martedì 8 ottobre 2013

TRA IL PAVIMENTO E IL CIELO PIU' LASCIVO






Commuove il tuo divaricarti osceno
pudore rotolando alle caviglie
tra il pavimento e il cielo più lascivo
sgualcito dal tuo corpo in pigra offerta

nel chiaro fruscio statico vicino
cancelli ogni confine con le cosce
un bianco sole al neon fuori dai vetri
sipario agli occhi dietro la tua pelle

-nascondo impronte per rubarti il fiato –

spalmata su trapunta da graffiare
languido il tuo collo è arco teso
appoggio il capo sopra il bianco ventre
piegando gli occhi al tuo ciuffo ribelle

è umida peluria che sbadiglia
riconoscendo il roco mio respiro
mi spettini la bocca tra le gambe
marchiandomi d’umori in agrodolce

acceleri il respiro in mezzo ai seni
come di cera fra le urgenti dita
protendi il tuo bacino al giusto approdo
scuotendomi di spasmi primordiali

- riprendo, nella Storia, lievi orme –

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