martedì 2 settembre 2014

SVEGLIARMI CON TE di Indeeper Yoursoul




Buongiorno...te lo sussurro all'orecchio mentre una mano malandrina scivola sinuosa sotto le coperte e accarezza la tua pelle calda e ammorbidita dalla notte..i tuoi seni sono rilassati, il tuo ventre è in sintonia col tuo respiro..saluto il tuo ombelico con un tocco leggero dei polpastrelli e tu hai un brivido che non può ancora diventare solletico, troppo assopiti sono ancora i tuoi sensi.. E allora insisto, mi sento come il Signore della Città ormai deserta e abbandonata, posso andare dove voglio, visitare tutti gli edifici, entrare in stanze un tempo inaccessibili e curiosare ovunque, fin dentro i cassetti.. E allora entro anche nella tua casa, mi avvicino piano, quasi con circospezione, non sia mai che qualcuno torni all'improvviso e mi rovini il gioco. Cerco il campanello per verificare che il nome sia veramente il tuo ma pur girando tutt'intorno alla cornice, non trovo nulla. Spingo, allora, la porta già aperta con un dito e quella cede lentamente, con la pesantezza dei chili della sua blindatura. I cardini pero' sono ben oliati, così non è poi difficile trovarmi dentro dopo poco. C'è polvere dappertutto, e i miei passi lasciano impronte dietro di me. Risalgo le scale che conducono alla tua stanza, quella in cui mi hai accompagnato tante volte ondeggiandomi il tuo culo sul viso, consapevole che ti avrei seguito ovunque, incantato, come un topo segue il suo pifferaio magico. E tu mi guardavi con quello sguardo impertinente, prima di farmi entrare in quella camera perfettamente ordinata prima quanto devastatamente scombinata ogni volta che poi me ne andavo. Ed è così che, con il ricordo di quei baci di passione che iniziavano già all'ingresso, entro di nuovo in quella stanza e un vento forte e caldo mi investe; i vetri alle finestre si polverizzano e tutto inizia a girare. Quel vento caldo diventa una presenza che riesco a percepire dall'odore..odore inconfondibile di te. Provo ad aggrapparmi a qualcosa, ma tutto è diventato scivoloso ormai e più tento di avanzare verso il letto, che è il punto stabile della stanza, e più retrocedo e allora avanzo di nuovo, in un'alternanza di forza e cedimento. Devo lottare con questi eventi perché sento che, se arriverò a toccare il tuo letto tutto cesserà..il tuo letto, come simbolo catartico del tuo essere donna, dove, tra le lenzuola di raso, tu ti coprivi allo sguardo ma nello stesso tempo ti scoprivi femmina a te stessa. E così anche oggi, quelle lenzuola grondano del tuo piacere più intenso, madide del tuo essere più intimo, sbattono forte al vento, quasi mi schiaffeggiano ora che sono qui, aggrappato ad esse, e queste stesse, come un cane che si sgrulla il pelo dall'acqua, con un ultimo spasmo inumidiscono e rallentano quel vortice, tutto si quieta, e resta solo la devastazione della tua assenza mentre io, da solo così come è la mia sorte ormai, mi butto su quel letto sfatto e nella stanza, ancora tremante, grido forte il tuo nome!

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