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LA ROSA COL SORRISO di Ali Spezzate
Le
allargò le cosce, bianche e sottili, invitandola a tenerle sollevate. E
sotto un curato ciuffetto nero si mostrò un sorriso schiuso e carnoso.
Lo raccolse nell'apertura tra due dita che ne sfregavano i bordi
lentamente, poi titillò il lembo roseo che s'innalzava pulsante di
piacere.
Da oltre le gambe, tornate unite, a far da barriera ai due
sguardi, gli giunsero i primi mugolii, spinti da sospiri sempre più
accentuati man mano che accarezzava quel fiore che intensamente odorava
di proibito.
Un solco rosso e
morbido, su cui posò le labbra in un languido bacio. E dentro cui infilò
una lingua golosa e avida, che affondava. Delicata ma decisa.
Un solco rosso e polposo, lungo i cui argini sbocciavano petali lucidi.
Un solco netto, come uno squarcio in una rosa.
La bocca consumava quell'intimo pasto. Leccava, con il muscolo che
pareva fluttuare nell'abisso vischioso. Quando sollevò il muso un filo
di piacere si allungò tra quelle labbra che si distanziavano, curvandosi
fino a spezzarsi e gocciolare sul lenzuolo.
Poté guardarle il
viso, rapito dall'estasi; i lunghi capelli corvini con le punte
arricciate che si sparpagliavano sui seni, piccoli e graziosi; le lunghe
braccia abbandonate nel vuoto, oltre i fianchi del letto.
La contemplò per alcuni secondi, poi, richiamato dalla sete, tornò ad abbeverarsi alla fonte della sua follia.
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