mercoledì 11 giugno 2014

LA REGINA DEL SOUTHERN COMFORT (frammenti di ritratto)


La gente è tutti in piedi sulle sedie, prima ancora che il concerto abbia inizio. C'è fermento ed eccitazione. C'è voglia di divertirsi, cantare e ballare. C'è voglia di vita. Ma a qualcuno, evidentemente, questa cosa non va a genio.
I ragazzi della Kozmic sono già su di giri, pronti per lo spettacolo. Janis li abbraccia in un unico sguardo. Eh già, si sarebbero divertiti, ne è certa. Come qualche mese prima, giù a Woodstock. Sam è stravaccato su un divanetto, chitarra in mano, dita in azione su veloci scale armoniche. Brad fuma nervoso. Richard è alla terza o quarta birra. Dalla sala proviene un gran frastuono. Gli spettatori sono belli carichi. Ci sarà proprio da divertirsi questa sera, qui a Tampa, pensa Janis mentre afferra il suo Southern.
Butta giù una bella sorsata, direttamente dalla bottiglia. E le viene subito in mente il suo amico Ron, tastierista dei Grateful Dead. Era stato nell'estate precedente, quando Judy continuava a romperle le palle. "Janis, non puoi andare avanti a cantare a quel modo. Rischi di spaccarti le corde vocali". "Senti Judy, sarai anche la mia maestra di canto ma sai che ti dico? Vaffanculo, io canto come cazzo mi pare!". E l'aveva pure licenziata! Ma tutte le volte che scendeva dal palco, poi, doveva vedersela con quel dannato mal di gola. Judy in fondo non aveva torto. Decise però di seguire il consiglio di Ron. "Fidati, prima e dopo il concerto fatti un goccio di Southern Comfort. E' un vero toccasana per la gola".
Un ragazzo le passa accanto. Deve essere un aiuto assistente per le luci. Lei lo guarda. Se lo mangia con gli occhi. Già, se lo scoperebbe lì all'istante. Scoppia a ridere. Cristo, che gran puttana che sono! pensa mentre butta giù un'altra bella sorsata. Tanto, uno in più o uno in meno non farebbe gran che differenza. Tutte le volte che salgo sul palco faccio l'amore con venticinquemila persone. Poi però, a sera, torno a casa da sola. La solitudine, già! Lei si sente sola, nonostante tutto. Nonostante le centinaia di scopate che si è fatta. Lei è sola!
Come quel giorno al Chelsea Hotel. Lei era sola davanti al montacarichi, che pomposamente definivano ascensore. Stava attendendo per salire in camera. Un tizio le si affiancò. "Signorina, sta aspettando qualcuno?". Janis scoppiò a ridere. Cristo, mai nessuno l'aveva chiamata signorina ed era sicura che lui l'avesse riconosciuta. "Sì, sto aspettando Kris Kristofferson". Lui sorrise. "Lei è fortunata, signorina. Sono io Kris Kristofferson!". Scoppiarono entrambi a ridere. Fottuto ebreo! sorride ancora adesso Janis nel ricordare l'episodio. Come cazzo si chiamava? Cohen, Leonard Cohen. O qualcosa di simile. Però si ricorda bene come andò a finire. Butta giù un altro sorso di Southern. Salirono insieme entrando nella stessa camera. Lei non perse tempo. Gli fece un pompino con i fiocchi sul letto sfatto, mentre le limousine attendevano in strada. Alla fine andò allo specchio per sistemarsi, ma capì che non c'era molto da fare. Lo guardò sorridendogli teneramente. "Non importa. Siamo brutti. Ma abbiamo la musica!".
Già! La musica! La musica è tutta la sua vita, riflette mentre attende di salire sul palco per l'ennesima volta. Fin da quando era giovanissima. Per lei la musica voleva dire libertà e la libertà era tutto per lei. Cazzo, a Janis tornano in mente quei giorni da adolescente quando insieme a Jorma registrarono alcuni pezzi blues, dove in sottofondo si sentiva il ticchettare della macchina da scrivere della moglie che stava lavorando. Erano dei pionieri a quei tempi, non sapendo ancora quel che poi sarebbero diventati. Lui, Jorma Kaukonen, il chitarrista dei Jefferson Airplane e lei, beh lei sarebbe diventata quel che è diventata!
Intanto l'atmosfera si surriscalda fra gli spettatori. L'inizio del concerto si sta avvicinando e i ragazzi di Tampa sono al culmine dell'eccitazione. Ma che cazzo fanno? si domanda Janis nel vedere i poliziotti aggirarsi truci fra il pubblico. Che cazzo stanno facendo? Agli sbirri non va a genio tutto quel gran casino. Stanno intimando alla gente di sedersi ai loro posti allontanandosi dal palco. Alcuni anche usando maniere forti. Fascisti del cazzo, pensa irritata Janis. Che poi, a lei, i fascisti non erano mai andati giù. Lei era per il Peace and love, per l'uguaglianza, per la parità razziale. Figurarsi se tollerava una roba del genere!
Molla giù la bottiglia di whisky e si avvicina a un agente. Cerca di stare tranquilla, di non dare in escandescenza. Cerca di usare un tono conciliante. "Sono stata a un concerto più volte di quante ci sia stato lei e nessuno si è mai fatto male. Lasci che si divertano!". Il suo tono è cortese. Cerca la collaborazione dell'uomo. In fondo sta richiedendo solo un pò di tolleranza. E che sarà mai? Mica ci si trova di fronte a dei khmer rossi! Ma l'uomo quasi non la sta a sentire. Sbuffa, si volta e se ne va. Fanculo! pensa Janis incazzata. Fanculo a te e a tutti quelli come te.
A Janis certi tipi di uomini non erano mai piaciuti. Li odiava, maschilisti del cazzo. Ma chi si credono di essere? Solo perché hanno l'uccello fra le gambe credono di potersi permettere di tutto? Come quel fottuto cantante dei Doors.
Era stata un'idea del cazzo di Paul. Era il suo produttore, ma lo era anche dei Doors. "Cazzo, Janis, siete il re e la regina incontrastati del rock 'n' roll. Vi dovete assolutamente conoscere!". Così lei accettò l'invito a quel party a Hidden Hills. Andarono subito d'accordo. Jim rimase affascinato da Janis. E lei....beh......lei se lo mangiò subito con gli occhi. Era bellissimo e aveva un fascino magnetico pazzesco. Prese da parte Paul. "Lo voglio!" gli disse solamente. A Janis piaceva scopare. Era più forte di lei. E quel Morrison era davvero un gran bel ragazzo. Se lo sarebbe fatto lì all'istante, se avesse potuto. Ma poi quel coglione iniziò a bere, a bere pesantemente, ubriacandosi e diventando rozzo e violento. A Janis certe cose non piacevano. Non che uno si sbronzasse. Anche lei gran parte del tempo era ubriaca. Ma che si diventasse dei rudi porci figli di puttana! Come lo era diventato Morrison in quel momento. 
Raggiunse Paul e le disse che se ne andava, dirigendosi velocemente verso l'auto. Jim la seguì. "Dai, tesoro, perché te ne vai? Facciamoci una bella scopata, dai. Lo so che ti va!". Biascicava le parole del tanto era sbronzo. Quasi non riusciva a stare in piedi. Vaffanculo, fu la sua unica risposta. Ma Jim non si voleva dare per vinto. Quando Janis salì in auto, lui l'afferrò per i capelli. Tirandoglieli. Lei urlò furibonda. Prese una bottiglia di Southern che aveva lì a fianco e gliela ruppe in testa. Questo fu l'esito dell'incontro fra il re e la regina del rock!
Ma ora basta con i ricordi, pensa Janis. E' ora di iniziare. Le luci si spengono. Lei e i ragazzi della Kozmic salgono sul palco. Lo show ha inizio!
I primi accordi. La gente è già in delirio. Janis si appoggia all'asta del microfono. Chiude gli occhi. Sta entrando nel suo mondo. E poi.....e poi.....la sua voce. Rauca. Miagolante. Tremendamente blues. Tremendamente sexy!
"Summertime, time, time. Child, your living's easy".
Ma subito un megafono della polizia interrompe l'esibizione. "Sedetevi. Ognuno al proprio posto. O il concerto non avrà luogo". Janis si incazza. Si incazza di brutto. "Non fare lo stronzo!" tuona contro lo sbirro. L'uomo le si avvicina e le chiede allora di calmare lei stessa gli spettatori. "Fottiti! Non dico proprio un bel niente!". Janis non riesce a credere a quel che sta accadendo. Fascisti del cazzo! Ma il peggio deve ancora arrivare. Gli sbirri, vedendo che i loro appelli continuano a cadere nel vuoto, decidono di staccare l 'intero impianto elettrico. Il concerto termina ancor prima di iniziare!
Janis se ne va dal palco incazzata nera. Poi però vede quello stesso agente con il megafono. Le va dritta addosso. "Brutto figlio di puttana, io ti spacco il culo, hai capito, merda che non sei altro?". Accorrono per portarla via. Qui si sta mettendo veramente male. Se continua così, andrà a finire che metterà le mani addosso a un agente di polizia. La riportano nel camerino. E' furente, fuori di se. Si attacca alla bottiglia di Southern. O a quel che ne rimane!
A mezzanotte la polizia irrompe nel camerino. "Signorina Joplin. E' in arresto con l'accusa per linguaggio indecente e minacce a pubblico ufficiale. Ci segua!".
Janis scoppia a ridere. Li guarda come se guardasse degli idioti. " Sul palco dico e faccio quel che voglio. Non mi importa un cazzo di essere arrestata solo perché sono riuscita a far divertire il mio pubblico!".
Tracanna l'ultimo sorso di Southern Comfort. Poi, Janis Joplin, si avvia verso il suo destino!

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