***PAGINE DEGLI AUTORI ***
UN DRINK di Gianluca Jazz Giannini
Seduto
al tavolino, James, trangugia il suo mojito. Il primo della giornata.
Nel tumbler le bollicine salgono copiose in superficie. Il succo di
lime, prepotente, gli invade il palato, mentre un torrente di rhum gli
disinfetta la gola e l'odore della menta inebria, invece, le narici.
Sensazioni fuori dal tempo, sensazioni cercate nella vicina Avana
(Cuba). Fiumi di alcool senza problemi. Là, da dove viene lui c'è il
proibizionismo, l'Avana è una città ospitale a cui piacciono i dollari
americani, sono la fortuna di quella terra povera vissuta all'ombra di
un gigante che si domanda ora il senso di quel scellerato atto del
deputato Andrew Volstead. Proibire la fabbricazione, la vendita,
l'importazione e il trasporto di alcool. Proibizionismo, si chiama così
questa lunga e buia notte della vicina America.
- Un'altro! Ordina James, mentre un cameriere in giacca bianca raccoglie la sua ordinazione.
- Subito signore.
Il cameriere ritorna immediatamente con il drink, ne servono tanti,
ogni sera. Sono molti i turisti americani che vengono a sciacquarsi
le budella con i drink cubani.
James affera il braccio del
cameriere, e gli dice...
« Sono certo che lei conoscerà qualche posto
dove poter concludere la serata.»
James allunga una banconota da 10 dollari che si infila velocemente nella tasca della giacca bianca del cameriere.
Pablo, il cameriere, ha il senso degli affari, sa come arrotondare il
misero stipendio che si guadagna portando alcolici ai tavoli dei
facoltosi americani e indicando agli stessi come concludere nel
migliore dei modi la serata. Così anche ora, si avvicina
all'orecchio di James e bisbiglia accompagnandosi con gesti dove
poter concludere la sua serata.
James ingurgita tutto d'un fiato
il suo secondo mojito della giornata e ordina il suo terzo prima di
lasciar andare la presa sul braccio del cameriere.
Il cameriere
lo guarda, forse ammirando la sua capacità di reggere l'alcool, o
forse, sapendo che quel terzo mojito lo porterà a conoscere un
significato sconosciuto ai più.
James, indossa il suo avana e,
raccogliendo il suo bastone, si reca nel posto indicatogli dal
cameriere. Imbocca un vicolo, subito dopo il locale dove ha tragugiato
quella bevanda di cui ora sente gli effetti in tutto il corpo.
E' una casa di color azzurro, almeno così semba alla luce di quella
pallida luna che illumina il cielo, le cornici degli infissi sono
bianche, al più avorio. Bussa, un uomo di colore gli apre la porta, lo
invita all'interno. Un'orchestrina suona all'interno di un piccolo
cortile, le note si propagano in tutto l'edificio, salgono su, fino
alle camere.
Due ragazze di colore si avvicinano a James, hanno
poca roba addosso, una tunica, bianca, semitrasparente in lino, dalla
quale si percepiscono dei seni tirati su oltremisura, e che così
schiacciati inducono a pensare che quelle donne ne abbiano molto di più
di quanto realmente possano dimostrare di averne. Si contendono
James, il quale non ha la forza di dire no ad entrambe e si lascia
accompagnare nelle stanze al piano superiore.
James, sente le sue
gambe molli, troppo molli, il suo corpo sembra non appartenergli più,
l'ultimo gradino è fatto più perché sorretto dalle due giovani donne,
che per una sua reale volontà. Lui è li, come una proiezione
extracorporea che vede se stesso più avanti di buoni due passi.
Vede il suo corpo buttato sul letto. Tutto ciò che avverte, lo
percepisce con quel ritardo fisiologico di quei due passi indietro.
Così anche il suo ondeggiare sul letto, dopo esservi caduto di peso, e
la sua svestizione, viene avvertita prima dal corpo e in seconda
battuta dal suo cervello.
Si danno il turno sopra di lui, le due
ragazze cubane, e a fine rapporto frugano nelle tasche di James
prendendosi il loro compenso, più un'extra per aver dovuto fare tutto
loro..
L'americano cade nel torpore e qualche ora dopo ancora
assonnato constata che ha ripreso possesso del suo corpo. Accasciato
insieme a tanti altri corpi nel vicolo. E' stata una giornata piena
per quel locale, tante persone hanno fatto la sua fine, pensa, vedendo
quelle informe massa di persone.
Stropicia gli occhi e si sente
diverso. La prima cosa che avverte è il colore della sua pelle, è
nera, ma non di uomo, è una donna, si ritrova addosso due seni che la
notte prima era certo di non avere, anzi era certo di non averli
mai avuti.
Il suo indagare sul suo nuovo corpo si arresta poco
dopo, quando l'alba incomincia a rischiarare il vicolo, e compare una
signora con i capelli bianchi, che scivolano fluenti e lunghi sotto
il suo capello avana che la donna indossa sulla sua testa
« Oggi,
avete avuto prova del potere del vudù. Americani non seducete oltre con
i vostri dollari questa popolazione, altrimenti al vostro prossimo
risveglio, ciò che voi ora siete, non è detto che scomparirà.»
Un
raggio di sole colpì quella visione avvolgendola nel suo bianco
chiarore e facendola scomparire agli occhi degli astanti, inducendoli a
chiudere nuovamente i loro occhi.
Mister, mister, si deve alzare,
non è permesso dormire in strada, Pablo, il cameriere della sera
prima, quello dei 10 dollari, riportò alla realtà James, il quale, ora
potè constatare di aver ripreso effettivamente i panni di uomo e
di americano.
Balbettò qualcosa
« Phuà, diabolici intrugli....»
raccolse il bastone e si diresse verso il suo albergo. Lungo la
strada del ritorno incontrò una figura ricurva su se stessa, che al suo
passaggio avevo il volto beffardo di chi nonostante l'età conosce
la vita.
« Questo è suo. »
disse allungandogli il panama.
« Si, vero. Dove lo ha trov...»
« Non importa, questo, si ricordi la promessa. »
« Quale promessa? »
La vecchia prese a stare dritta e disegno sull'esile corpo due seni.
James, non era ancora perfettamente lucido, ma improvvisamente si
ricordò del sogno appena fatto, così reale, e vivo. Guardò dritto
negli occhi quella vecchia, cercando conferma dei suoi pensieri.
La vecchia non era più lì, scomparsa, James girò su stesso, ma non
riuscì a trovare manco la sua ombra, solo un'improvviso senso di
sfiorarsi per assicurarsi che tutto fosse in ordine nel suo corpo.
P.S. Una dei probabili significati di Mojito (quello meno probabile)
si fa risalire alla etimologia della parola, infatti mojo, è una parola
vudù il cui significato è incantesimo.
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