mercoledì 11 giugno 2014

SEGRETI


“Ma chi se lo aspettava, non lo avrei mai detto!”, Carmelo si stava togliendo la maglietta come fanno di solito i culturisti, dimenticandosi della vistosa pancetta che trasbordava dai bermuda color verde pisello. “Due frocioni, si vede che va di moda prenderlo in culo”. Seguì una fragorosa risata mentre, seduto sul letto, finiva di denudarsi, sistemandosi il pacco all’interno di un paio di boxer a fantasia. Beatrice era in bagno, domandandosi come avesse fatto a sposare quell’individuo, inutile replicare, meglio tacere.
Secondo lei invece Antonio e Luca erano carini, sempre molto curati nella persona, almeno per quel poco che aveva potuto notare in quei due giorni. Li avevano conosciuti perché soggiornavano nello stesso albergo, sulla Salaria. Anche loro lì per lavoro, erano capitati allo stesso tavolo a cena in albergo. Senza alcun imbarazzo, avevano fatto intendere che stavano insieme, peraltro si capiva da alcuni sguardi che si lanciavano. 
Quando Bea ritornò in camera da letto, Carmelo era stravaccato sul materasso, il membro già eretto, guardava il corpo della moglie, coperto da un baby doll trasparente, pregustando quello che avrebbe avuto. Beatrice provò a fargli capire che era stanca, giocò anche la carta dell’emicrania, ma lui non sentì ragioni. Bovinamente fu sopra di lei, collaudò le doghe del lette per due minuti scarsi, finchè sazio la lasciò sdraiata e sporca del suo seme. Beatrice trascorse quei due minuti ansimando, con la testa altrove e gli occhi chiusi, sperando che lui facesse in fretta e continuando a riflettere sulle ragioni sbagliate di quel matrimonio. 
Antonio e Luca erano entrambi alla loro prima esperienza omosessuale. Stavano vivendo quella situazione con curiosità ed emozione, quasi fosse una passione adolescenziale, anche se loro i trenta li avevano superati da un pezzo. Mai prima di allora avevano sospettato che il corpo maschile potesse suscitare tali pensieri. Da sempre circondati da belle donne, tutto era nato per caso ed improvvisamente, come due pietre focaie che strofinandosi fra loro permettono ad una piccola scintilla di creare un falò. 
Amici ormai da diversi mesi, una notte, dopo una delle loro scorribande per locali, mentre erano in auto fermi a fumare e scherzare sotto l’effetto di abbondanti libagioni, si erano ritrovati a baciarsi ed a cercare con le mani l’uno il sesso dell’altro. Nessuno dei due ricordava chi effettivamente avesse fatto il primo passo, fatto sta che avevano accettato quella situazione, anomala per entrambi, senza porsi particolari domande, limitandosi alla decisione di trascorrere qualche giorno da soli in un albergo lontano da tutti quelli che conoscevano. 
A volte, a cena, si rendevano conto degli sguardi che Carmelo lanciava loro, un misto di disgusto e sarcasmo. Quello zoticone non si prendeva neanche il disturbo di dissimulare il ribrezzo che provava, ammiccando con la moglie Beatrice; al che Luca ed Antonio accentuavano alcuni comportamenti, per provocarlo, divertendosi così alle sue spalle. Beatrice invece si era dimostrata molto simpatica, intelligente ed aperta, parlare con lei era piacevole, anche se le brevi discussioni si limitavano al tempo trascorso a tavola.
Quella sera Luca ed Antonio si accorsero immediatamente che i due coniugi avevano litigato fra loro. Erano giunti al tavolo con il volto teso, rivolgendosi a stento la parola. Fra un discorso ed un altro venne fuori che Carmelo, dopo cena, sarebbe dovuto andare ad incontro di lavoro imprevisto, inoltre che non avrebbe portato la moglie con se. Con gentilezza si offrirono di tenerle compagnia, anche se sarebbe stata la loro ultima notte insieme. Carmelo notando che, dopo quella proposta, l’umore della moglie era migliorato, fu ben contento di lasciarla in compagnia dei due innocui “frocioni”, così non terminò nemmeno di mangiare la frutta che si congedò, raccomandando ai presenti di divertirsi anche per lui, visto che lo aspettava una serata noiosa ed un convegno pallosissimo.
Fortunatamente l’albergo disponeva di un piano bar, così i tre alzatisi da tavola andarono a godersi un po’ di musica seduti ad uno dei tavolini. La sala era semi deserta, approfittarono di un posto libero vicino al pianoforte. Ordinarono i loro drink colorati, poi decisero di prendere una bottiglia di prosecco. Nonostante l’aria condizionata faceva caldo e bere dava sollievo; la musica era piacevole ed il pianista bravo e disponibile ad accettare i loro suggerimenti. Non ci volle molto che si ritrovarono tutti e tre a cantare insieme i brani di vecchi cantautori, percorrendo vent’anni di musica italiana. A dar inizio alle danze fu Antonio, che si dimostrò un ottimo ballerino, facendo scivolare Beatrice sulla pista, come le onde che accarezzavano “una rotonda sul mare”. Sotto lo sguardo divertito di Luca, che batteva animosamente le mani, Antonio e Beatrice furono anche protagonisti di una bachata molto sensuale, che provocò le risate del trio.
La mezzanotte arrivò senza che i tre se ne rendessero conto, nonostante le insistenze e le richieste di bis, il pianista li salutò, dimostrando di aver gradito la presenza di quel piccolo pubblico così partecipe. 
Decisero di andare in stanza a riposare, Luca però non volendo lasciare Beatrice sola, avendo appreso che Carmelo avrebbe fatto tardi, le propose un ultimo bicchiere in camera.
Beatrice accettò, non aveva per niente sonno, sudata e leggermente brilla, fu ben lieta di stare ancora un po’ in compagnia. 
In camera li aspettava una bottiglia di champagne immersa nel cestello del ghiaccio. In realtà Antonio e Luca avrebbero voluto stapparla per la loro ultima notte insieme, però decisero di condividerla con la loro nuova amica. 
L’atteggiamento dei due, incoraggiato dalla privacy della stanza, mutò. Beatrice non fu per nulla infastidita per quelle effusioni ed i gesti di affetto fra i due uomini. Dopo averle chiesto il permesso, facendo un caldo terribile, a turno si misero in libertà, restando in calzoncini corti. Beatrice, che indossava un semplice abitino nero che le lasciava scoperte gran parte delle cosce e la schiena, chiese il permesso di togliersi le scarpe dal tacco alto che la stavano tormentando. 
Si accomodò su una poltroncina color rosa antico, mentre i due uomini sul bordo del letto. Non ci volle molto a terminare la bottiglia: un flute tira l’altro, inoltre Beatrice, ogni volta che vedeva le mani di Antonio o di Luca indugiare sui corpi nudi e ben definiti l’uno dell’altro, aveva un moto di eccitazione. 
Fra i vari discorsi i due accennarono anche alla loro relazione. Luca ed Antonio domandarono a Bea se provasse noia nel guardarli in quella situazione, la donna con un sorriso alterato dall’ebbrezza alcolica, replicò che i gesti di amore sono sempre piacevoli e che li trovava belli nella loro relazione. Poi scherzando e provocandoli, disse che non gli era mai capitato di vedere due uomini baciarsi fra loro. Divertiti da quel gioco, i due non si fecero pregare: cominciarono a baciarsi languidamente, mentre la mano di Antonio massaggiava lentamente e con passione il sesso di Luca: l’erezione cominciò a tendere il tessuto dei calzoncini corti dell’uomo.
“Basta ragazzi, così fate eccitare anche me”, sbattendo le mani come una maestra a scuola che richiama l’attenzione dei bambini, cercò di interrompere quel momento . Antonio effettivamente smise di baciare il suo amante, osservando le reazioni di Beatrice e proseguendo a massaggiare la sagoma ormai evidente del cazzo di Luca:”Be non c’è nulla di male ad eccitarsi, vuoi partecipare?”, scoppiarono tutti in una fragorosa risata per la provocazione, mentre Luca guidava la mano di Antonio all’interno dei suoi pantaloncini, permettendogli così di impugnare il cazzo. Beatrice si fece ad un tratto seria, notando quel movimento veloce, si passò la lingua sulle labbra, il cuore le batteva forte per quella situazione inaspettata. 
Antonio, temendo che la donna si fosse offesa, levò la mano dai pantaloncini dell’amico, stava per scusarsi, quando Beatrice lo interruppe:”Continua ti prego”.
Nessuno dei tre pensava che potesse andare a finire così, così Antonio abbasso i pantaloncini di Luca, tirandogli fuori il pene eccitato, cominciando un movimento lento lungo l’asta mettendogli in mostra la cappella:”Vieni qui Beatrice, non lo trovi bello?”.
La donna non si fece pregare, si alzò in piedi non togliendo lo sguardo dai quei due, sbarazzandosi del suo vestitino e rimanendo coperta unicamente dal suo minuscolo perizoma e da un reggiseno a balconcino, entrambi neri. Si inginocchiò ai piedi del letto, fra le cosce di Luca. Guidata dai movimenti della mano di Antonio, prese in bocca il cazzo dell’uomo, cominciando dalla cappella per poi ingurgitare buona parte dell’asta, seguendo il ritmo lento della mano. Luca ed Antonio si baciavano con passione, lei vedendoli si eccitò ancora di più, mentre succhiava avidamente, allungò una mano verso il cazzo di Antonio, tirandolo fuori dai pantaloncini per massaggiarlo. 
Non lo aveva mai provato prima, aveva due cazzi all’altezza del viso, ingorda cominciò a succhiarli a turno, massaggiando quello che restava scoperto dalle sue labbra. 
Dopo breve si ritrovò sdraiata sul letto, le cosce aperte e Luca che la scopava, mai abbandonando le labbra dell’amante. Antonio, osservando il suo uomo muoversi languidamente fra le gambe di Beatrice, si sistemò con il proprio pene in modo che la donna potesse proseguire a succhiarglielo. Beatrice gemeva di piacere, con le labbra colme di sesso ed eccitata dai colpi ormai furiosi di Luca.
Non permettendole di arrivare all’orgasmo, i due uomini si diedero il cambio. Antonio la fece voltare, volendola prendere da dietro, Luca invece in piedi e sul bordo del letto, le afferro i capelli guidandola sul proprio cazzo. L’affare di Antonio era più grosso, non appena se lo ritrovò dentro cominciò impazzita a muovere i fianchi, assecondando i colpi dell’uomo, l’orgasmo sopraggiunse furioso, scuotendola e facendola gemere ed ansimare. Costretta ad interrompere il pompino con cui stava deliziando Luca, strinse forte le lenzuola e venne gemendo rumorosamente come una cagna in calore, come non le era mai capitato.
Si sentì troia, porca, la cosa non le dispiaceva affatto, ormai priva di ogni inibizione si mise in ginocchio sul pavimento:”Vi voglio tutti e due in bocca!”
I due amanti la accontentarono, entrambi in piedi, uno accanto all’altro, le offrirono il loro sesso ancora eccitato, mentre lei in ginocchio donava loro piacere con le labbra e con le mani, dedicandosi a turno al cazzo di ciascuno.
Vennero pressoché all’unisono, probabilmente perché eccitati nel leggere il piacere negli occhi e da quel gioco di sguardi. Il primo schizzo fu quello di Luca, che le finì dritto in gola, poi fu la volta di Antonio. Si trovò con il viso pieno della sborra di entrambi, le colava copiosamente dai capelli, dalle guancie e dalle labbra, su cui passò la lingua per assaporarne il gusto. Senza ripulirsi i tre si ritrovarono sul letto, con Beatrice in mezzo, i baci e le carezze si sprecarono. 
La donna guardò l’ora e si rese conto che era tardissimo, doveva andare prima che arrivasse il marito.
Carmelo la trovò sveglia sotto le lenzuola:”Come è andata con i due finocchi? Divertita?”.
Bea, con un sorriso furbetto, rispose che aveva passato una splendida serata, domandò se anche la sera successiva avesse da lavorare. Fortunatamente l’uomo le risparmiò la sveltina prima di addormentarsi, permettendole di rivivere ad occhi chiusi i corpi dei due amanti.

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