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IL NEGOZIO DI INTIMO di Gianluca Jazz Giannini
Era
entrata in quel negozio che prometteva saldi di fine stagione a
prezzi stracciati. 50-60-70. Passeggiò tra le corsie senza trovare niente
che la soddisfacesse. Ad un certo punto trovò un angolo nascosto del
locale con la scritta in alto “Intimo particolare” la cosa la
incuriosì. Scostò la tendina e sporse la testa la dentro. Una stanza
con grandi specchi da una parte e dall'altra una serie di ceste
ricolme di abbigliamento intimo che aveva destato la sua attenzione.
Perizomi, tanga, body, sottovesti trasparenti, con paillettes o senza,
c'era un vasto assortimento. La stanza fungeva anche da spogliatoio,
una volta entrata si era accesa la luce occupato sopra la tendina che
aveva richiuso dietro di se.
Incominciò ad appoggiarseli addosso,
per vedere come le stavano, poi disse che ciò non era sufficiente e
incominciò a spogliarsi.
Si tolse la camicetta e la ripose
nell'appendiabiti affianco alla specchiera, sganciò la gonna
lateralmente e questa le scivolò giù per le gambe. Stette un attimo
li davanti allo specchio a guardarsi. Aveva indossato un completino
di pizzo color vinaccia, le stava da dio, era fiera di quell'acquisto,
ora cercava qualcos'altro per implementare la sua collezione personale.
Mise i capi che aveva scelto sul guardaroba affianco alla specchiera.
Non contenta di come le scendevano , le venne il desiderio di
spogliarsi e di indossarli. Certa che nessuno avrebbe avuto da ridire
se ci sarebbe stata dentro per un infinitesimo istante.
Si liberò
così del coordinato, rimanendo nuda davanti allo specchio, si
piacque, era una donna che a detta di tutti aveva ancora una
silhouette invidiabile, e lei lo sapeva, da come gli occhi degli
uomini si posavano su di lei. Certo non era una bellezza eccezionale,
ma compensava con la classe nel vestire e nel portare abiti, che
compensavano quella quasi assoluta mancanza di seno e qualche evidente
segno di cellulite, niente di grave, a quello poteva fare ben poco.
Per l'occasione si era depilata e vedere il suo ventre così le
produceva sempre piacere. Quello specchio poi invogliava a mettersi in
mostra. Anzi le era venuta proprio un'idea, quella di fare uno strep
tease al contrario, cioè rivestirsi anziché spogliarsi con la roba che
intendeva indossare. Prese la sedia allora al suo fianco e la
posizionò come una vera star davanti allo specchio, immaginando di
avere un pubblico che la seguisse.
Si sedette, pose le mani sulle
ginocchia e giocò un po' ad allargare e chiudere le gambe, mostrando e
occultando il suo ventre.
Pensò, farebbero la fila per vedermi,
forse pagherebbero anche. Voltò la testa verso il primo capo, le
piaceva, era di colore viola, andavano di moda quei colori quell'anno,
era un corsetto in raso con ricami neri, quasi trasparente, i ricami
erano opportunamente posizionati all'altezza delle zone sensibili del
suo seno e si espandevano a raggiera fino ad avvolgerla completamente
scendendo verso la sua schiena in prossimità dell'osso sacro, le
avrebbero lasciato la schiena completamente scoperta, cosa che lei
gradiva molto. Le piaceva avere gli occhi sulla schiena e talvolta li
sentiva scendere ancora più giù, dalle parti delle rotondità dei
suoi glutei.
Quanto al poco seno quel corsetto lo esaltava facendolo apparire più florido.
Il primo capo lo aveva scelto, lo ammirò sulla sua pelle sfilando
davanti alla vetrata in lungo e in largo. Si avvicinò allo specchio e
dette un bacio al pubblico che la stava “idealmente” osservando.
A
questo punto della storia qualcuno potrebbe pensare che dietro lo
specchio ci fosse qualcuno, magari anche più di uno a godersi
quello spettacolo. Mi dispiace, non era così. Almeno per quanto ci è
dato di sapere.
La donna si tolse il corsetto e indossò gli
altri capi ritenendosi egualmente soddisfatta, le donavano tutti e
le piacevano tutti. Ritornò in possesso dei suoi abiti, e uscì da
quel locale lasciando gli abiti selezionati sulla sedia davanti alla
specchiera.
Scostò la tenda e il locale con la scritta “Intimo
particolare” ritornò libero. Si avvicinò alla cassa alla quale stava un
distinto uomo, in giacca e cravatta.
- Spero che lo spettacolo sia stato di suo gradimento.
disse in tono inequivocabile la signora ancora piacente.
- Lo è stato madame. La signora ha scelto?
- Certo, la sua roba è impeccabile, la può portare a casa lei direttamente questa sera.
Ovviamente, questo tra di loro era un gioco collaudato, essendo la
signora sua moglie, e lui conosceva i vizi e le virtù di quella
signora come nessun altro, rimanendone ancora innegabilmente attratto, e
anzi, se mai fosse possibile, ne era ancor più innamorato.
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