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IPNOTICO di Monica Finotello
Dalla
sua bocca di vino l' uomo, contorcendosi come un serpente sulla brace e
il petto strusciando contro la camicia, lasciava colare queste parole
tutte impregnate di muschio: «Ho le labbra umide e so l'arte di portare a
perdizione su un letto l'antica coscienza. Asciugo ogni lagrima sul mio
petto trionfante e faccio sì che i vecchi ridano come i bambini. Chi mi
vede nudo e senza veli, vede la luna, il sole, le stelle ed il cielo.
Sono, caro sapiente, così dotto in voluttà, quando fra le braccia temute
soffoco una donna, o quando, timido e libertino, fragile e vigoroso,
abbandono ai suoi morsi il mio petto, che, su questi materassi turbati,
impotenti gli angeli si dannerebbero per me.»
Poi che esso ebbe
succhiato tutto il midollo delle mie ossa, mi volsi languidamente verso
di lei per darle un ultimo bacio: ma non vidi più che un otre viscido e
marcescente. Chiusi gli occhi, preso da un freddo terrore; e quando li
riapersi alla luce, al mio fianco, in un luogo del gran manichino che
sembrava aver fatto provvista di sangue, tremavano confusamente pezzi di
scheletro, stridendo come quelle banderuole o insegne appese a un ferro
che il vento fa oscillare nelle notti d'inverno.il mio desiderio non si
placa mai, come la mia sete!
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