venerdì 8 febbraio 2013

Boes, Merdules e Ilonzona di Insolito Scrittore


Molte delle tradizioni di quella terra che è la Sardegna si perdono nella notte dei tempi, ponendo radici negli arcaici mondi di vita agro-pastorale. Impossibile conoscerle tutte e forse è stato meglio così. Perché lasciarsi sorprendere dalla vita è una delle cose più affascinanti.

Mi feci trascinare da un'amica nelle vie festanti che profumavano di camini accesi, inconsapevole di ciò a cui andavo incontro. Non conoscevo infatti, assolutamente niente di questa festa, mi spiegarono a somme linee che i Merdules erano i possidenti, i benestanti che tenevano i Boes (Buoi) legati a loro con corde. Rivestiti di pelle di pecora e portatori di bisacce i primi e campanacci i secondi. Anche le maschere si differenziavano. I Boes avevano maschere lignee con lunghe corna. I Merdules invece una tenebrosa maschere anch'essa ricavate dal legno di pero.
Né tanto meno immaginavo che una di queste figure mi si avvicinasse chiedendomi da bere. Brutta, torva, ingobbita, nera. Incuteva paura la sua sola visione. Era l'Ilozona, all'apparenza una vecchia tessitrice con il suo fuso e il filo di lana che minacciava di tagliare a chi non gli offrisse da bere. La vidi avvicinarsi a me, ignorando ancora il suo vero obiettivo. Aveva un odore di alcol addosso che mi spaventava.
Donamì de buffai (Dammi da bere) mi diceva in tono perentorio.
Quella è l'Ilonzona mi disse ridendo la mia amica, fai attenzione....hihihihihi. Ridendo di gusto, con quel fare che mi spingeva quasi ad assecondare quell'invito.
E mentre mi voltavo verso quelle parole pronunciando il fatidico perché? Mi sentii avulso dalla folla e trascinato dentro il corteo. Ero stato rapito! Spinto. Quasi cadevo. Impossibile uscire dalla marea festante in cui ero letteralmente inghiottito.
Gli devi dare da bere urlo la mia amica mentre la perdevo nel vociare della folla festante.
Lo scampanellio ritmico delle varie formazioni mi aveva stordito, rintronato. Quasi ipnotizzato in quel saltare e vociare assordante.
Seguimi fece l'Ilozona offrimi da bere.
Ancora quella richiesta.
La segui senza fare troppe storie seguendo il suo invito stando al clima festoso.
Mi portò poco fuori il paese, dietro una collinetta, offrimi da bere fece quella voce dietro la maschera, cupa, roca.
Non ho niente, dissi io ingenuo immaginavo che volesse che la invitassi a bere in qualche bar, ma li eravamo in aperta campagna.
Voglio bere di te disse levandosi la maschera che celava due occhi scuri, neri come il mirto maturo e lunghi cappelli dello stesso colore. Era una donna! Ohhhhhh.
Tiralo fuori disse lei in tono perentorio, mentre incominciava a liberarsi del folto pellame.
Lo prese in bocca ancora moscio, ma lo fece resuscitare in fretta, ingoiandolo profondamente, aveva dimestichezza. Fino a farmi schizzare dentro la sua vorace bocca. Buono, fece lei ingoiando l'ultimo sorso di me. Torna tra la folla ora, riprese con tono perentorio. Ancora sconvolto per la rapidità dell'accaduto cercai la mia amica con la quale non menzionai del fatto. Ma lei mi conosceva troppo bene e avvertiva che era successo qualcosa di imprevisto. Le hai offerto da bere, vero? SI, la mia risposta evasiva.

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