venerdì 19 luglio 2013

GIORNO PERFETTO di Sereno Notturno






Si ritrovava ad ascoltare un’amica, a lui che piaceva il suo modo di fare; lei gli “disse
voglio spifferarti una cosa in gran segreto, mi sposo”.
Giorgia quello era il suo nome aveva l’euforia dei tempi antichi, con le gioie di bambina e lei lo era, venti anni meno di me; a proposito io sono Mirko.
Continuava a parlare di continuo, scandendo ogni parola come la dovesse disegnare nel contorno delle labbra, “Mi sposo al mare” e mi guardò, io non sono mai stato ad un matrimonio al mare, ma deve essere di quelli da favola, già immagino tutti gli invitati in pareo a far castelli di sabbia con le bomboniere.
Lei mi guarda, abbozza una risata finta e mi risponde “anche no” con le mie bomboniere.
Tutti i giorni passano tra la sua euforia e il mio interesse, organizzato per filo e per segno, anche l’hotel dove dormire, (parola grossa dormire). Ogni giorno una novità e su ognuna un cambiamento fino al giorno fatidico, la mattina ci sentiamo e lei mi chiede se avevamo organizzato per l’arrivo, “tranquilla, siamo grandi noi”.
L’appuntamento nostro era l’hotel, dove ci saremmo cambiati e partiti per la spiaggia, era la prima volta che andavo alla spiaggia a tirare riso, meglio della chiesa dove ti corrono dietro i preti per pulire. Non sapevo visto la mia tenera età dell’usanza dei colori della sabbia, praticamente agli sposi era dedicato un colore, i loro erano verde chiaro per lui e fucsia per lei, tutta la spiaggia ne era piena di quei colori. Ci guardiamo con i miei amici e amiche e ci chiediamo quando sarebbe stato il momento di un aperitivo, ovviamente eravamo i primi al banco, li cominciava il percorso che ci avrebbe portati verso la dimenticanza del matrimonio.
Quello si assaggia e quello si beve, quello si beve e quello pure, fino ad appoggiarci sui divani ai lati della spiaggia, ovviamente col bicchiere in mano, da premettere che eravamo ancora presenti, anche per il fatto che dovevamo ancora iniziare la cena: comodo, rilassato alzo lo sguardo, guardo due volte…
La sua amica che in una canzone veniva descritta “quella grande alta fica”, continuava imperterrita a guardare e il suo compagno era li, forse ho scoperto poi non essere il suo uomo, ma chi l’accompagnava al matrimonio, diciamo “amico”. Ma poi grande amico solo non era visto l’atteggiamento di perlustrazione del corpo che le propinava ogni tanto. Le casualità vuoi mai dire vengano da sole, erano al tavolo vicino al nostro e ogni tanto scorgevo lei quasi infastidita dalla presenza di lui, come a dire “mi annoi”, lui cercava e lei schivava, intanto nel nostro tavolo il prosecco era una favola. Mi alzo per andare lungo la spiaggia con i miei amici e vedevo lo sguardo correre verso il buio, quasi a cercare il mio profilo. Si mangia, oltre a bere quello si sicuro. Non so con quale fuso orario, ma erano le quattro di notte, quando qualcuno mi propina davanti il suo costume, una mia amica che aveva preventivato il bagno… ops per metà avevo intuito, avevo i boxer, grande idea e fanno sempre figura.
Tenete presente che dalla cerimonia alla spiaggia sono trecento metri e fatti di corsa nemmeno me li sono ricordati, quindi mi spoglio, perché da furbo, il mio pensiero corre a quando uscirò dall’acqua, potrò rimettermi la roba asciutta. Via si vola dentro all’acqua, caspita anche calda, ma non c’è più nessuno li intorno, ok è buio e non vedo tanto, ma le voci le sentirei.
Ciao…
Mi volto non intuendo, ma girandomi capisco, come nei cartoni animati mi butto all’indietro e mi metto a ridere, mi guarda, mi si avvicina, sento il contorno del suo corpo, prendere la forma del mio e istintivamente allungo le mani per avvicinarla ancora un pò, guardo all’orizzonte se ci sono sagome che indichino il suo amico, ma nulla, sembrava la notte del silenzio, non c’era la luna come nei racconti, forse questo ci salvava.
La sentivo la toccavo e ne vibravo ogni piega ogni centimetro, con la bocca incollata al suo seno a sentirne indurir le voglie, assecondavo le mani al suo volere come guidato da lei, mentre lei col corpo stuzzicava le mie gambe e il mio sesso; forse era la mia prima volta in acqua, ma i movimenti erano di una rilassatezza stupenda, quasi da bambino. Sono sensazioni indescrivibili, quando vedi la sua testa all’indietro, nella posizione del morto…mentre riceve i colpi di un potente orgasmo. Rimaniamo stretti quasi per il freddo che non c’era, poi lei risale e si asciuga mettendosi intorno il pareo.
Esco dall’acqua, convinto più che mai a risalire. -con cosa mi asciugo-. Non esiste scelta camicia slacciata pantaloni praticamente bagnati e boxer in mano, mi dirigo verso gli sposi, Giorgia mi guarda e si mette a ridere, mentre da le ultime bomboniere, sicuro di me vado avanti e mi siedo, un prosecco con gli altri.
Talvolta puoi organizzare nei minimi particolari l’occasioni, rimane il bello dell’incognita.

La sera seguente mi telefona la sposa,
“Ciao spero sia andato tutto bene, ti saluta Manuela”.



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