lunedì 1 settembre 2014

FAME DI TE di Elsie R Stone




Non lo aspettavo quella sera, avevamo avuto la solita discussione ed era sparito per tutto il giorno, non avevo cenato e me ne stavo sdraiata sul terrazzo, a fumare sigarette, una dietro l’altra, con i pensieri immersi nel niente, fino a quando vengo distratta dal suono del campanello, penso ai soliti scocciatori quindi decido di non aprire. Il suono del campanello diviene sempre più insistente, divenendo quasi delle urla, e allora mi alzo di scatto, furiosa decisa a sfogare tutta la mia rabbia su quel maleducato dietro la porta. Apro e mi blocco, la sorpresa mi coglie, il grande maleducato è lui, ha il volto scuro, torvo e mi guarda come se mi volesse uccidere.
“Avevi intenzione di non aprirmi?” mi chiede con aria di sfida.
“Non sapevo fossi tu, pensavo ad uno scocciatore” rispondo con tono sibillino.
“Quindi sono diventato uno scocciatore?”.
“No, entra..”.
Lo faccio accomodare nel mio mini salotto e faccio spazio sul divano, spostando cuscini, libri e fogli di carta che riposano da giorni in quella posizione. Ci sediamo, senza dire una parola, la tensione cresce riempiendo l’aria nei nostri pensieri inespressi, sento la mia pelle arricciarsi sotto il suo sguardo e una voglia pazza di lui mi assale all’improvviso. Lentamente mi sposto, mi siedo a terra e gattono lentamente verso di lui, mi guarda all’inizio sorpreso, poi il suo sguardo si addolcisce e diviene velato, lascivo, voglioso. Arrivo alle sue ginocchia e sempre con lo sguardo fisso nei suoi occhi comincio a baciargli l’interno delle gambe, il suo respiro si fa pesante e mi bagno al suono dei suoi sospiri. Allungo le mani sulle sue cosce fino ad arrivare alla lampo dei pantaloni, lo tocco avida, possessiva e sento crescere il suo membro sotto il mio tocco.
“Questo è solo mio” gli dico con dire quasi minaccioso.
“Allora prendilo, adesso”.
Lo spoglio in fretta, smaniosa di assaporare la sua carne, di sentire il suo sapore, sono affamata di lui e tremo dalla voglia di possederlo, di farlo impazzire. Libero il suo uccello fiero, duro ed eretto, lo afferro e faccio scivolare la mia mano su tutta la sua lunghezza e lo avvicino al mio viso, lo strofino sulla mia faccia mentre chiudo gli occhi e mi inebrio del suo calore.
“Adoro questo, voglio la tua bocca” mi sussurra con la voce strozzata.
Mi afferra i capelli mentre lecco deliziata la sua cappella gonfia, il suo sapore è divino e lo gusto eccitata mentre mi porto l’altra mano tra le gambe per torturarmi il clitoride. Apro di più la bocca e lo accolgo fino in fondo alla mia gola, il suo respiro si fa più pesante, i suoi gemiti sempre più forti ed io orgogliosa continuo il mio assalto, lo divoro, lo succhio, riempiendolo della mia saliva. Sento il suo piacere crescere, si muove a ritmo nella mia bocca mentre mi dice parole volgari che mi fanno eccitare ancora di più, sono la sua puttana, la sola che lo fa morire di desiderio, l’unica che lo fa incazzare ma godere all’inverosimile. 
“Vengo..”.
Esplode il suo orgasmo nella mia gola ed io continuo senza sosta a succhiarlo, voglio straziarlo, privarlo di ogni energia, farlo godere il più possibile e mentre il suo nettare caldo scende nel mio stomaco vengo anche io, caccio un urlo sordo, soffocato dal suo uccello, dal suo sperma e dagli spasmi del mio corpo.
Mi abbandono sul suo ventre, sfinita, soddisfatta e rilassata, mi afferra con un braccio e mi tira su, mi bacia appassionatamente e mi sorride.
Non siamo più nervosi, le tensioni se ne sono andate ed ora parleremo con calma.

Nessun commento:

Posta un commento