martedì 1 luglio 2014

I SOGNI SON DESIDERI. SCONCI. di Alice Stregatta




Come fosse nato, lei lo ignorava.
Sapeva solo che, d'un tratto, l'aveva assalita quel desiderio che la illanguidì, bagnandole i pensieri.
D'un tratto desiderò che lui le si materializzasse alle spalle, le afferrasse la vita, le mordesse il collo.
Le dicesse "ho avuto voglia di te tutto il giorno", alzandole il vestito.
Che le infilasse una mano negli slip e si rendesse conto che era così anche per lei.
Umida di voglia, sospirando, desiderando che il suo tocco diventasse via via più incalzante.
Si sarebbe inginocchiata ai suoi piedi, sfilandogli la cintura, slacciando i bottoni dei jeans con un unico gesto, abbassandoglieli fino alle ginocchia. Lui era lì, seminudo: la eccitava quel senso di furtiva trasgressione. Finalmente, il suo cazzo. Il cazzo che tanto desiderava. L'avrebbe succhiato e leccato, avidamente, affondando le mani nei suoi glutei, ad assecondare le sue spinte, godendo dei suoi mugolii. Occhi negli occhi. Aspettando un cenno per fermarsi.
Lui si sarebbe chinato, facendola sdraiare sul pavimento, le cosce larghe, ad accoglierlo.
L'avrebbe penetrata, scopandola come piaceva a lei. Come una troia.
Immaginava... Il suo modo di scoparla. I baci, la lingua ad esplorare la sua bocca mentre la fotteva, le dita che l'avrebbero presto sostituita.
Amava essere presa. Totalmente.
Posseduta.
Quella mattina era sola in negozio. Si chiuse in bagno... Non poteva aspettare a placare la morsa di desiderio che la attanagliava. Si masturbò, torturandosi il clitoride, affondando le dita nella figa grondante di umori. Godeva toccandosi, pensando a lui. Ebbe un orgasmo così rapido e violento che la fece tremare. Il piacere che si donò aveva il suo nome.
Si guardò allo specchio, leccandosi e succhiandosi le dita, socchiudendo gli occhi come un gatto sornione. La sua immagine riflessa le sorrise di rimando. Le sembrò che le strizzasse l'occhio.
"Stregatta... Questa cosa rimarrà tra Alice e te."


1 commento: