domenica 17 febbraio 2013

i Padrone (La slave) di Insolito scrittore

Era da tanto tempo che desideravo incontrarne una - una “slave” intendo - a dire il vero fino a qualche mese fa non ne conoscevo neanche l'esistenza.
Non che ne cercassi una, volevo solo addentrarmi nel loro mondo in punta di piedi, ma forse troppo coinvolto in altre storie avevo quasi rimandato a cercare esperienze del genere.
E' un mondo strano, ricco di sfaccettature e a suo modo intrigante.
Avevo ripromesso a me stesso di informarmi meglio, guardare attentamente fotografie, studiare comportamenti, sguardi, prima di avventurarmi in quell'universo. Avevo captato tantissime di indiscrezioni sul loro conto - tutte da prendere con il dovuto rispetto - come se fosse una moda che era passata sotto i miei occhi senza accorgermene. Non guardavo o facevo finta di non guardare allora. Supremazia di un sesso sull'altro, dominio, io che avevo vissuto fino a quel momento cercando equilibrio tra i sessi. Ma dov'era il rispetto se uno domina l'altro, dov'è l'eguaglianza?
Non avevo ancora capito niente. Avevo visto solo la punta di un iceberg.
Dovevo viverlo quel mondo, non starlo a guardare.
Incominciò tutto per scherzo, lei era un amica della mia ex, appassionata di immersioni subacquee. L'avevo incontrata quasi per caso qualche mese or sono. Mi colpì la sua nuova verve e ogni tanto, avendo amici in comune mi capitò di rincontrarla e scambiarci quattro chiacchiere. Era una donna separata, stava affrontando questa nuova fase della sua vita come una seconda giovinezza. Non rinunciava più a niente che le desse piacere, anche scoparsi qualcuno se ne avesse avuto voglia. E questa sua coerenza mi piaceva. Non che ci avessi provato, ma la stimavo perché non era falsa. Forse la relazione con il marito l'aveva nascosta e sottomessa – ecco nuovamente quella brutta parola che nella storia assume tutto un altro significato – relegandola a lungo in ruolo non suo che la costringeva a tenere dentro di se molte delle cose che ora affioravano (e io la capivo benissimo quando un rapporto non funziona sembra di essere imprigionati).
Chiesi di lei e mi dissero che era una “slave”. 
- Una cosa? Chiesi nuovamente. 
- Una donna a cui piace essere dominata. Mi risposero quasi ad etichettarla come appestata o peggio ancora della troia.
Ecco fu così che seppi della loro esistenza.
Mantenni sempre buoni rapporti con lei anche dopo che seppi di quel suo lato che mi incuriosiva. Vedevo in lei una donna che stava in quel frangente prendendo coscienza di se stessa. E delle necessità che affioravano.
Già, affioravano, come le era capitato quel giorno che mi chiese di accompagnarla nello splendido mare di cui sono orgoglioso. Eravamo sul tender della barca di alcuni amici, ci eravamo allontanati verso una scogliera che prometteva un incantevole paesaggio sottomarino. La vidi riemergere dall'acqua, maschera sul viso, ben aderente, tale da lasciarle dei segni bianchi sulle gote umide. Capelli raccolti in una coda, che saliva in alto a mo di Jenny....ricordate strega per amore. La prendevo in giro...era il nomignolo che le avevo dato “Jenny”. E lei ribatteva si padrone. E poi, era riemersa senza parte di sopra del costume. Inutile negarlo ci buttai l'occhio, è una parte anatomica che a me piace. Nonostante gli anni era ancora bello a vedersi. Poi l'effetto bagnato lo rendeva ancor più bello.
- Che fai mi guardi lì? Disse cercando di cogliermi in contropiede.
- Certo! Replicai fingendo indifferenza. Dove hai messo la parte di su? Continuai.
- Mi dava fastidio e lo tolta
- Mh, Mugugnai.
- Ti piace stare sotto vero?
- Si - rispose - non puoi capire quanto.
La guardai un istante, mi sembro parlasse d'altro.
- Ti posso chiedere una cosa riservata? Feci deciso.
- Prova? Rispose lei abbassando gli occhi.
- Poco fa mi sembrava ti riferissi a qualcos'altro non al mondo sottomarino....giusto?
- Si!
- Si cosa...?
- Si padr... No scusa. Si mi riferivo ad altro.
- Aveva il capo chino, ma l'aspetto fiero.
- Tu sai...chi sono o cosa sono? Chiese lei
- Si. Lo so da un po'. Da quando ho visto questo tuo cambiamento.
- Lo immaginavo, e mi piace che tu non mi abbia giudicata, so che tu non sei un vero padrone, anzi non sai ancora di esserlo, mi piacerebbe comunque servirti, disse avvicinandosi a me, se tu me lo concedi naturalmente. Sarebbe un onore per me soddisfare i tuoi desideri, in particolare quelli sessuali.
- Dovrei essere io a chiederti di cosa necessito.
- Si vero, disse lei chiedi e io eseguirò.
Posai una mano sulla guancia e la lasciai scivolare sulla spalla, premetti un istante e lei si inchino su di me. Seguendo il ritmo delle onde che sospingevano il tender. Lo guardò, tutto stropicciato ancora dentro il costume. Infilò una mano dentro e lo tirò fuori, poi guardò me, mi vide contento e incominciò a leccarlo tutto, fino a fargli raggiungere una giusta consistenza. Incominciò a roteare la lingua intorno alla cappella. Ci sapeva fare, anche con la bocca, la mia Jenny.
- Padrone vado bene?
- Continua....dissi eccitato.
Vidi il suo compiacimento quando lei scorse la pulsazione arrivare e si lasciò schiaffeggiare da quell'ondata calda.
- Il padrone mi ha fatto contenta.
- Vieni qua Jenny sdraiati al mio fianco....
- SI PADRONE 

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