Ho paura della notte?
La affronto, non temo i misteri sconosciuti che la notte può contenere.
Le cose in cui mi perdo sono di natura più carnale. Per troppo tempo ho
lasciato la mia porta aperta, ogni rumore a sorprendermi invano e ora
mi aspetto di vederti li, che compari. Per troppo tempo hai lasciato la
mia mente a giocare con le tue parole, con le tue promesse.
Immagino di sentire
qualcosa e di vederti lì, sullo stipite della porta. Con la passione e
il desiderio nei tuoi occhi, con meno distanza tra noi. Mi gusto le tue
labbra solo guardandoti e divengo ubriaca al pensiero di permetterti di
esplorarmi. Conosco tutte le tue voglie e le uso a mio vantaggio. Ogni
rapido respiro che prendi, io divento più potente. E tu vorace.
Nelle mie visioni, alzo le braccia sopra la testa e le mani, come una
resa verso il tuo essere che ruba questa anima nuda, contro un muro. Le
tue labbra mi baciano il collo e giù per le spalle prima di affondare i
denti nella carne. Mi assaggi, mi divori e la mia visione si ammanta di
nero, ho chiuso gli occhi. Ma ora è realtà, sei con me, sei qui, una
promessa mantenuta, finalmente, inaspettatamente. Inalo il tuo odore, lo
riconosco anche a occhi chiusi. Il tuo corpo preme, le tue labbra si
imprimo, i morsi accendono.
Cedo la mia pacata attesa, diventa
bramosia e tremo e fremo e spazio con le mani alla tua ricerca. Strappi i
miei abiti con urgenza, è lo specchio della mia stessa urgenza. Ti
fermi. Apro gli occhi. Guardi la mia pelle, una pausa per leggermi. E
passi le mani sulle parole invisibili scritte tra i miei seni, sulle
colline del mio ventre.
Rimango a occhi aperti per la paura che tu
possa scomparire. Voglio vedere ogni ruga, ogni filo si barba, ogni
volta che ti mordi il labbro e voglio leggere il piacere che ti do, è
scritto sul tuo viso. Non voglio perdere un solo momento.
Spalle al
muro, mi rivolgo a te, inarcandomi, mentre avvolgi le mie braccia
attorno a te e mi tiri ancor di più verso il tuo corpo. Ad ogni carezza
scopro mondi sempre nuovi, li rivendico per me stessa. Sono miei, come
questa notte. La nostra notte.
Non mi basta, ti spingo via.
Incredulo mi guardi passarti accanto, mi guardi oltrepassare la soglia
della mia stanza. E ti attendo lì, so che mi seguirai. Vederti entrare
già pronto per me, con indosso solo pelle e un corpo che ha voglia di
me, non è una novità, ma ogni volta mi crea stupore. Il tuo non
stancarti di me, mi eccita, mi fa sentire importante, femmina, Donna.
La timidezza non è necessaria tra noi, conosciamo ogni lembo della
nostra pelle, del nostro ardore, delle nostre urgenze. Tutto ci consuma,
tutto diviene estasi.
Contro di me, annego nella tua pelle, ad ogni
movimento annaspo e quando non riesco più a controllarmi, ti assaggio,
ti bacio. Intensamente. Come le tue parole, i tuoi verbi, i tuoi
sostantivi di fuoco e ghiaccio. C’è un potere nel nostro bacio, sempre
nuovo, una droga che ogni volta ha sensazioni diverse. E mi perdo.
Ma non ti basta. Sciogli le labbra, l’abbraccio. Ti distendi sul letto e
adesso sei tu ad attendermi. Vuoi il mio peso, vuoi sentirti possedere,
vuoi che affondi la tua carne nella mia. Sento il mio potere, la bocca
viaggia attraversando una mappa che ho disegnato nella mente, in quei
punti che ho scoperto nei nostri incontri. Ma non mi importa della tua
urgenza, non mi fermo fino a quando il viaggio non è completo, fino a
quando ho raggiunto la mia meta. Fino al pendio tra le tue cosce e bevo
dalla tua pelle. Un grugnito in risposta, ascolti le mie labbra e la mia
lingua, come se fosse verbo. Ecco come ho creato il nostro mondo e vado
avanti fino a che la mia sete non sarà spenta e tu ancora più affamato.
Ti conosco. Non ti basta. Mai.
Con il mio desiderio ingordo
temporaneamente rappacificato, mi unisco a te con un solo movimento e
divento una con te. Mi diletto forgiando versi ad ogni spinta, mi
diverto sospirando la mia anima nuda verso quel bacino che pretende,
gioisco del tuo essere animale. Animale che sfoga il suo istinto
primordiale verso un altro animale al suo pari, siamo femmina e maschio.
Questo siamo. Ed è arte che in pochi hanno visto e provato, senza dubbi
o esitazioni.
Grida strappate dalle nostre gole, che pochi eletti
hanno avuto il piacere di vomitare. L’orgasmo in sintonia perfetta, in
un equilibrio di estasi e respiri, di sospiri e gemiti, di sudore e
umori. Parlare sarebbe stato inutile, ho ascoltato i tuoi pensieri e tu i
miei, li hai leccati e assorbiti come io ho fatto con i tuoi. Ma li
volevo anche vedere. Gli occhi li avrebbero scolpiti nella memoria, li
avrei portati tatuati come medaglie d’Amore. Il tuo possesso, il mio
possesso.
“Scarabocchiami i tuoi pensieri” ti dico, una penna in mano “qui sulla mia pelle.”
“Avresti molto da leggere. Meglio tu rimanga appesa alle parole che non
ti ho detto. C’è sempre un domani, c’è sempre un altro giorno per noi.
Vivi l’istante. E’ pieno di me… e di te.”
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giovedì 18 luglio 2013
Parole in sospeso di Allie Walker
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