sabato 31 agosto 2013

OPERE DI BENE di Allie Walker





Le antiche e strette strade erano immerse nel buio, tranne per quelle piccole, ma moderne, lanterne medievali che emanavano una luce tremolante. Dopo una serie di drink, Lucrezia e i suoi amici si avviarono verso il loro albergo, quando Marco la tirò da parte e le chiese se volesse vedere la basilica di notte, vuota dai gruppi di turisti. Lui, sovrintendente ai beni ecclesiastici, aveva le chiavi per entrare ovunque. Incuriosita, accettò l’offerta e dopo aver augurato buonanotte ai suoi amici, si diresse assieme a lui verso la chiesa. L’edificio gettava un’ombra scura sulla piazza, nascondendo la maggior parte della luna. Entrarono da una porta laterale che conduceva agli uffici e continuarono lungo il corridoio che conduceva alla basilica. Non sapeva che cosa aspettarsi. Lucrezia si sorprese di trovare l’interno illuminato solo dalle deboli luci di emergenza. Il silenzio tagliava l’aria, tanto quanto l’odore di umido della pietra, del legno e del marmo. Era freddo. Seguì Marco fino a raggiungere lo spazio sovrastato dalle imponenti volte della cupola. Lui, improvvisamente, la tirò a se e la baciò, allungò le mani fin sotto le natiche e la sollevò fino a portarla verso un muro e appoggiarla su un piano di marmo. La baciò ancora, mentre con le mani armeggiava sotto la gonna e le tirava giù le mutandine. Sentì le dita scivolare dentro di lei, mentre il viso affondava fra i suoi seni. Combattuta se farlo proseguire o porre fine a quel sacrilegio, Lucrezia appoggiò le mani sulla testa di Marco e, con gli occhi chiusi, valutò ancora qualche istante se spingerlo verso il basso. Lei non era religiosa, lo aiutò a farlo scivolare fra le sue gambe, con le dita intrecciate ai suoi capelli. Quando la bocca di lui si chiuse sul clitoride, Lucrezia aprì gli occhi e guardò dritta nel vuoto nero sopra di lei, sapendo che da qualche parte, lassù nella cupola c’era dipinta un’allegoria di un regno dei cieli. La lingua di Marco era esasperante, girava sul clitoride con lentezza esagerata e lei sentiva che da un momento all’altro avrebbe avuto un orgasmo. Pregando quel Dio in cui non credeva, sussurrò: “Oh Dio, sicuramente non andrò dritta all’inferno. Questa è un’opera di bene.”
Chiuse di nuovo gli occhi, godendosi l'istante.



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