giovedì 26 giugno 2014

OSTINAZIONE


Mi nutro di ideogrammi multicolori 
quando la poesia attraversa le mie porte. 
Le lettere si riflettono nella mente 
e le parole fluiscono blasonate 
in una vertiginosa atmosfera 
carica di emozioni strappate alla memoria.
Ordisco trame, macino versi,
studio modelli e codici 
per disperdermi nella marea 
di sensazioni che vanno e vengono. 
E rinasco ogni volta, 
ricca di sostanza estorta alla materia, 
come le acque nella risacca 
che si prosciugano al sole,
ma di nascosto si riuniscono 
al loro amato mare.
- E’ un moto perpetuo. -
Gioco con le parole e i pensieri, 
come un funambolo senza paura, 
banchettando sulle appendici lessicali.
Appaio distaccata dal mondo, 
strategicamente impersonale con chi lo popola, 
fuggo dalla produzione del conformismo sociale. 
Piscio e vomito i miei lamenti, sì! 
Ma è un sereno vivere 
entro un silenzio perfetto attorno alla mente.
Dio… 
Perché sono così dura con il mondo intero? 
Perché tutto mi appare inutile e falso?
Potreste prendermi a calci in culo 
per farmi uscire dai miei schemi folli, 
ma sono così elegantemente legata 
a questa mia pazzia, 
che pensare razionalmente 
non potrebbe farmi scrivere
anche, e solo, quest’ammasso di parole
che ancora mi ostino a chiamare poesia.

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