lunedì 16 giugno 2014

STORIE DA BAR E DINTORNI (acquerelli di vita reale)


"Oggi mi hanno lasciata a casa. Non servivo più o così almeno sostengono. Ho perso il lavoro!". La guardo. Torno a bere la mia birra. "E' la crisi. A me è successo tre mesi fa!". Ordino una birra anche per lei. Ne avrà sicuramente bisogno. "E cosa hai fatto?". Appoggio le braccia al bancone. "Niente. Bevo e aspetto". Mi osserva perplessa. "Aspetti cosa?". "Che mi sbattano fuori di casa. Sono secoli che non pago l'affitto!". Scoppia a ridere mentre butta giù una bella sorsata. "Sei sempre il solito. Non cambierai mai!". Sorrido anch'io. Non ci rimane altro. "Sai a cosa stavo pensando? Mi sa tanto che mi metterò a fare la puttana! Dicono che si guadagni bene. Metto un bel annuncio su uno di quei siti fatti apposta e buum, risolvo tutti i miei problemi!". La guardo incuriosito. Non so se dica sul serio o stia sparando un mucchio di cazzate. "Io non ti darei nemmeno un centesimo!". La sua espressione mi fa morir dal ridere. Questa proprio non se l'aspettava! Corro ai ripari. "Quel che volevo dire è che sei troppo bella e certamente costerai troppo per le mie tasche!". Mi sorride maliziosa. Appoggia una mano sulla mia. "Oh, se è per questo non ti devi preoccupare. A te la darei gratis!". Scoppio a ridere. "Oh, se è cosi, allora.....!". Donatella mi è sempre piaciuta. Non so perché ma non siamo mai finiti a letto insieme. Questione di tempistiche sbagliate, probabilmente! Torna seria. "Veramente, dai! Guarda che non sto scherzando. Una mia amica già lo fa. Riesce a farsi quasi cinque bigliettoni al mese!". Fischio sbalordito. Cinquemila euro al mese è un gran bel gruzzolo. Dovrei iniziare a pensare seriamente anch'io di vendere il culo. Per cinquemila euro al mese.....! La osservo. "Credi di esserne in grado? Non è poi così semplice come si crede, sai?". Sono perplesso. Fare la puttana effettivamente non è una passeggiata. Lei fa spallucce. Beve la sua birra. "Non saprei. Ma voglio comunque provarci. E poi, se becco un cliente che non mi piace, posso sempre pensare a te!". Mi fa l'occhiolino. Sorrido. "Sarai una gran puttana, allora!". Scoppiamo a ridere insieme. Brindiamo a questa nuova vita. Uno dei brindisi più strani che mi siano mai capitati!
"Che giornata di merda!". Alfio entra nel bar sudato e trafelato. Indossa ancora la tuta da lavoro. Autocarrozzeria. Puzza di sudore ed è ancora sporco di grasso. Si siede al mio fianco. Ordina una birra. "Che succede?" chiedo più per cortesia che per reale curiosità. Sbuffa. "Mi sa che la Betty mi ha beccato sta volta!". Sogghigno. Tutti noi sapevamo delle varie tresche che Alfio aveva in giro. Tutti tranne la moglie. La Betty, per l'appunto. "E come ha fatto?". Mi guarda. "E che ne so. Solo che adesso mi sta addosso come una zecca. E non mi lascia respirare. Forse mi sarò dimenticato qualche messaggio sul telefono!". Scuote il capo. "Devi stare attento. Con tutte quelle troiette che hai in giro.....!". Faccio fatica a trattenermi dal ridere. Sospira. "E come ne esco ora?". Sorseggio la mia birra. Penso. Rifletto. E mi viene in mente l'unica cosa che può fare un uomo. "Nega. Nega tutto. Anche l'evidenza. Nega e fai in modo di non farti più beccare. Alla fine le passerà, vedrai!". Sogghigno. Classico consiglio del cazzo da uomo! "Già! E' quello che avevo pensato anch'io. Magari me ne sto buono per qualche tempo, tanto per far calmare le acque. Che ne dici?". Annuisco. Certe persone non riescono proprio ad afferrare il nocciolo della questione. Sicuramente non lui. Inutile perdere tempo per farlo ragionare. Meglio affermare quel che vuole sentirsi dire. Offro un nuovo giro. Lui si tracanna la sua pinta, pulendosi poi la bocca sulla manica unta. Va molto meglio. Sorride. "Meno male che questa sera se ne esce con le sue amiche. Una bella tregua allo scassamento di palle!". Ride di gusto alla sua battuta. Sorrido per compiacerlo. "A proposito. Visto che sono a casa da solo, perché non vieni da me? Birra e film porno! Che ne dici?". Saremo sempre degli eterni adolescenti! Mi strizza l'occhiolino. "Ti ringrazio. Ma per questa sera ho già altri programmi!". Mi da una pacca sulla spalla. "Brutto bastardo, qualche nuova fighetta?". Sorrido di rimando. "Più o meno!" rispondo con fare cameratesco. "Beh, allora vado. Grazie per la birra!". Mi saluta e se ne va. E' bene che me ne vada anch'io. Questa sera sarà una lunga serata. Quando verrà da me, la Betty, vorrà sicuramente rendere pan per focaccia a suo marito!
"Ehi, Lagrein, oggi ho fatto proprio il botto in ufficio!". Michele mi raggiunge al banco e mi siede a fianco, passandomi un braccio sulle spalle. "Ho atteso con nervi d'acciaio che la borsa si rialzasse e ho fatto guadagnare ben tre milioni al mio miglior cliente!". Scoppia a ridere compiaciuto del suo successo odierno. "Che te ne pare, eh, amico?". Non mi volto neppure. "Non sono tuo amico!" rispondo burbero. Questi cazzo di broker rampanti mi hanno sempre infastidito. Questione di invidia, probabilmente! "Dai, su, non fare così. Oggi offro io. Voglio che ti sbronzi a spese mie!". Beh, la giornata pare prendere una buona piega, nonostante tutto! "Sei sicuro? Guarda che così vai a sputtanarti tutte le tue commissioni!". Sogghigno. Anche lui ride divertito, non accorgendosi del fastidio che mi sta provocando. "Barista, inizia a portarci il primo giro di whisky!" ordina quasi urlando. Certe persone mi hanno sempre dato sui nervi! Ma tant'è, qui si tratta di bere a scrocco! "A proposito, la vedi ancora quella bionda tutta tette?" domando in attesa del mio whisky. Lui mi fissa perplesso. Poi d'improvviso gli si illumina il viso. "Chi? Ingrid? La troia tedesca? No, no, roba vecchia. L'ho scaricata un paio di settimane fa. Iniziava a fare strane richieste tipo quando andiamo a vivere insieme!". Mi strizza l'occhio con fare complice. Se non fosse per la bevuta offerta, gli avrei già spaccato quella faccia di cazzo che si ritrova. "Però se vuoi ti recupero il numero, eh?". L'idea non mi dispiace. Quelle tette erano davvero superbe! "Senti un pò, sai che facciamo? Adesso io esco e vado a recuperare un pò di polverina magica. Poi chiamo Ingrid e ce la sbattiamo insieme, eh? Che ne dici?". La sola idea di vederlo nudo e flaccido al mio fianco mentre condividiamo quelle pere fantastiche mi fa venire il voltastomaco. Meglio filarsela. "Mi spiace Miky" dico mentre mi alzo. "Ma mi è appena venuto in mente che ho un impegno improrogabile. Scappo. Devo andare ad assistere a un rosario!". Mi fissa allibito. L'imbecille probabilmente non ha neanche capito che lo sto prendendo per il culo. "Complimenti comunque per l'impresa odierna!" dico nel salutarlo. Esco dal bar sano e salvo. Eh già! Lo stronzo ha fatto proprio una grande impresa oggi. E' riuscito a farmi rinunciare a una colossale bevuta gratuita!
"Mi ha lasciato, Andrea. Se n'è andata!". Roberto mi parla con un filo di voce, aggrappato al bancone del bar come se stesse per cadere. "Già! Me l'hanno detto". E' l'unica cosa che riesco a dire. Gli passo la birra che ho ordinato per lui. Ha gli occhi lucidi di lacrime. Ero riuscito a evitarlo per tutto questo tempo. Oggi invece mi ha beccato! "Io non ce la faccio. Non posso vivere senza di lei. Semplicemente non ce la faccio!". La mia non è cattiveria o menefreghismo. E' puro spirito di sopravvivenza. Quel che sta capitando a Roberto io l'ho già vissuto anni fa. Ma la ferita, evidentemente, non si è ancora rimarginata. "Brutta storia, Roby! Bevici su e cerca di dimenticare!". Cerco di nascondere inutilmente il mio volto nel boccale che ho davanti. "Dimenticare? Ma che cazzo dici? Tu non capisci". Lo fulmino con gli occhi. Abbassa lo sguardo. "Scusami! Sono un cretino! So bene che ci sei passato pure tu in questa situazione!". Gli passo un braccio attorno alle spalle. Alle volte un gesto vale più di mille parole. "Te ne devi fare una ragione, amico. E prima te la fai, meglio è! Le donne, quando prendono una decisione, specialmente una come questa, non tornano più indietro. Non vivere nell'illusione o nella speranza. Lei se ne è andata. Storia finita!". I suoi occhi si induriscono. Forse sono stato un pò troppo brutale. Ma cazzo, è bene che qualcuno gli faccia vedere come stanno realmente le cose. "Per te è semplice, vero?". Sta iniziando a scaldarsi. "Qualche scopata, un pò di troie, birra a volontà e la vita continua come sempre, vero?". Torno a fissare il bancone. Non c'è molto da aggiungere a questa conversazione. Perciò lo avevo evitato per tutto questo tempo. Sapevo bene che il mio cinismo non gli sarebbe piaciuto. "Beh, sai che ti dico? Io non sono come te!". Torno a fissarlo. "E come sarei io?". Mi guarda truce. "Un dannato bastardo figlio di puttana, ubriacone e senza sentimenti, arido ed egoista. Per questo vai a troie. Così al mattino non ti devi svegliare al loro fianco!". Gesù, questo si che è un bel ritratto. Mi scolo quel che avanza della mia birra. Lui si alza e se ne va senza nemmeno salutarmi. Qualche scopata, un pò di troie e birra a volontà. Forse anche questo è un modo come un altro per soffrire!
"Perché non scriviamo un libro insieme?". Valter si volta a fissarmi, colto di sorpresa dalla mia domanda. Borbotta qualcosa e torna alla sua birra. Strana storia la nostra. Un amicizia nata dal nulla, improvvisamente. Ci incontrammo casualmente in un locale sui navigli, dove un'amica comune presentava il suo ultimo libro. Un paio di birre, quattro chiacchiere e la consapevolezza dell'amore comune per la scrittura. "Sul serio. Pensaci!" insisto. Sogghigno divertito. Torna a fissarmi nuovamente. "Perché io?". Finisco la mia pinta e appoggio il boccale al bancone. "Cazzo! Perché tu sei Valter Padovani, un maledetto bastardo che scrive maledettamente bene!". E' il suo turno di ghignare divertito. "Beh, anche tu non scherzi!". Scoppio a ridere. "Ok, dai, smettiamola. Non siamo bravi a leccarci il culo a vicenda". Si mette a ridere pure lui. "D'accordo! Ci sto. Ma sappi che non faremo mai fortuna né diventeremo famosi!". Annuisco. "E' del tutto evidente! In fondo siamo due geni e due grandi scrittori. Per questo non sfonderemo mai!". Scoppiamo a ridere insieme. E insieme brindiamo a questo nuovo sodalizio. Uno dei brindisi più belli che mi siano mai capitati!

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