lunedì 16 giugno 2014

LA VERGINE PUTTANA di Andrea Lagrein




La ragazza fremette di piacere quando l'uomo strinse fra i denti il suo capezzolo. Sussultò e gemette. Amava sentire il suo caldo alito avvolgere il proprio corpo. Nonostante i molti amanti che aveva avuto in precedenza, si sentiva attratta e forse pure innamorata di quel giovane ribaldo, squattrinato e irascibile, sempre pronto a menar le mani e lesto con la spada.
Era tardo pomeriggio e il rione era in pieno fermento, come sempre. Lena non era più abituata a quei quartieri così degradati. Lei faceva la vita, la bella vita, fra palazzi lussuosi e stoffe preziose. Ma per lui era disposta a ridiscendere negli inferi da dove proveniva.
La stanza al secondo piano della fatiscente costruzione era minuscola, umida, con l'assito e le traverse in legno marci e scricchiolanti. Era un miracolo che non fosse ancora crollato tutto. Ma del resto, lì nel rione Campo Marzio, la situazione era identica un pò ovunque. Vicoli stretti, botteghe squallide, puzzo di cipolla, aglio, letame e piscio, infimi postriboli e osterie a buon mercato, marmaglia lesta con i coltelli, bari e borseggiatori, puttane bambine e vecchie baldracche, pronte a vendersi il culo per un bicchiere di vino irrancidito, maiali e vacche lasciati in libertà come fossero in un pascolo, gente che macellava bestie o friggeva pesce sotto gli occhi di tutti, immondizia ovunque, al paio di fango e polvere. Non sembrava nemmeno di essere nella città eterna, sede del successore di Pietro, culla degli apostoli e approdo di devoti pellegrini. Sembrava piuttosto di stare in un porcile!
Ma a Lena non importava. Lei desiderava unicamente i baci di quell'uomo infuocato, di quelle mani che così tanto sapevano farla vibrare, di quel corpo che quando entrava in lei sapeva condurla direttamente in paradiso. Del resto lui aveva sempre abitato in quel laido appartamento. Fin da quando era giunto da Milano. Ne traeva forte ispirazione dalle scene che quotidianamente aveva sotto gli occhi. Lì la vita pulsava nel modo più crudo e veritiero. Garzoni che correvano dai loro ricchi signori portando cesti stracolmi di verdure e frutti appena acquistati al mercato, suonatori ambulanti, attori improvvisati, nullafacenti e sfaccendati, puttane dalle tette cadenti, nani, storpi e mendicanti, bande di giovani che vagavano di osteria in osteria, di bisca in bisca, di bordello in bordello, orfani, vecchi sfregiati, anziane dai piedi gonfi. A lui piaceva perché per lui, questa, era la vita, quella vera, quella reale. E Lena, nei suoi occhi, leggeva tutto questo, ciò che non vedeva in quelli dei suoi ricchi clienti.
Si lasciò scappare un urlo strozzato quando inaspettatamente lui fece scivolare la mano fra le sue cosce. Una, due, tre dita infilò nella sua fica, che si dischiuse senza troppa fatica, del tanto era già bagnata. 
- Oh, sì, dai, così! - lo spronò gonfia di piacere. Lui le sorrise con quel suo tipico sorriso da avanzo di galera. 
- Sei una baldracca, lo sai vero, cara la mia Maddalena? - Lei non voleva che smettesse. Stava godendo, stava godendo un mondo. 
- Sì! - gli rispose lasciva. - E a te piace, vero, che sia la tua puttana, eh? - Lui non rispose nemmeno. Ma la fece godere come a lei piaceva.
Del resto non era un segreto che fosse una puttana. Beh, certo, non come una di quelle che il pontefice aveva relegato all'Ortaccio, battone di infimo rango buone solo per sveltine da marciapiede. No! Lei era una mantenuta, una cortigiana, come sua sorella e sua madre. Scaldava il letto di cardinali e monsignori, conti e baroni. Succhiando i loro uccelli era riuscita a ottenere una vita dignitosa, lontano da fatiche e miserie nelle quali affogavano tante sue conoscenze di un tempo.
Di errori ne aveva commessi nella sua pur giovane vita, certo. Come quando si innamorò e lasciò sedurre da quel poco di buono e nullatenente di Giulio, bello, bellissimo, ma senza nemmeno un tetto sotto cui dormire. Prima di sparire la mise in cinta e così Lena si ritrovò sola con un figlioletto. Fortunatamente incontrò quell'imbecille di notaio, che se la prese con se togliendola dai gravi impacci in cui s'era cacciata.
Lena sussultò quando l'uomo la penetrò con foga. Iniziò a dimenarsi pure lei, infuocata dal desiderio, umida di piacere. Gli cinse i fianchi con le cosce ben tornite e gli conficcò le unghie nella schiena, lasciandosi andare al delirio dei sensi. Quanto le piaceva essere scopata da lui! Lui che la montava con furia, lui che la desiderava come nessun altro uomo prima d'ora l'aveva desiderata. Scoparono come indemoniati, dimenticandosi di chi fossero e quale fosse il loro mondo di appartenenza.
Alla fine lui crollò esausto sopra di lei, i corpi velati di sudore, il respiro ansante e il puzzo inconfondibile di sesso appena consumato. L'uomo chiuse gli occhi e Lena se lo strinse ancor più a lei. Dalla strada giungeva il vociare della vita che continuava a scorrere. Ma in quella stanza tutto si era fermato, tutto era perfetto. C'erano i corpi esausti di due giovani che ardevano l'uno per l'altro.
Dopo un tempo che parve eterno lui si sollevò. La guardò con dolcezza mentre si avvicinava a un cavalletto con sopra una tela. 
- L'ho finito, finalmente! - E il suo sorriso era pieno di orgoglio. Lena sorrise a sua volta. Dicevano che fosse un valente pittore, uno dei giovani che presto avrebbe fatto strada. Lei non se ne intendeva di queste cose, ma era felice per lui. Sì, si rese conto che lo amava!
L'uomo voltò il quadro e lei lo vide per la prima volta. Si sollevò di scatto dal materasso. 
- Oh, Vergine Santissima! - esclamò portandosi una mano alla bocca. Era esterrefatta. 
- Ma quella è la madre del Signore! E tu le hai dato il mio volto! 
Non riusciva ancora a credere a quel che stava osservando. L'uomo sorrise, annuendo soddisfatto. 
- Ma io sono una puttana! 
Lui le si avvicinò e le accarezzò con dolcezza il volto. 
- Per gli altri, forse, sarai solo una puttana! Per me invece sei l'angelo che mi ha condotto in paradiso!
Un paio di giorni dopo una moltitudine di plebaglia e personaggi di rango accorsero alla basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio. Qui, nella cappella Cavalletti, appena il quadro fu messo sull'altare e svelato allo sguardo di tutti, si levarono immediatamente grida e schiamazzi. I popolani del rione scoppiarono in urla e grasse risate, le beghine iniziarono a farsi il segno della croce, i prelati fremettero di rabbia. Tutti conoscevano il volto di Maddalena Antognetti, detta Lena, rinomata puttana. E il solo fatto che il suo viso fosse stato dato a quello della Madonna dei pellegrini era un affronto inaudito. 
- Chi è il pittore? Chi è colui che ha osato tanto? Come si chiama? - erano le domande più frequenti. Un canonico, che quasi stava per svenire alla vista di quel dipinto, ne sussurrò il nome con voce tremante.
- Michelangelo Merisi da Caravaggio!

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