mercoledì 18 dicembre 2013

PROVOCAZIONE di Sereno Notturno




Cosa ci faceva lui, li,  quel giorno assolutamente era lontano dal capire, si trovava probabilmente nel momento sbagliato, ma forse nel posto giusto.
Quello era un affare grosso, a lui cosa sarebbe venuto in tasca, questo se lo domandò e lo chiese ad alta voce a lei, e Martina lo guardò, quasi lui dovesse capire. Si trattava di una promozione sul lavoro per lei, doveva dare il massimo, lui doveva solo accompagnarla e farle coraggio.
Quel giorno lei gli chiese di passare da casa sua, perchè doveva finire di prepararsi, quindi lo invitò a salire, gli aprì con disinvoltura e lui con altrettanta sicurezza entrò, fino a quando non la vide a metà dei preparativi.
Pensiero folle che le pervadeva la mente, quel ventre rinchiuso nelle coulotte che le modellavano il culo e le disegnava le labbra, ancora senza reggiseno con quel ballonzolare mettendo in evidenza i capezzoli.
Qualcuno poteva resistere a tanta bellezza senza avere la tentazione di potersi cingere intorno a lei e sentire un corpo giovanile e modellato fremerle il ventre?
Lei lo guardo e disse:
“Per me è importante, non lo farei se non lo fosse.”
Sorrise lui, e con cenno d'intesa si guardò bene dal farle capire l'eccitazione, ma lei buttò l'occhio.
“Dopo se vuoi usciamo a cena e ci guardiamo un film qui da me”
Lui accennò un si con la testa.
Ultimi ritocchi e finiture poi finalmente era pronta e prontamente disponibile alla persona da invogliare al suo destino.
“ Verrai su in studio con me, perché ho timore di quella persona, così perfettamente distinta nei modi, ma rude con la carne.”
Arrivarono all'ottavo piano tra pareti colorate e divani in eco pelle, lui afferrò subito una rivista, mentre lei ripassava la parte, in cosa consisteva lo sapeva solo lei, ma lo si intuiva, dal ripassare la lingua sulle labbra.
“Buonasera signorina. Se si accomoda le mostro il progetto”
Chiuse la porta alle sue spalle e poi il silenzio, all'uomo fu spiegato dopo che la stanza era insonorizzata.
Una buona mezz'ora passò poi si aprì l'enorme scorrevole, le ultime dritte e l'assicurazione che si sarebbero rivisti per il contratto.
“Sai” fece lei scendendo le scale, “un uomo rude, ma deciso, al punto che mi ha lasciato senza parole. Pensavo d'essere in imbarazzo, alla fine ha fatto tutto lui, ho sentito ciò che non sentivo da anni ed ha una lingua che fa sognare. Ora se ti va di cenare e poi a casa mia voglio tu sia come lui. Voglio sentire, sentire ancora, veder sparire la tua lingua tra le mie labbra e prenderti vicino alle mie cosce la testa e consumarmi, perché tu sai consumarmi l'anima e il corpo, tu sei il lento godimento di una pura emozione".
L'uomo era preso dal pensiero ancor prima del timore o viceversa, lui non sapeva che lei aveva finto l'incontro precedente solo per spingere lui all'eccesso della trasgressione.

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