***PAGINE DEGLI AUTORI ***
CHIAMAMI di Gianluca Jazz Giannini
Veronica
abita in un appartamento nel centro storico della sua città. Da un
po' di tempo esce di casa con gli occhi stanchi e gonfi per il sonno
perso. In questo ultimo periodo trascorre le nottate a ripassare per
l'imminente (ultimo) esame universitario. Si dovrebbe laureare, infatti,
nella prossima sessione. Veronica, inoltre, oltre ad essere una
studentessa universitaria, è anche una lavoratrice. Durante il giorno è
impegnata in un lavoro part-time, che le permette di sopperire alle
sue più elementari esigenze oltre a pagare l'affitto della camera e la
retta universitaria.
Ha rinunciato a tutto, sacrificando buona
parte della sua vita per quei risultati che ora vede alla sua portata.
Non ha rinunciato all'amore, alla sua Erica, già, perché a Veronica
piacciono le ragazze, lo ha capito fin da subito quale era la sua
tendenza e fin da subito l'aveva schiaffata in faccia ai genitori, che
ricambiavano quello sguardo con occhi pieni di vergogna, la loro. Così
aveva capito che di quelle due strade davanti a lei, ne avrebbe dovuto
percorrere una.
Una, sarebbe stata drastica e la avrebbe portata a
recidere il cordone ombelicale con la sua famiglia, e un'altra, sarebbe
stata una scelta di compromessi e convivenza impossibili volendo avere
il conforto dei genitori per quella sua scelta che chiaramente non
accettavano e vivevano come una imposizione. Veronica per indole non era
incline a compromessi, era stato pertanto facile scegliere di andare
via, di diventare grande. Di diventare adulta e responsabile di tutto
ciò che le sarebbe accaduto da quell'istante in poi.
Il cellulare di
Veronica, appena acceso, la avverte che le è arrivato un messaggio, è
lei Erica, la sua compagna da qualche tempo, «appena puoi chiamami»
dice quel messaggio.
Cosa sarà successo, non mi chiama mai a quest'ora.
Prova a chiamarla, ma il telefono squilla a vuoto.
Quel tarlo continua a frugarle la testa, per tutta la mattinata.
Ogni tanto prova a chiamarla, ma il telefono ora, dopo il primo squillo, si mette in segreteria.
Apprensiva Veronica lascia allora un messaggio
«Ciao Eri, tutto bene? Rispondi! Mi fai preoccupare»
Erica abita in un altra regione, abita lontano. Si sono conosciuti
avendo amici in comune durante una vacanza, e da una vacanza sono appena
rientrate con splendidi ricordi, quelle anime quasi si sentono,
sanno quando uno sta giù, lo percepiscono nell'aria.
Erica ha paura,
questo Veronica lo avverte, solitamente si precipita a rispondere. Non
lascia passare neanche il 2° squillo, che lei apre la comunicazione.
Oggi no, oggi è diverso, le deve confessare un pesante fardello. Un
qualcosa che riguarda loro due.
All'ora di pranzo Erica prende il coraggio e chiama.
Veronica, risponde aggredendola, perchè lei è anche una persona
impulsiva e viscerale. «Finalmente, ma che fine avevi fatto?».
«Scusa ti devo dire una cosa importante».
Silenzio.
Una pausa che aggrava la situazione, l'esasperazione di
quell'incertezza, che è poi ciò che Veronica sa non vorrebbe sentirsi
dire. Almeno non così, non al telefono.
Ingoia un rospo grande quanto una casa e Vero risponde. «Eri dimmi, dai, non farmi preoccupare, cosa c'è?».
«Ho conosciuto un'altra persona, mi piace».
No! Non può essere pensa Vero, siamo stati in vacanza assieme,
abbiamo progettato il nostro futuro, ci siamo scambiati l'amore, il
nostro desiderio più profondo e ora mi viene a dire, che tra noi
due c'è un'altra.
«Da quando?», chiede Veronica come se la cosa del
quando, fosse ora più importante del fatto che quella persona c'è,
esista, e si sta intromettendo nella loro storia d'amore.
«L'ho conosciuta lo scorso week end, ed è stato subito qualcosa di travolgente.»
Erica cerca di usare parole che non feriscano, ma in quell'istante
qualunque cosa dica diventa una lama tagliente che affonda nel cuore di
Veronica.
Come fai, come puoi, cosa cazzo sei. Vorrebbe dirle. Ci rinuncia, diventando l'ennesima vittima dell'amore.
Vorrebbe controbattere a quella decisione presa alle sue spalle, vorrebbe fare qualcosa, ma si sente impotente.
Le dice solo «Ti auguro la tua felicità», anche se lei, Erica non
sapeva di cosa lei stesse parlando. Lei la felicità gliela stava
togliendo, le aveva regalato un dolore.
Veronica chiuse la comunicazione e cancellò il numero, definitivamente.
Si avvicinava la pausa pranzo di quella infernale giornata.
Una nuova chiamata in arrivo, la riportò alla realtà. L'idea, ritorna a Erica, magari ci ha ripensato.
No è la madre, non la sente da tanto tempo.
- Vè.., come stai piccola mia,
Da tempo Veronica aspettava quella chiamata, aspettava che la
chiamasse, si sentiva sola, tremendamente sola ora. Vince il suo
orgoglio e piange, senza controllo
- Grazie Mamma.
- Di cosa piccola mia.
- Avevo bisogno che qualcuno oggi mi chiamasse e mi facesse capire che esisto per lei.
- Ve, che brutta cosa hai detto, tu ci sei sempre stata per noi, non
capiamo, ma ci sei, sei il nostro sangue, sei....a proposito hai
mangiato? Perché non vieni a pranzo da noi oggi?
Veronica, attende, «Si, Ma, vengo a pranzo. Dimmi una cosa. Perché proprio oggi, perché mi hai chiamato proprio oggi?»
«Avrei dovuto farlo prima, molto tempo fa, ma oggi ho sentito che
non poteva essere più domani. Oggi era un giorno giusto per
chiamarti.»
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