lunedì 14 luglio 2014

CUORE DI GHIACCIO di IceHeart


Manuelita una giovane suora novizia che ha appena preso i voti,devota al Signore fin dalla sua adolescenza. Un pomeriggio la madre superiora le annunciò che doveva andare via a sostituire una consorella che era morta da poco in un altro convento, il monastero di Mont Saint Michelle, in Francia.Le diedero solo piccoli spiccioli per il viaggio e per poter arrivare in quel luogo sperduto; fece la valigia e dopo i vari saluti,prese il suo catorcio, una piccola cinquecento. Tolse la sua veste ed indossò un paio di jeans neri ed una camicia bianca, infine le scarpe da ginnastica . Non era più abituata a quel modo strano di abbigliarsi, si fece quasi buio era l'ora di cercare una locanda. Entrò con il suo borsone nero vide quell'uomo che la fissava, era spaesata non sapeva cosa dire, come comportarsi. Il tizio si avvicinò:”Desidera?” , balbettando la donna replicò: “Una camera per favore”. L' uomo consegnandole le chiavi domandò se si sarebbe fermata per molto, al che lei rispose che avrebbe soggiornato solo una notte.
Con gli occhi bassi, prese le chiavi ed andò subito in camera. Come prima cosa sfilò dal suo collo il rosario e cominciò le sue preghiere, ad un tratto si presentò nella sua mente la figura di quello sconosciuto, pensarlo ad immaginarlo la distraeva dalle sue preghiere. Assorta nei suoi pensieri religiosi sentì bussare alla porta. L’ uomo entrò e le chiese se volesse qualcosa per cena.
Passò una bella serata con lui: un limoncello dietro l ‘altro. Ritornò in camera barcollando, non era abituata la giovane suora.
“Dio mio cosa mi successo, cosa ho fatto!!”.
Prese il flagello dentro il borsone è cominciò a punirsi per quel peccato, si tolse la camicia ed i jeans; rimase nel suo intimo di pizzo e cominciò con le frustate. La prima, la seconda, ed che ecco di nuovo bussar quella maledetta porta: era lui: capelli brizzolati, un fisico scolpito, due occhi verdi, un naso leggermente irregolare e due labbra carnose. “Fatti vedere, Manuelita vieni avanti”, timidamente mi avvicinai. “Sei bella!! Girati, fatti vedere da dietro.” Mi girai per permettergli di vedere i miei glutei sporgere dal pizzo delicato delle mutandine. “I tuoi glutei sono una meraviglia, vorrei morderli”. La sua voce era alterata, dal desiderio: “Siediti! Siediti sul letto, di fronte a me”. Ubbidii sedendomi all'estremità del letto: “Accarezzati il seno”. Con la mano iniziai ad accarezzarmi il collo, scendendo un po' più giù. Un dito segue il solco tra i due seni, percorro il bordo del reggiseno, accarezzando dolcemente la pelle liscia, le dita che lasciano una scia di brividi, sento il suo respiro accarezzarmi l'orecchio. “Slaccialo!” ordinò. Con la mano sganciai il fermaglio del reggiseno, liberando i miei seni: una terza abbondante, lasciandoli esposti al suo sguardo. La sua mano mi sfiorò:” Sono così belli”, iniziai ad accarezzarmi i seni, lui venne incontro alle mie dita. Il mio gesto lo riempì d'eccitazione, lo sentivo dal ritmo del suo respiro, che era più accelerato. Qualcosa di duro, premeva tra le mie natiche, mentre lui mi diceva:”Spogliati tutta”.
Mi alzai in piedi, sfilai le mutandine, restando nuda. Aspettai che si riempisse della vista del mio corpo. Il suo gemito d'eccitazione mi diceva che era pronto.
“Sdraiati, fammi vedere la tua fica ”. Mi sedetti sul letto, appoggiandomi indietro,rimanendo con le cosce aperte. Con un dito iniziò a penetrarmi, lentamente. Mi bagnai e feci scivolare le dita sempre più in fondo, un gemito d'eccitazione mi sfuggì dalle labbra. “Mettiti in ginocchio”, mi ordinò, ansimando. Mi metto a carponi sul letto, mostrandogli il culo,continuando a penetrarmi. Ormai ero sull'orlo di un orgasmo, interruppi e mi alzai, avvicinandomi o a lui ed accarezzando dolcemente il pene in erezione che usciva dalla patta dei pantaloni, bisbigliandogli in un orecchio:”Ti è piaciuto?”
Mi sorrise solamente Gli sbottonai la camicia senza mai smetter di accarezzargli il pene, lasciandolo con la canottiera da muratore, che esaltava il suo fisico. Mi inginocchiai davanti a lui, per baciare la fessura del glande Lui serrò le labbra e socchiuse gli occhi. Il suo pene, tra le mie mani era duro, per l'eccitazione. Lo assaggiai per tutta la sua lunghezza. Gli girai intorno, accarezzando il petto.
“Mi desideri”, esclamo. Da dietro le spalle infilai le mani all'interno delle sue mutande e le abbassai sotto la linea del sedere, baciandolo sul collo. Gli sfilai le mutande, gettandole, stendendomi sul letto. Mi raggiunse le sue mani mi accarezzano, quindi la sua bocca mi baciò e poi iniziò a mordere con delicatezza. Iniziò a divaricare le cosce, fino a sollevare il mio ventre. Sentivo la sua lingua in me, e questo era stupendo: “Continua mi piace” . La cosa mi portò all'orgasmo. Mi sfilai da lui e mi penetrò, mentre le mie gambe,si avvolgevano intorno alla sua vita. Si muoveva in me roteando, quasi il suo pene fosse un mestolo. Gli sussurrai: “Lo fai apposta?”. Lui si fermò, sentivo il suo cuore battere contro il mio torace. L'emozione era forte ne approfittò per baciarmi il collo. “Mi piace” Mormorò a denti stretti. “Sei una macchina da sesso!Sono la tua troia”, lo dissi non per eccitarlo ma perché era vero.
Distese nel letto si accese la sua sigaretta guardando il soffitto, Manuleita gli chiese: “E quindi?” L’uomo rispose:”Quindi per essere una giovane suora non sei male letto,cosa mi nascondi?”
Lei lo guardò con occhi dolci e timidamente risposte:”Nulla locandiere!”. Dopo un po’ cadde in un sonno profondo, mentre lei gli accarezzava i capelli contornava il suo viso con un dito e lo fissava.
L’ espressione mutò, da ingenua donna ad una “Iceherat” dal cuore di ghiaccio. Si alzò piano, si avvicino al suo borsone, prese il pugnale lo guardò con devozione. Si avvicinò all’ uomo: un piccolo bacio sulle labbra e prese la mira dritta al cuore. Leccò il pugnale insanguinato, assaggiando il suo sangue, trovandolo buono. Prese una provetta dal borsone, la riempì con qualche goccia, si rivestì ed and in bagno a lavare il pugnale. Si guardò allo specchio, ad un tratto si rivide adolescente: capelli lunghi e neri, occhi da cerbiatta, un corpo da modella. Accanto a lei l’ uomo nero, quello che la costringeva al sesso, abusando di lei ogni sera, dei suoi seni e della sua fica, del suo culo. La voleva tutta, in tutte le sue varie sfumature. Quell’ uomo era il suo tutore dopo la morte dei suoi genitori, venne affidata perché di lui i suoi si fidavano.
Decise di entrare in convento, ogni uomo che la sfiorava finiva pugnalato. Il primo fu l’ uomo nero, conservava ancora la provetta del suo sangue.
Si avvicinò con il pugnale al locandiere senza nome, gli parlò:”Non sono una suora sono semplicemente un’IceHeart. Prese un foglio ed iniziò a scrivere:”MAI ANDARE A LETTO CON UNA SCONOSCIUTA” cui seguì la sua firma:”CUORE DI GHIACCIO”. Lo appoggiò sul cuore trafitto, un’ultima occhiata al cadavere, prese le sue cose e ripartì per una nuova avventura.
Quando sesso e destino si intrecciano in storie coinvolgenti ed intense.


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