domenica 23 novembre 2014

CROLLO PSICOTICO DI Alice Stregatta



Era bastata una semplice frase per catapultarla indietro nel tempo, al pugno nello stomaco, alla fine delle illusioni, al giorno in cui tutto crollò.
Un castello di carte e bugie, non detti e omissioni.
Tradimento, umiliazione, sgomento, smarrimento.
Un giorno come tanti, il primo di molti. L'inizio della fine.
Parlava con lui ma si rivolgeva a sè stessa, all'uomo che l'aveva ferita a morte, uccisa. Assassinata. All'uomo in cui credeva.
Nelle mani del quale si era affidata: colui con il quale aveva costruito una famiglia. Il suo punto di riferimento e la sua ragione di vita.
L'uomo che avrebbe dovuto proteggerla, amarla e onorarla ogni giorno della sua vita.
Minchiate. Tutte minchiate.
Aveva ignorato e ingoiato milioni di bugie nel corso degli anni.
E, in quell'attimo, fu come (ri)trovarsi in punto di morte: quando in un minuto ti scorre davanti il film accellerato di tutta la vita.
Bugie. Non detti. Omissioni.
Triplo giro di frittata con avvitamento, che neanche Gordon Ramsey... Arrampicate sugli specchi in solitaria.
Aveva giurato a sè stessa di non accettare mai più la minima imprecisione, incongruenza, discrepanza... Mai più...
Si sentì assalire dal terrore, svuotata di ogni energia e forza di reagire. Ebbe solo voglia di scappare e respingerlo e richiudere quella porta che lui aveva scardinato senza fatica alcuna. Perchè lei lo stava aspettando da sempre.
Aspettava Lui, non uno come lui. Lui lui lui. E più sapeva di volerlo e amarlo, più lo spingeva fuori con una furia cieca, tra lacrime che scendevano copiose e singhiozzie urla silenziose, sfidandolo,
augurandosi, sperando, pregando che lui non se ne andasse.
NON-ANCHE-LUI.
Che non le lasciasse la mano che aveva promesso di tenerle stretta, le dita talmente intrecciate ad imbiancare le nocche, bloccare la circolazione, le dita cianotiche...
Supplicava ad ogni insulto: tienimi, ad ogni stilettata sarcastica: non andare, ad ogni vattene: resta. Ad ogni cattiveria: scuotimi.
Resta con me.
Resta con me...
Amami.
Amami, anche se sono un disastro.
Amami, anche se non abbiamo futuro.
Amami, anche se il per sempre non esiste.
Amami... Anche se sono un'insopportabile rompiballe col bisturi stretto in pugno. Vivisezionando emozioni e parole.
In fondo, quel bisturi era puntato più verso sè stessa che non contro di lui.
Autolesionismo sentimentale.
Autosabotamento.
Profezia autoavveratasi.
Chiedeva aiuto insultandolo.
Chissà se lui l'aveva capito.
Chissà se l'aveva capita.
Chissà...


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