mi porti con te
se mi lasci entrare
nelle maniche della tua vita.

mercoledì 19 marzo 2014

LEGGERTI di Andrea Rossi




E' il leggerti dentro che davvero mi manca
il sapere chi sei
cosa nascondi tra i vuoti silenzi
grandi frastuoni che mi provochi dentro
mille parole che passano lente
di due sorrisi mai stanchi di esserci
in bilico
tra il freddo intenso della vita
sogni riposti in un angolo
e questa voglia mai doma
del cerchio perfetto
del mare in tempesta
di occhi da seguire
in un battito
intenso piacere che arriva lontano
lasciando la tua scia
il tuo libro da leggere
le tue parole pronunciate piano
in imbarazzo
come tra due alberi di foglie diverse
schiariti dal sole
cullati dal vento
pronti a diventare immortali
guardarsi negli occhi
e leggersi dentro.

martedì 18 marzo 2014

ANNI NOVANTA di Alice Stregatta




L'inconfondibile suono dello sferragliare del treno mi porta lontano nel tempo e nello spazio.
Sogno di wagon lit e di quel sonno cullato dal dolce rollìo sui binari.
L'andata, l'addormentarsi agitata ed eccitata... Euforica al risveglio.
Sistemarsi alla bell'e meglio... Perchè lui era sul binario. Ad aspettare me...
Gli occhi che gli brillavano, di gioia e desiderio.
E il ritorno? Ero felice e appagata del tempo trascorso insieme.
Leggevo la sua lettera piena di promesse e progetti per la volta successiva.
Perchè ce ne sarebbe sempre stata una.
I cellulari non c'erano... Lettere e telefonate, sogni e sospiri.
Il tempo sospeso come in un sogno.
Il sogno di noi.

COSA SAI di Sereno Notturno




Puoi carpire
capendo.
Sicuramente
non puoi ignorare
intuendo.

A DOMANI di Alice Stregatta




Lui la guardò negli occhi e lei non sentì una sola delle parole che pronunciò.
Vinta dal suo sguardo, si abbandonò e si perse tra le sue fantasticherie.
"Non voglio sapere nessuna delle cose sensate che hai da comunicarmi.
Non m'importa cosa pensi. La tua razionalità mi esaspera.
Voglio gesti bruschi e carezze e passione. Voglio inginocchiarmi ai tuoi piedi per un tempo infinito.
Vivere legata alla tua scrivania e non rivedere più la luce del sole.
Sei tu, il mio sole, la mia luna, le mie stelle.
Voglio te. Voglio te ad ogni condizione..."
Alice, capisci perchè tra noi è impossibile qualsiasi tipo di rapporto?
Rispose meccanicamente: "si, certo, hai ragione!"
A domani...

GUARDARTI di Andrea Rossi




MI piace guardarti
fissando i tuoi lunghi occhi
che accompagnano spesso il mio sguardo
incrociando i miei passi
mentre ti muovi piano
tra sguardi maliziosi
di gente innocua
che non sa reggere il tuo sguardo
freddo e violento come una bufera
quando ti investe di baci
quando guardi il tuo mondo
nel suo imbarazzo totale
davanti ai tuoi occhi
quando guardi la luna
e ti ritrovo nascosta tra i tuoi lunghi capelli
a sognare romantiche illusioni
che porti sempre con te
quando guardi la vita
le emozioni che ti riserva
dietro le tue calze a rete
il tuo morbido inganno
nascosto nel tuo sguardo
che mi lega i pensieri
la mia anima sempre in viaggio
mi prende per mano
per portarmi in fondo alla tua essenza
dove la tua pelle ha un bel sapore
i tuoi sogni in ghiaccio
come un aperitivo all aperto
quando sorridi
mi ritrovo a guardarti
senza parole
senza la mia arma migliore
le mie parole buttate al vento
oltre la mia voglia di perdermi davvero
nei tuoi occhi
dentro di te.