lunedì 16 giugno 2014

NATURA DEL TORMENTO di Sereno Notturno




Il pensiero era “Si dovrà pur respirare all'ombra di quell'albero” la
risposta fu “Certo ma non come sempre”.
La prefazione era di quelle esponenziali alla lussuria, tattili duttili, e persino liquidamente fattibili, così passò la giornata e la nottata, tra quei pensieri indecenti che aleggiano in anime facilmente convertibili al piacere.
L'idea era unicamente quella di passare un paio d'ore al completo relax della mente, del corpo e dei movimenti, ma si sa, un proverbio saggio dice “La carne è debole”
L'indomani, non prestissimo comunque all'orario in cui il sole non ti picchia il cervello, si prende l'accordo di fuggire dalla città ed assaporare i profumi del silenzio, del parco e degli alberi, lasciando a casa quei candelabri di balzelli e di problemi.
Fresco naturale odori di erba tagliata da poco e filari di alberi tutti uguali a delimitare il percorso di quel viale che porta alla villa, quella che un tempo era di un certo rango ed ora patrimonio della Fao.
Ombra infinita e pace all'ennesima potenza tra il cinguettio di uccelli indisturbati prendiamo possesso di quel prato profumato, faccia rivolta in alto, quasi in mancanza di respiro, si parla si pensa e si fantastica, quasi come nelle favole della notte.
“Hai visto non c'è nessuno stamattina. Il parco è nostro”
Ti guardo e penso che in fin dei conti non dobbiamo correre in ogni spazio.
“Penso di aver fatto la scelta giusta non indossando l'intimo, tu questo lo sapevi, ma non lo immaginavi ed ora senti la mia pelle liscia, natura a contatto con la natura”.
Spiegato il perchè di quella gonna, eccitante quasi all'inverosimile l'idea di entrare in quelle carni e tu lo sai. Per questo la prima mossa è quella di metterti a cavalcioni, non come si potrebbe pensare, ma all'altezza della mia bocca, “Ora ti aspetto voglio sentirla quella lingua frugare nelle cosce”, non faccio in tempo a dire nessuna parola che ne sento già il profumo, in punizione senza guardare, visto che la gonna copre tutto, ma ne sento l'arroganza di quel turgore in prossimità dell'apice delle labbra e tu sfreghi proprio in quel punto lasciando gemiti a rincorsa, che si perdono nel parco dove nessun altro sente.
Braccia tese sulle spalle per aiutare quel movimento, mimando il rapporto, ma di un'eccitazione che non ne porta a conoscenza e non può sembrare nemmeno simile, i preludi, rimangono essere i migliori.
Hai la carne fresca e le ginocchia rosse a contatto col terreno, hai quella libertà di movimento che non ha eguali nelle pareti di casa, forse si chiama eccitazione dell'imprevisto, rimane il fatto che te ne vieni quasi con un urlo, anzi forse lo è sicuramente.
Potresti chiedere altro, ma sei visibilmente provata e quasi i crampi ti prendono le cosce... fantastico.
Sereno Notturno 13/06/2014

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