***PAGINE DEGLI AUTORI ***
FANCULO HALLOWEEN di Giuseppe Balsamo
Il
locale era caldo, la musica insopportabile, come gran parte degli
zombie, vampiri, streghette e fantasmi che si aggiravano impazziti alla
ricerca di un divertimento lontano dalle nostre tradizioni. “Spegni la
sigaretta!!”, la voce sembrava venire da lontano, ma il buttafuori era
alle mie spalle e l’aveva con me, uno dei pochi come il sottoscritto a
non essere travestito da nulla, ma in realtà costretto in quella
maschera che ti porti dietro ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, finchè
non ti accorgi che è diventata la tua seconda pelle. Lo guardo con aria
di sfida, la mia solita faccia da cazzo che in passato mi ha provocato
tanti guai, gli soffio il fumo in faccia e butto la cicca per terra. Si
gira e se ne va, bofonchiando un “Che stronzo!!", riesco a sentirlo
nonostante le casse rimbombano rendendo zombie tutti coloro che
hanno pensato bene di travestirsi così, non immaginando minimamente di
esserlo già da un pezzo. Voglia di rispondergli, di andare verso quella
montagna di muscoli e servirgli la mia faccia da schiaffi, consapevole
di rimediare un bel po’ di legnate; come fosse quello l’unico scopo di
quella serata. Vedo la scena al rallentatore nella mia mente, ma resto
immobile, tirando fuori un’altra sigaretta che però non accendo. Una
dama del ‘600, con il viso sanguinante ed i capelli viola ha
evidentemente visto tutta la scena, non mi ero accorto della sua
presenza. Sorride, o forse è la sua maschera, fatto sta che sembra sia
un sorriso. Poggia il suo bicchiere pieno di un intruglio a base di
menta e rhum e mi rivolge parola: “Serataccia??!!”. La guardo senza
rispondere, prendo il suo bicchiere e bevo quell’intruglio, la guardo
prima in viso e poi nella generosa scollatura, le parlo incazzato col
mondo “Questa roba fa schifo”, lei mi sorride mentre la sigaretta cade
per terra. Mi abbasso a prenderla, trovandomi al cospetto delle sue
gambe rivestite da autoreggenti bianche che si intravedono sotto un
vestito moderno che richiama il ‘600 barocco per pizzi e merletti.
Sfioro la sua caviglia, la tocco, le mie mani risalgono sulla sua gamba,
mentre mi alzo, ritornando a guardarla negli occhi color nocciola. Lei
si ritrae indietro, sorride di nuovo, questa volta in maniera diversa
“Sei uno stronzo!! Aveva ragione lui”, anche lei evidentemente aveva
sentito il buttafuori. Si volta e se ne va, lasciando il bicchiere mezzo
vuoto sul bancone. Il mio solito sorriso da faccia da schiaffi, prendo
il bicchiere e lo svuoto, vedendola scomparire tra la gente, verso
l’uscita in compagnia del Mago Merlino. “Fottiti…fanculo”. Mi avvio
anche io verso l’uscita - che serata di merda. Spingo il buttafuori per
farmi spazio, guadagnandomi il suo sguardo assassino, gli sorrido
sarcastico alla ricerca di guai, finalmente l’aria fredda della notte di
fine ottobre mi soffia sul viso. Il Mago Merlino ha una bella macchina
che deve costare molte migliaia di euro, le cose con la dama del ‘600
probabilmente non sono andate come dovevano, i due litigano e lui invece
di farle un sortilegio le molla una sberla, lasciandola in lacrime nel
parcheggio. Mi avvicino, solita faccia da schiaffi, tiro fuori la
bandana dai jeans e gliela offro..”Chi è lo stronzo ora?!.." La dama mi
guarda e sorride, mi avvicino e la bacio, lei si lascia baciare. Le
prendo una mano e la trascino dietro il locale, ormai c’è poca gente in
giro. Il vestitino sembrava fatto apposta per essere strappato piuttosto
che sfilato, le sue cosce fasciate da autoreggenti le davano un’aria da
cortigiana d’altri tempi, dopo averla addossata con forza al muro del
locale comincio a palparla con violenza, finchè sento il rumore di uno
strappo ed il vestito cade a terrà. Sento un suo gemito sommesso di
dolore, il bruciore improvviso alle natiche la fa urlare; le tappo la
bocca con la mia lingua, subito dopo un'altra sferzata prepotente fra le
sue cosce, questa volta non si trattiene ed urla costringendomi a
baciarla di nuovo con forza. I colpi dentro di lei si susseguono, mentre
le mani le strizzano i capezzoli, le frugano la fica facendole sentire
una fiamma nel ventre. L'ennesima frustata la fa esplodere in un orgasmo
liberatorio. Eccitata ed addossata al muro sente il mio odore di
maschio, sento la sua mano stringermi il membro. Si gira verso di me, lo
sguardo eccitato, mezza nuda, seguendo il mio sguardo si inginocchia.
La vedo quasi ipnotizzata davanti al mio cazzo che le sfiora le labbra,
lo afferra con due mani e comincia a leccarlo, inumidendo la cappella .
Il silenzio della notte viene rotto dalla mia voce, mi sorprendo a
sentire il mio tono, la mia eccitazione “Succhiamelo, prendilo in bocca e
succhiamelo”. I miei occhi carichi di lussuria non ammettono replica,
così le mie mani che afferrano con forza la sua parrucca viola. La dama
obbedisce così al suo Signore, le sue labbra lambiscono la cappella per
poi ingoiare il membro. Inarco la schiena, quasi strozzandola, lei
continua però nei suoi movimenti inesorabili, agguantando i miei
testicoli, massaggiandoli, finché schizzi del mio piacere la invadono.
Godo come lei ha goduto di me poco prima. Si alza, la addosso di nuovo
al muro, ansimante le bacio un orecchio “Non ho la macchina, non posso
accompagnarti”. Il mio numero di telefono passa dalla mia mano alla sua.
Ansimante sento la sua voce eccitata: ”Devo andare..”.
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