mercoledì 7 agosto 2013

VAPORI di Allie Walker




Lascio correre i miei pensieri, la mia immaginazione e ci sei tu.
Tu e un bagno.
Una grande vecchia vasca da bagno con i piedi da leone, enormi artigli che la sostengono; piena fino all’orlo con acqua calda.
Il vapore sale in vortici seducenti, così fitti da confondere tutto il resto, le pareti e il soffitto scompaiono e c’è tutto un mondo in quella nebbia.
Ci sei tu. Ti sento, sei parte dell’acqua, sei nel vapore e la tua presenza mi avvolge come le braccia non hanno mai fatto.
So quello che vuoi, quello che sei e sei qui per un solo motivo. Non mi lascerai andare fino a che non ti darò ciò che è tuo.
Mi arrendo.
Mi immergo nell’acqua e sento scivolare via ogni preoccupazione, la mia solitudine, l’ordinarietà della mia vita. L’acqua si chiude sopra la mia testa e mi rilasso, il nostro momento durerà in eterno, rimarrai con me.
Non ce la faccio ancora, è troppo presto, devo risalire, devo respirare e prendere ancora un altro respiro, e un altro ancora e andare avanti.
Con la testa fuori dall’acqua, il vapore si dirada e sei lì, mi stai guardando.
I tuoi occhi grigi offuscati, il viso sembra essere di marmo, inflessibile e freddo, i capelli bagnati. Chiudo gli occhi e appoggio la schiena contro la vasca, il vapore solletica le narici, il mio volto è umido. E’ difficile respirare.
Ti sento sussurrare il mio nome, sembra rassicurante la tua voce, come se stessi calmando la tua bambina.
I seni galleggiano sulla superficie dell’acqua, senza peso, i capezzoli turgidi bramano un tocco. Ti attendo.
E finalmente ti avvicini, posi i tuoi baci sui miei occhi, la lingua lecca le gocce di vapore che ricoprono il viso, sei delicato.
Lento e delicato.
Le labbra sfiorano le mie, i denti affondano sulle labbra.
Le mani impastano i seni, tirano, provo dolore, ma ho bisogno di sentirti, ho bisogno di ricordarti.
Nel momento in cui affondi la lingua nella bocca, aggroviglio le mani ai tuoi capelli, per tirarti vicino, non posso lasciarti andare questa volta.
Allargo le cosce contro i bordi della vasca, offrendomi, in attesa che le tue dita trovino la loro strada dentro di me.
Mi trovi, gemo, sollevo i fianchi, l’acqua trabocca, ma ho bisogno di avere di più.
Mentre mi contorco e inarco il ventre, chiudi la bocca su un capezzolo, lo succhi, lo mordi. Sento dolore, piacere.
Mi tieni in bilico fra il piacere e il dolore.
Si accende il corpo, mi lasci un istante e mi metto in ginocchio, le braccia appoggiate sul bordo della vasca.
Sei dietro di me, fulmineo, il tuo corpo si sta fondendo al mio, le mani si allacciano ai seni.
E’ tutto quello che ho sempre voluto, sentirti così vicino, petto contro schiena, le labbra che mi baciano il collo e le dita che tirano i capezzoli.
Eppure non è sufficiente, il mio bisogno è infinito.
Mi strofino conto di te, so che mi darai sollievo, so che puoi farlo. Il cazzo contro la figa, lentamente scivoli dentro di me a completarmi.
Poi, senza preavviso, spingi duro, martellante.
Il mio nucleo è rovente, ti voglio, godimi!
Stringo il bordo della vasca, mentre gli schizzi vanno ovunque, seguono implacabili i nostri movimenti.
Grido.
Ondate di piacere mi trapassano, fremo, tremo, godo, mentre tu ti dissolvi con gli ultimi resti di vapore.
E’ troppo presto.
Piango con gli occhi chiusi.
Mi immergo.
Tutta.
Ho freddo, ma lì rimango, mentre il sangue si confonde con l'acqua e brividi trapassano il corpo, un'ultima immagine: ancora tu e perdo anche il mio ultimo respiro.

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