Non passano mai quelle ore del turno di notte.
Accolgo i personaggi più strambi.
Sembra che lo facciano apposta ad uscir in quelle ore, dalle 22,00 alle 06,00.
Il più delle volte sono taciturni, altre volte ti vomitano addosso la loro giornata per niente invidiabile. Altre volte li osservi e sai già che ti renderanno partecipi di qualcosa di magico. Mi presento sono Parigi 1.
L’avevo appena caricata. Direzione aeroporto.
Una cosa che deve contraddistinguere un buon tassista è il colpo d’occhio. Devi capire se il cliente ti pagherà. Aveva l’aria da vamp, insomma una di quelle che se la tirano un po'. Cerco di farci qualche chicchera il tragitto non è molto lungo 20 minuti al massimo e siamo arrivati, così la prima domanda che le faccio è se sia trovata bene.
- Certo non ho fatto altro che scopare,
Alzai gli occhi sul retrovisore, sembrava seria.
Allargò il sorriso. «Ho la tua attenzione ora vedo. Non mi hai riconosciuto?»
- No, non mi sembra, ribattei,
- Anna. Anna la Mongia (la suora traduzione letterale), come mi avevate chiamato a scuola, davvero non ti ricordi?
- Anna Silvestri. Si ora ricordo. Ma sul …
- Lascia perdere, quel nome è un depistaggio
- Depistaggio?
- Sono in incognito
- Incognito?
- Ohhhhh, mi sembra che tu sei rimasto il solito rincoglionito. Sono qui per una storia…mmm, capito?
- Sei sposata?
- Oh ecco, vedi che se ti ci impegni ci arrivi.
- Hai capito La mongia
- Non chiamarmi così daiiii.
- Ok
- Chi è lo conosco?
- Conosci entrambi….
- Come conosco entrambi.
Mi piaceva quel gioco, mi metteva curiosità e la mente si accendeva come un flipper che rimanda la pallina sui segna punti aumentando lo score.
- Mio marito è stato il nostro professore di scienze.
Vidi la mia mascella abbassarsi, e balbettante dissi e «come?»
- Incominciò a scoparmi a scuola, quando ancora ero sua alunna, fu lui a farmi diventare donna nel bagno dei professori.
- Ma cazzo ora avrà…
- Si ora è in pensione, ha avuto un ictus.
- Oh poverino, mi sentii una stretta al cuore.
- Però a quei tempi la pompa funzionava eccome.
- Un po’ mi ci avete spinto voi sulle sue braccia, con la storia della suora.
Volevo farlo, ma voi eravate tutti così immaturi, non volevo che si sapesse, e lui colse la palla al balzo. Mi insegnò l’anatomia femminile, fu molto dolce, mi ha sempre trattato con rispetto, ma non era amore, e lo capii troppo tardi che eravamo già sposati.
- Esistono i divorzi lo sai, si?
- Si, avevo 18 anni ed ero in cinta. Ci trasferimmo al nord, i bambini, poi la sua malattia, non mi andava di dargli un altro colpo. Chiamami stronza.
- Lui lo sa che…..
- Si, lo sa ma non vuole sapere niente. Lo capisce che sono ancora giovane e ho le mie voglie.
- Dicevi che conosco anche l’altro, il tuo amante.
- Si, ti ricordi la 5b?
- Si.
- Ti ricordi “Pesce Palla?”. Mario Palla, se lo vedessi ora, è un bell’uomo, è dimagrito credo 30 Kg. Ci siamo trovati su facebook, abbiamo amoreggiato virtualmente e poi abbiamo deciso di vederci. E’ salito lui la prima volta da me a Milano, abbiamo affittato una camera e ci siamo rinchiusi dentro per 24 ore di sesso sfrenato. Non lo credevo capace di quel tour de force. Ho perso il conto degli orgasmi il giorno, pensavo volesse finirla li dopo avermi scopato, non avevo fatto grandi pensieri sul dopo, e invece mi ha voluto rivedere.
Ora - mi disse mentre entravamo all’aeroporto - ti posso fare una confidenza, avrei voluto che fossi stato tu a farmi diventare donna, ma pazienza non è andata così.
- Perché questa confidenza?
- Non l’hai ancora capito?
- No.
- Appunto
Sapete una cosa, era inutile rincorrere quel momento, quello che lei aveva cristallizzato 28 anni prima. Ce ne sarebbero stati altri forse o forse no. L’aiutai a portare il bagaglio all’imbarco. Quando arrivai alla macchine vidi accanto ai soldi un bigliettino ripiegato su se stesso in quattro parti. C’era scritto qualcosa ma cancellato. “Sarebbe stato bello”, e ancora più sotto “è stato bello grazie” f.to Anna “la Mongia” e il suo numero di telefono. Non l’ho mai fatto quel numero, sono stato tentato, ho provato anche a cercarla su Fb, ma forse non lo volevo veramente.
Accolgo i personaggi più strambi.
Sembra che lo facciano apposta ad uscir in quelle ore, dalle 22,00 alle 06,00.
Il più delle volte sono taciturni, altre volte ti vomitano addosso la loro giornata per niente invidiabile. Altre volte li osservi e sai già che ti renderanno partecipi di qualcosa di magico. Mi presento sono Parigi 1.
L’avevo appena caricata. Direzione aeroporto.
Una cosa che deve contraddistinguere un buon tassista è il colpo d’occhio. Devi capire se il cliente ti pagherà. Aveva l’aria da vamp, insomma una di quelle che se la tirano un po'. Cerco di farci qualche chicchera il tragitto non è molto lungo 20 minuti al massimo e siamo arrivati, così la prima domanda che le faccio è se sia trovata bene.
- Certo non ho fatto altro che scopare,
Alzai gli occhi sul retrovisore, sembrava seria.
Allargò il sorriso. «Ho la tua attenzione ora vedo. Non mi hai riconosciuto?»
- No, non mi sembra, ribattei,
- Anna. Anna la Mongia (la suora traduzione letterale), come mi avevate chiamato a scuola, davvero non ti ricordi?
- Anna Silvestri. Si ora ricordo. Ma sul …
- Lascia perdere, quel nome è un depistaggio
- Depistaggio?
- Sono in incognito
- Incognito?
- Ohhhhh, mi sembra che tu sei rimasto il solito rincoglionito. Sono qui per una storia…mmm, capito?
- Sei sposata?
- Oh ecco, vedi che se ti ci impegni ci arrivi.
- Hai capito La mongia
- Non chiamarmi così daiiii.
- Ok
- Chi è lo conosco?
- Conosci entrambi….
- Come conosco entrambi.
Mi piaceva quel gioco, mi metteva curiosità e la mente si accendeva come un flipper che rimanda la pallina sui segna punti aumentando lo score.
- Mio marito è stato il nostro professore di scienze.
Vidi la mia mascella abbassarsi, e balbettante dissi e «come?»
- Incominciò a scoparmi a scuola, quando ancora ero sua alunna, fu lui a farmi diventare donna nel bagno dei professori.
- Ma cazzo ora avrà…
- Si ora è in pensione, ha avuto un ictus.
- Oh poverino, mi sentii una stretta al cuore.
- Però a quei tempi la pompa funzionava eccome.
- Un po’ mi ci avete spinto voi sulle sue braccia, con la storia della suora.
Volevo farlo, ma voi eravate tutti così immaturi, non volevo che si sapesse, e lui colse la palla al balzo. Mi insegnò l’anatomia femminile, fu molto dolce, mi ha sempre trattato con rispetto, ma non era amore, e lo capii troppo tardi che eravamo già sposati.
- Esistono i divorzi lo sai, si?
- Si, avevo 18 anni ed ero in cinta. Ci trasferimmo al nord, i bambini, poi la sua malattia, non mi andava di dargli un altro colpo. Chiamami stronza.
- Lui lo sa che…..
- Si, lo sa ma non vuole sapere niente. Lo capisce che sono ancora giovane e ho le mie voglie.
- Dicevi che conosco anche l’altro, il tuo amante.
- Si, ti ricordi la 5b?
- Si.
- Ti ricordi “Pesce Palla?”. Mario Palla, se lo vedessi ora, è un bell’uomo, è dimagrito credo 30 Kg. Ci siamo trovati su facebook, abbiamo amoreggiato virtualmente e poi abbiamo deciso di vederci. E’ salito lui la prima volta da me a Milano, abbiamo affittato una camera e ci siamo rinchiusi dentro per 24 ore di sesso sfrenato. Non lo credevo capace di quel tour de force. Ho perso il conto degli orgasmi il giorno, pensavo volesse finirla li dopo avermi scopato, non avevo fatto grandi pensieri sul dopo, e invece mi ha voluto rivedere.
Ora - mi disse mentre entravamo all’aeroporto - ti posso fare una confidenza, avrei voluto che fossi stato tu a farmi diventare donna, ma pazienza non è andata così.
- Perché questa confidenza?
- Non l’hai ancora capito?
- No.
- Appunto
Sapete una cosa, era inutile rincorrere quel momento, quello che lei aveva cristallizzato 28 anni prima. Ce ne sarebbero stati altri forse o forse no. L’aiutai a portare il bagaglio all’imbarco. Quando arrivai alla macchine vidi accanto ai soldi un bigliettino ripiegato su se stesso in quattro parti. C’era scritto qualcosa ma cancellato. “Sarebbe stato bello”, e ancora più sotto “è stato bello grazie” f.to Anna “la Mongia” e il suo numero di telefono. Non l’ho mai fatto quel numero, sono stato tentato, ho provato anche a cercarla su Fb, ma forse non lo volevo veramente.
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