giovedì 8 agosto 2013

Rock di periferia di Andrea Lagrein






"Dammi una birra!". Le indicai il frigor. "Accomodati. Sai dov'e'!" risposi continuando a fumare steso nel letto. Non ho mai capito perché continuasse a venire da me. In fondo viveva in una bella villa, con piscina per giunta, era sposata a un mega dirigente di una mega azienda, faceva le vacanze in yacht ed era ricca da far schifo. Io invece abitavo in un merdosissimo bilocale di uno stabile che condividevo con scarafaggi, trans e puttane da marciapiede, in una delle zone più malfamate della città. Eppure, un paio di volte al mese, eccola spuntare e infilarsi nelle mie lenzuola. Con la birra in mano andò alla finestra e guardo' fuori. Sguardo distratto, sguardo assente. Io le fissavo il culo. Splendido! E le gambe. Gesù, che gambe! "Vuole un figlio". Continuava a guardare lo squallore della via sottostante. Non avevano ancora portato via l'immondizia. Festa grande per i ratti della zona! Andai a prendermi una birra anch'io. "E che c'è di strano?" dissi bevendo avidamente. Il caldo era insopportabile. Lei si volto' a guardarmi. Dio, quanto era bella! E ancora non capivo perché si trovasse in questo immondezzaio. Forse perché le piaceva, ogni tanto, svestire i panni della gran signora per giocare a fare la randagia. Forse perché la scopavo davvero bene. Forse perché a volte preferiva la birra alle coppe di champagne. Forse perché le piaceva aggirarsi nuda nel mio appartamento e osservare quanto mi arrapasse. Forse perché era attratta dalla mia barba sfatta e dal mio completo disinteresse nei suoi confronti. Forse perché a volte si stancava della lirica delle sue stanze e desiderava un po' di rock di periferia. E comunque non me ne fregava un cazzo. Scolavamo birra e fottevamo come due animali. Tanto mi bastava. "Non lo amo. Non posso dargli un figlio!". Sbuffai. Ognuno ha i suoi problemi. Chi più chi meno. Personalmente avrei fatto a cambio. Ma non si poteva. A lei le sue scelte, a me la merda in cui vivevo. Mi avvicinai. La abbracciai. Il contatto con il suo corpo nudo me lo fece diventare nuovamente duro. Le allargai le gambe, la sollevai e iniziai a scoparla li', sul muro, con foga e passionalità, fregandomene dei suoi problemi. Perché in fondo, lei, voleva sentire solo un po' di rock di periferia!

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