domenica 21 aprile 2013

ISTINTO E PASSIONE di Francesca delli Colli



Le decisioni prese con forza la pungevano come lame taglienti mentre seduta sulla sponda del suo letto, in quella camera dove il solo rumore era quello del silenzio intramezzato da qualche suo singhiozzo che le serrava la gola ancor prima di uscire. Le sue braccia erano strette attorno al suo petto come in un abbraccio inesistente mentre si dondolava come un’automa persa tra i ricordi che le passavano per la mentre arbitrariamente. Scuoteva la testa cercando di dissiparli ma inutilmente. La mancanza era reale, il vuoto era il suo solo amico da quanto lo aveva lasciato, non sapendo neanche il perche’ o forse il suo carattere da puledra selvaggia aveva preso il sopravvento sentendosi costretta in un legame troppo stretto e il suo spirito di liberta’ l’aveva costretta a decidere diversamente da cio’ che “pensava e diceva” il suo cuore.
Stremata si lascio’ cadere tra le lenzuola disfatte di quel letto, teatro di molti incontri, passioni consumate in fretta per la brama di appartenersi oppure lentamente lasciandoli cadere spesso in quell’oblio di eccitazione pura ed amore che li univa.
Gli occhi erano incollati sul soffitto, illuminato dalla luce ad intermittenza di un’insegna pubblicitaria che entrava dalla finestra, e li sopra le immagini di ricordi passati si susseguivano come fotogrammi di una vecchia pellicola. Un sussulto del ventre , una fitta lancinante che muore li dove una volta si schiudeva il suo fiore per lui, le sue mani si intrappolarono tra le cosce nude premendo sul suo sesso tentando di lenire quel piacevole dolore. Ancora lo sentiva sopra di lei, il suo peso che la ricopriva e scaldava, eccitava e bagnava e lei che le offriva ogni volta quel miele che solo lui riusciva scioglierle e che le scioglieva ancora ogni volta che pensava a quei momenti trascorsi con lui.
Gli occhi si socchiusero ed ecco che si ritrovò qualche mese addietro, nel primo dei loro incontri, teatro un ristorante di lusso.
Le labbra si tirano in sorriso amaro non voluto mentre ricorda l’ebbrezza, l’ansia e l’eccitazione che le dava quell’incontro al buio, si al buio perche’ si erano sentiti solo telefonicamente e dopo infiniti scambi ecco la richiesta da parte di lui di incontrarsi, una sorta di titubanza nella sua voce mentre formulava la domanda e poi l’attesa. I secondi per lui sembrarono interminabili fino a che arrivo’ un “si” delicato come un sibilo dall’altra parte del cellulare. Poche indicazioni sul giorno l’ora ed il luogo.
Mentre la sua mente ricordava quella sera, il suo corpo iniziava a rivivere sensazioni reali ed ecco che si ritrovò con il corpo teso scosso da leggeri fremiti mentre apparve un flash in cui lei entrava nel locale sedendosi al tavolo prenotato in precedenza. Gli occhi erano fissi all’entrata, non sapeva chi dovesse aspettarsi, lui non si era presentato nel suo fisico ma le aveva presentato soltanto la sua anima nella quale lei gia’ si era persa.
Unico segno di riconoscimento era un qualcosa di particolare sul viso che lo avrebbe contraddistinto da ogni uomo.
Il suo cuore si fermò come il suo respiro quando un uomo con il volto deturpato le si presentò al tavolo con una rosa rossa baccara’ in mano che le venne porta elegantemente.
Provo’ un senso di repulsione in quella figura ed un pentimento la annieto’ per qualche attimo nell’aver accettato quell’invio. Ma tutto cambio’ nell’arco di una mezzora, dopo un baciamano galante nel quale lei provo’ un brivido non si sa se di piacere o di disgusto, ma il suono di quella voce calda e tranquilla che si iniziava a raccontare la rapi’ senza che se ne accorgesse.
Era li con la mano che le teneva il mento e il gomito puntellato sul piano del tavolo mentre la sua espressione diventava assorta, interessata ed anche eccitata da quella storia.
C’era un qualcosa in lui che la colpiva, non sapeva cosa, forse quella sua deformita’ che lo distingueva oppure la sua educazione e galanteria, ma sta di fatto che lui entro’ dentro la sua mente facendola esplodere in un desiderio inarginabile.
Solo il tavolino li divideva, ogni tanto gli occhi si incontravano nei quali lei provava un pizzico di vergogna, gli incuteva soggezione ma nonostante tutto i suo sensi si iniziavano a muovere in modo contraddittorio.
Si sentiva in balia di lui, spogliata dal suo sguardo senza che l’avesse mai toccata.
Si toccava i capelli in modo nervoso con una mano e con l'altra mano afferro’ il flute pieno di prosecco inumidendo le sue labbra gia' secche. Il suo respiro era strano, a volte era svelto,a volte e' lento mentre lo guardava di sfuggita. Un gesto inaspettato da parte di lui rompe quel limbo in cui era caduta, il suo braccio scivola lentamente sulla tovaglia di fiandra color champagne fino a prenderle il polso.
Si alzo’ dalla sedia facendola scivolare sul pavimento con un rumore stridentemente sordo.
Il volto di lui era impassibile, lei si sentiva come una foglia trascinata dal vento senza una meta ben precisa.
Con una stretta ancor piu’ decisa la tiro’ costringendola ad alzarsi ed a seguirlo.
Lei imbarazzata si guardava attorno con la sensazione che l’attenzione di tutti gli ospiti del ristorante fosse rivolta a loro, a lei che viene trascinata verso la toilette ma quale toilette?
Si fermarono davanti alle due porte che dividono i luoghi per sesso, poi imboccarono quella maschile. Lei fece un po' di resistenza, non volendo, non capendo perche' proprio li dentro. Lui si giro’ con uno sguardo che emanava decisione e dolcezza insieme a quell'input perentorio di seguirlo.
Il bagno era stupendo, marmo alle pareti, mobili in travertino, due lavabi uniti da uno specchio a muro enorme.
Si fermarono davanti ad uno di essi, il pube le tocca il bordo, lui si pose dietro. Le due figure si riflettevano entrambe in quello specchio posto sopra al lavabo, il volto di lui era coperto da quel corpo che stringeva tra le mani il cui viso inizio’ ad assumere mille espressioni, intuendo un qualcosa ancora nn' ben chiaro,ma che assume forma quando le inizio’ a leccare quel punto che si trova esattamente sotto il lobo. Sciolta in quell’umido calore socchiuse gli occhi, piego’ leggermente la testa verso destra offrendogli la propria pelle gia’ elettrizzata.
Provo’ sensazioni strane miste ad eccitazione e ripulsione, non lo conosceva, ma sembra lo conoscesse da sempre.
Si sentiva tesa, nervosa, mentre un qualcosa le si scioglieva dentro Quella lingua, la sua punta iniziò a scorrerle fin dietro la base della nuca a quel punto tiro’ indietro la testa, mostrandogli quelle labbra rosee, gonfie e socchiuse pronte a ricevere un bacio che non arrivo’.
Le sollevo il bordo della gonna, la mano decisa e delicata le inizio’ad accarezzare la coscia coperta da una calza nera che la salvava dal fargli percepire la pelle d'oca sparsa per tutto il corpo
Respirava lentamente mentre lo sguardo di lei era fisso allo specchio. Si vedeva, lo vedeva, era una strana simbiosi.
Il peso del corpo statuo che la pressava le fece quasi perdere l'equilibrio ed istintivamente portò le mani ai lati del lavandino piegando il busto, abbassando la testa cercando di evitare quella scena riflessa.
Aveva voglia di vedere con tutti i sensi meno che con la vista. Quelle mani sul suo corpo erano leggere, quasi a sfiorarla mentre dentro di lei sentiva che la sua decisione diventa sempre piu' forte.
La gonna ora era arrotolata sopra la vita scoprendo quel mondo che le apparteneva del quale ora lui si stava servendo senza permesso.
Le mani scivolarono all'interno cosce che bastarde si allargarono istintivamente, mani che arrivarono fino al ventre oltrepassando il monte di venere glabro appena coperto da un triangolino di seta nero.
Riscendendo si fermarono sull'esile elastico che venne scansato facilmente oltrepassandolo con le dita .La fronte si appoggiò su quel collo delicatamente femminile .Il suo sesso era gia' una confusione di sensazioni, desiderava quelle mani, ma avrebbe anche voluto non la toccassero di piu'.
Il fiato sul collo era caldo per poi diventare gelato quando lui inspirava.
La sua eccitazione le premeva sul sedere, la sua voglia era palese e cresceva sotto la stoffa dei i pantaloni.
Era una situazione irreale, lei li dentro al bagno degli uomini, con l'angoscia che potesse entrare qualcuno e vederli, il suo udito proteso verso la porta con il timore che si potesse aprire da un momento all'altro.
Ma questo terrore le acuiva ancora di piu' l'eccitazione oltre la compagnia di quel bastardo che sembrava conoscere gia’cio’ che le piaceva. Le mani iniziarono a frugare tra le labbra turgide del suo sesso, venero strizzate dai palmi facendole emettere un grido sommesso. Quei giochi l’avevano fatto arrivare la voglia di sentirlo dentro, piena dei suoi desideri, ma la sensazione era che lui si stia soltanto divertendo facendola arrivare al culmine.
I suoi sensi erano arrivati all'apice facendo uscire fuori quell’istinto animale mai conosciuto.
Aveva voglia di scopare, lei lo chiese con un tono quasi piagnucoloso presa da quel turbinio di emozioni, Quel perizoma si sarebbe potuto strizzare per quanto era bagnata, gli umori che iniziano a scendere fino alla base delle cosce inumidendo anche le calze. Ancora non capiva cosa lui avrebbe voluto effettivamente, ma lo avrebbe capito nell'attimo in cui le sgarrò il collant con un gesto rapido.
Ora era li, quasi con la bava alla bocca, mentre si sentiva diventare alla stregua di una troia tra le sue mani.
Con una mano armeggiava sulla patta dei pantaloni facendole assaggiare sulla sua carne nuda quella pelle calda e gia' bagnata. Non c'era bisogno di preliminari, quelli furono in primis mentali preparando i loro corpi e le loro menti.
Quella mano maschile afferrò una ciocca di capelli, obbligandola ad indietreggiare il capo, mentre la sua verga entrava senza alcun complimento affondando in quelle tremule carni, quasi volesse affermare i suo possesso, i suoi muoventi la sovrastarono, la figa le bruciava, le pareti erano tese, ma dopo qualche spinta diventarono morbide come il burro.
Quel silenzio iniziale dentro quel bagno diventò un teatro di gemiti, sospiri e voglie che si esprimevano e placavano senza limiti.
Sembravano due animali infoiati, le loro espressioni persero la naturalezza, modificate da quella eccitazione irrefrenabile che stavano vivendo in quella situazione ancora piu’ adrenalitica.
Lei era quasi all’apice, lui lo sapeva percependo le pareti contrarsi sul suo membro.
Si fermo’ di botto e con gran stupore di lei la lasciandola sbollire da quegli spasmi. L’espressione che si rifletteva nello specchio era di odio verso di lui, il quale stava riprendendo le sue fattezze, per poi mutarle di nuovo iniziando a muoversi velocemente. Portò la sua bocca ad afferrarle la base del collo, scoperto da quella ciocca di capelli che lui ancora tendeva a tirare. I respiri erano convulsi, gemiti di lui aleggiavano veloci nell’aria scandendo il ritmo delle sue spinte, mentre la obbligava a piegarsi ancor di piu’ sul lavandino, e prenderla ancora piu’ profondamente.
Il suo orgasmo rimbombò come un lamento mentre bloccava i suoi movimenti dentro di lei che dopo pochi secondi riuscì a godere eccitata soltanto dal piacere sonoro appena udito.
Questo fu l’inizio di una storia dove l’uno si perse nell’altra per molto tempo, fino a che lei decise di troncare avendo preso coscienza di aver perso la sua identita’ fino a scivolare in un’appartenenza totale in lui ..

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