Io non lo so cos’è un legame.
Probabilmente qualcosa in più che si sceglie un attimo dopo la conoscenza, la simpatia, l’empatia, l’affetto, l’innamoramento, l’amore.
E non parlo dell’unica forma di amore a cui tutti noi aspiriamo: l’amore platonico, l’amore sessuato, l’amore nei confronti di colei o colui verso i quali pronunciamo la parola “ti amo”, e che in quell’attimo stesso immaginiamo al nostro fianco “per sempre”.
Amanti, amici, amiche, compagne, pochi grandi, grandissimi amori, molte storie cariche di opportunità inespresse che quando ti volti indietro a guardarle, ti lasciano sempre un po’ di amaro in bocca.
Come quando da bambino scambiavi le visciole per ciliegie e mangiandole storcevi la testa per quel sapore intenso e molesto e la tua faccia si lasciava andare a mille espressioni buffe.
No, un legame è qualcos’altro.
Ha il sapore dell’abbraccio di tua madre o di tuo padre, l’odore della terra bagnata di campagna d’estate che ti fa strano annusare, dopo il temporale.
Un legame è il tuo “amico per la pelle” di quand’eri bambino, che dopo non hai avuto più.
Un legame è senso di casa, la terra da dove sono partiti i tuoi avi ed in cui un giorno tornerai, magari in un’altra vita.
Un legame è una storia e basta, può essere la più straordinaria delle possibilità ma anche la più persistente delle incomprensioni.
Un legame è rassicurante, lacerante, una morsa dalla quale sai che non potrai liberarti facilmente. E’ responsabilità.
E’ sapere che nella tua mente e nella tua anima c’è qualcun altro che, per te, conta addirittura più di te, un colpo mortale all’ego, un porto dove l’anima si placa ed è importante tornare, quando non ricorderai più chi sei o dove stai andando.
Non so esattamente cosa spinga due persone a “legarsi”.
Non è la sintonia. Un legame a volte sopravvive ad essa, cosi come capita all’amore sbiadito.
Non sono le risate. O le parole. O le frasi solo accennate, o non dette. O intuite.
Non sono le catene che usiamo nei nostri giochi ma che ci piacciono cosi tanto proprio perché a certi legami assomigliano, tanto che quando la implori di chiudere il lucchetto c'è una parte di te bambino che desidererebbe che lei buttasse via la chiave.
Un legame è probabilmente la consapevolezza di aver condiviso qualcosa in più.
Qualcosa che vale, persino quando, esausti, siamo costretti a reciderlo, a voltar pagina per non morire, qualcosa che rimane con noi, perché è parte di noi. Per sempre.
Probabilmente qualcosa in più che si sceglie un attimo dopo la conoscenza, la simpatia, l’empatia, l’affetto, l’innamoramento, l’amore.
E non parlo dell’unica forma di amore a cui tutti noi aspiriamo: l’amore platonico, l’amore sessuato, l’amore nei confronti di colei o colui verso i quali pronunciamo la parola “ti amo”, e che in quell’attimo stesso immaginiamo al nostro fianco “per sempre”.
Amanti, amici, amiche, compagne, pochi grandi, grandissimi amori, molte storie cariche di opportunità inespresse che quando ti volti indietro a guardarle, ti lasciano sempre un po’ di amaro in bocca.
Come quando da bambino scambiavi le visciole per ciliegie e mangiandole storcevi la testa per quel sapore intenso e molesto e la tua faccia si lasciava andare a mille espressioni buffe.
No, un legame è qualcos’altro.
Ha il sapore dell’abbraccio di tua madre o di tuo padre, l’odore della terra bagnata di campagna d’estate che ti fa strano annusare, dopo il temporale.
Un legame è il tuo “amico per la pelle” di quand’eri bambino, che dopo non hai avuto più.
Un legame è senso di casa, la terra da dove sono partiti i tuoi avi ed in cui un giorno tornerai, magari in un’altra vita.
Un legame è una storia e basta, può essere la più straordinaria delle possibilità ma anche la più persistente delle incomprensioni.
Un legame è rassicurante, lacerante, una morsa dalla quale sai che non potrai liberarti facilmente. E’ responsabilità.
E’ sapere che nella tua mente e nella tua anima c’è qualcun altro che, per te, conta addirittura più di te, un colpo mortale all’ego, un porto dove l’anima si placa ed è importante tornare, quando non ricorderai più chi sei o dove stai andando.
Non so esattamente cosa spinga due persone a “legarsi”.
Non è la sintonia. Un legame a volte sopravvive ad essa, cosi come capita all’amore sbiadito.
Non sono le risate. O le parole. O le frasi solo accennate, o non dette. O intuite.
Non sono le catene che usiamo nei nostri giochi ma che ci piacciono cosi tanto proprio perché a certi legami assomigliano, tanto che quando la implori di chiudere il lucchetto c'è una parte di te bambino che desidererebbe che lei buttasse via la chiave.
Un legame è probabilmente la consapevolezza di aver condiviso qualcosa in più.
Qualcosa che vale, persino quando, esausti, siamo costretti a reciderlo, a voltar pagina per non morire, qualcosa che rimane con noi, perché è parte di noi. Per sempre.
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