venerdì 19 luglio 2013

SONGNANDO BUKOWSKY di Andrea Legrain





Notte fonda, solo nel letto di casa, mente offuscata dal vino, impregnato dal profumo di amori a pagamento, libero fra le spirali dell'ennesima sigaretta che brucia fra le mie dita. Ed un foglio bianco in cui tratteggiare i miei indefiniti contorni. Brindo alla sconosciuta che si è concessa per pochi denari. Non ne ricordo il nome ed il suo viso già s'è perso fra le nebbie dei miei pensieri. Brindo alla sua fica che s'è dischiusa alla mia tristezza e alla mia solitudine, nella quale io, novello Giuda, povero traditore, per trenta danari sono morto e risorto. Brindo alla vulva della mia ex moglie che indifferente lascia la mia mente intorpidita. Brindo a tutte le puttane del mondo che, senza enfasi, si danno a noi squallidi personaggi senza spessore e senza forza. Brindo a te, sorda e impassibile ai miei slanci. Brindo ai tuoi fianchi, alle tue tette, al tuo culo, alle tue cosce, alle tue forme così perfette da ottenebrarmi la mente. Brindo a te, a te che non sarai mai mia, a te che tanto avrei voluto fossi mia. Brindo a tutti i ladri, assassini e lestofanti, al coraggio e alla disperazione che li sospingono e li sostengono. Brindo ai politici, che invece non hanno bisogno di coraggio e disperazione, ma solo di una faccia come il culo. Brindo ai comici, agli attori e ai musicisti, agli operai, ai facchini e ai dottori, poiché almeno loro, in parte, sono onesti. Ed infine brindo a me stesso, che sono tutto e sono niente. A me dunque l'ennesimo bicchiere. E che la notte mi rapisca definitivamente

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