***PAGINE DEGLI AUTORI ***
IL CANTO DELLA SENNA ( Passages ) di Andrea Lagrein
Lei cammina al mio fianco. Il suo profumo ancora mi stordisce. Non servono parole. Il silenzio che ci avvolge canta per noi.
Lenta risuona la cadenza della placida corrente. Ci lasciamo cullare da
sensazioni senza meta. La città si concede ai nostri sensi. I venditori
di piccole memorie ripongono le loro mercanzie. È sera e tutto si
adombra. Una zingara vuol leggerci la mano. Tiriamo dritto. Avrebbe
letto di passione e tormento, di gioia e dolore, di matrimonio e
divorzio. Avrebbe letto il nostro futuro. Ma per noi, il nostro futuro, è
tutto racchiuso in questa lenta camminata. E tanto ci basta.
Dio, quanto è bella. Quanto è caldo il suo corpo. Ne indosso ancora
l'aroma. Ignoro ancora che diventerà mia moglie. Ignoro ancora che poi
diverrà la mia ex moglie. Intanto osservo, in questo imbrunire, un
paesaggio gravido di magia e bellezza, unico e irripetibile. Impalpabile
aurea che sussurra, accarezza, blandisce e ispira. Indefinibile,
difficile da cogliere. Ti può portare fino alle lacrime, tanto e'
intensa.
Un freddo refolo di vento giunto dal nord la fa
rabbrividire. Si stringe a me. Il suo seno accarezza il mio braccio.
Persiste sulle mie labbra il sapore dei suoi turgidi capezzoli. Son
passate poche ore, ma il calore delle lenzuola in quella mansarda di rue
St. Martin arde ancora nelle mie vene. Sesso fatto con foga, con
prepotenza, con avidità, come fosse l'ultima cosa che ci rimanesse al
mondo. Le sue cosce, la sua vulva, il suo culo, la sua pelle vellutata. E
il suo ardore. Tutto mi torna alla mente in questa languida camminata.
Incediamo oziosi lungo i parapetti di questo incanto, senza meta
alcuna, pronti a farci catturare. Le note di una fisarmonica giungono da
chissà dove, stemperando i nostri pensieri nella bellezza di questo
spettacolo. Ci sediamo a un tavolino all'aperto di una brasserie. Calici
di vino bianco. Il nostro sguardo indugia sull'immortale incedere del
grande fiume. Lente chiglie ne risalgono e discendono la corrente.
L'aria rinfresca. Ma il calore e la malizia dei suoi occhi fan presto a
riscaldarmi. E il suo sorriso mi riempie il cuore.
Respiriamo la
bellezza e la poesia del momento. Bellezza e poesia che solo questa
città sa donarci. Mille luci si accendono su di noi. Mille luci si
riverberano sulle placide acque. Mille luci che illuminano la nostra
storia. Un violino zigano saluta la nuova sera. Sera in cui
sprofonderemo nuovamente nella nostra passionalità, nella nostra
eccitazione, nella nostra veemenza di giovani innamorati.
Riprendiamo la via di casa. Il fiume ci scorta silenzioso. Nella
sensualità di questo incanto, ci blandisce con il suo canto. Nella
sensualità di questo incanto, scivoliamo irrimediabilmente verso il
nostro amaro destino!
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