venerdì 8 novembre 2013

GATE 18 di Alice Stregatta




Aeroporto. Trolley. Palpitazioni.
Era andata a riprendersi il suo cuore,rimasto impigliato al rivetto dei suoi jeans.
Lui la aspettava. Bello come un Dio greco,ma più perverso.
Niente baci. Cheppalle. Lo sai.
Abbraccio...l'ultima cosa che ricordava di Lui, la prima del week end.
"Andiamo in bagno,cagnetta,ho proprio voglia di riprendere la mia proprietà." Tua Tua Tua. Nonostante la distanza, i silenzi, Tu. Tua.
Si slacciò i pantaloni mostrandole il cazzo già in erezione e la spinse giù senza tante cerimonie. La sua mail provocante e insolente doveva aver fatto effetto... "Succhialo."
Non vedeva l'ora di essere ai suoi piedi,tra le sue cosce. Il suo posto era lì. Lo sentiva mugulare,sentiva il suo sguardo su di lei,le dita tra i capelli.Era dove voleva essere. Finalmente.
"Alzati e girati. Ho voglia di prenderti,adesso - sibilò sfiorandole la figa per controllare se era bagnata- voglio sentirti gemere il mio nome,fradicia e sottomessa." Mani appoggiate al muro, gambe larghe, fianchi inarcati, la sodomizzò bruscamente, fottendola con foga. Ansimando le sussurrava oscenità all'orecchio.
Sapeva di farla impazzire.
Scaricò un fiotto di sperma mordendole violentemente una spalla e lasciandole come marchio il segno dei suoi denti. "Mi piaci sempre,troia."
Sborra e umori le colavano verso le caviglie,lui si chinò e le raccolse con due dita, che le infilò in bocca. "Bevi. Pulisci tutto, non vorrai sporcarmi la macchina! Ora ti porto a cena,poi NOI non usciremo di casa per i prossimi due giorni,nè IO da qui" le disse sogghignando. Il dito puntato sul suo orifizio fu più eloquente delle Sue parole.

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