giovedì 5 dicembre 2013

IL CANTO DELLA SENNA ( Passages ) di Andrea Lagrein



Lei cammina al mio fianco. Il suo profumo ancora mi stordisce. Non servono parole. Il silenzio che ci avvolge canta per noi.
Lenta risuona la cadenza della placida corrente. Ci lasciamo cullare da sensazioni senza meta. La città si concede ai nostri sensi. I venditori di piccole memorie ripongono le loro mercanzie. È sera e tutto si adombra. Una zingara vuol leggerci la mano. Tiriamo dritto. Avrebbe letto di passione e tormento, di gioia e dolore, di matrimonio e divorzio. Avrebbe letto il nostro futuro. Ma per noi, il nostro futuro, è tutto racchiuso in questa lenta camminata. E tanto ci basta.
Dio, quanto è bella. Quanto è caldo il suo corpo. Ne indosso ancora l'aroma. Ignoro ancora che diventerà mia moglie. Ignoro ancora che poi diverrà la mia ex moglie. Intanto osservo, in questo imbrunire, un paesaggio gravido di magia e bellezza, unico e irripetibile. Impalpabile aurea che sussurra, accarezza, blandisce e ispira. Indefinibile, difficile da cogliere. Ti può portare fino alle lacrime, tanto e' intensa.
Un freddo refolo di vento giunto dal nord la fa rabbrividire. Si stringe a me. Il suo seno accarezza il mio braccio. Persiste sulle mie labbra il sapore dei suoi turgidi capezzoli. Son passate poche ore, ma il calore delle lenzuola in quella mansarda di rue St. Martin arde ancora nelle mie vene. Sesso fatto con foga, con prepotenza, con avidità, come fosse l'ultima cosa che ci rimanesse al mondo. Le sue cosce, la sua vulva, il suo culo, la sua pelle vellutata. E il suo ardore. Tutto mi torna alla mente in questa languida camminata.
Incediamo oziosi lungo i parapetti di questo incanto, senza meta alcuna, pronti a farci catturare. Le note di una fisarmonica giungono da chissà dove, stemperando i nostri pensieri nella bellezza di questo spettacolo. Ci sediamo a un tavolino all'aperto di una brasserie. Calici di vino bianco. Il nostro sguardo indugia sull'immortale incedere del grande fiume. Lente chiglie ne risalgono e discendono la corrente. L'aria rinfresca. Ma il calore e la malizia dei suoi occhi fan presto a riscaldarmi. E il suo sorriso mi riempie il cuore.
Respiriamo la bellezza e la poesia del momento. Bellezza e poesia che solo questa città sa donarci. Mille luci si accendono su di noi. Mille luci si riverberano sulle placide acque. Mille luci che illuminano la nostra storia. Un violino zigano saluta la nuova sera. Sera in cui sprofonderemo nuovamente nella nostra passionalità, nella nostra eccitazione, nella nostra veemenza di giovani innamorati.
Riprendiamo la via di casa. Il fiume ci scorta silenzioso. Nella sensualità di questo incanto, ci blandisce con il suo canto. Nella sensualità di questo incanto, scivoliamo irrimediabilmente verso il nostro amaro destino!

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