lunedì 1 settembre 2014

ISTINTO di Sereno Notturno




Zoccola, veramente una gran puttana. Il giovane aveva detto la sua riguardo all'ammagliatrice, dopo averla messa ai ferri corti, facendole bere una mezza bottiglia di whisky. Voleva far comprendere ai suoi amici di cosa era capace tutto il santissimo giorno, gesti movimenti ed ammiccamenti. Marta era il suo nome, ragazza tosta, fisico atletico, con tutte le forme al posto giusto.
Una specie di aquila, pronta a planare e depredare i cuori altrui, per poi lasciarli svuotati del loro contenuto. Titubante come sua abitudine, stronza con chi non le dava filo, ammagliatrice come poche, semplicemente puttana come insegnamento da lunghe generazioni. Rigorosamente vestita con maglia e gonna corte, l'avevano vista sempre così, qualcuno giurava pure d'inverno. Il padre un umile operaio di una ditta di filamenti di rame, la madre quasi sempre in casa sua, il più delle volte di altri, lei nullafacente, al massimo qualche serata nel night club della provincia umbra.
Oramai a detta di tutti era una classica “boccia persa”, cioè quelle persone che le si deve tenere così, non potrà migliorare se non l'ha fatto sinora. Nessuno capiva cos'era successo quel giorno tra lei e la madre, letteralmente un vero litigio, con tanto di parole grosse e qualche sberla ben assestata.
Fino a venti minuti prima l'avevano vista sul balcone, a sedere con le gambe incrociate, metteva in mostra i contorni degli slip di pizzo che uscivano dalla gonna corta. In mano un coltello senza denti e un kiwi maturo nell'altra. Jack Daniel appoggiato al pavimento, lo teneva come i bambini fanno con l'aranciata, beveva di tanto in tanto, nell'afa soffocante di quel pomeriggio estivo. 
Si sentiva italiana a tutti gli effetti, anche se la madre era originaria dell'est, quello era però da sempre il suo habitat naturale, ai piedi del monte. Gli abitanti del paese avevano una venerazione per lei, specie gli uomini; era la gioia dei bambini coi quali scherzava e rideva, la delizia degli adulti nel mostrarsi per com'era, diciamo molto altruista. I mariti fingevano di non conoscerla quando erano in giro per il paese con le mogli, ma trovavano sempre una buona scusa per girare lo sguardo. Un bel giorno fermò una coppia di mezza età, conosceva bene il marito e pure sua moglie Elvira.
Li fermò in mezzo alla strada andando loro incontro, chiedendo come mai, il marito si comportava così liberamente quando non era con la moglie, lasciandole andare anche pacche sul sedere. La moglie rimase ad ascoltarla e sbigottita dai discorsi spalancava gli occhi. La frase con la quale si rivolse all'uomo fu alquanto esaustiva: “Dobbiamo parlare a lungo io e te, dovevo capirlo che c'era qualcosa. Lo intuivo dal modo di comportarti ogniqualvolta entravi in casa, Spiegami, che cazzo ti manca da dover cercare altro fuori”, il marito rimase a bocca aperta facendo la parte da perfetto beota pentito.
La giovane donna, nella sua sfacciataggine sembrava divertita d'aver rovinato la quiete domestica. Aveva un perfetto piano col quale agiva, tanto da continuare ad istigare l'uomo con lo sguardo, appoggiandosi vicino al suo sedere, voleva carpirne le reazioni.
Quello era il suo modo di essere, perfetta troia di sempre e nulla l'avrebbe cambiata.

Nessun commento:

Posta un commento