sabato 30 novembre 2013

RAGAZZI DI PERIFERIA (cahiers del tempo che fu) di Andrea Lagrein




A lui, lei, non interessava. A lei, lui, piaceva da morire. Io, di lei, ero follemente innamorato. Periferia milanese, di quella squallida, di quella brutta, di quella misera, di quella pericolosa. Lui era il capobanda del quartiere, di quelli che non domandano, ottengono. Solo con lo sguardo e, beninteso, un coltello nascosto in tasca. Lei era la ragazza dalle belle tette, il culo sodo, le gambe slanciate e ben fatte, bionda fin nell'anima. Io ero la mosca bianca, il secchione di turno, lo sfigato che andava al liceo classico e suonava il pianoforte. La famiglia di lui era un concentrato di delinquenza assortita. La famiglia di lei, piccoli commercianti al dettaglio. La mia famiglia, onesti impiegati che andavano a messa alla domenica. Non stupitevi poi che mi piaccia così tanto la birra! Comunque a lui, lei, non interessava. Ma in mio onore, quella sera, in quel parchetto, per ribadire la propria superiorità, la chiamò a sé e le chiese una prova del proprio amore. Davanti a tutti noi. Davanti soprattutto a me. Si slacciò i pantaloni e tirò fuori l'uccello con gesto arrogante. Sogghignante le intimò di succhiarlo. Lei si inginocchiò e lo prese in bocca. Tutto quanto. Con una feroce luce negli occhi lui mi guardò. E nel mentre sorrise soddisfatto alla corte dei suoi sensali che lo circondava. Ero sopraffatto. Eppure non riuscivo a distogliere lo sguardo. Da lei, che così follemente amavo. Dalle sue labbra, che così intensamente succhiavano. Da lui, che così fieramente dominava. Quel giorno capii molte cose della vita. Quel giorno capii le dure regole del gioco. E quella notte, steso nel mio letto, piansi. Piansi lacrime amare!

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