mercoledì 2 ottobre 2013

La squadra di Sereno Notturno

Eravamo troppo presi, per resistere, lunghi momenti in attesa di essere completi, l'un l'altro.
Mi piaceva allenare la mia squadra di pallavolo, perché mi dava in ogni caso soddisfazione e voglia di continuare, io giocatore di tornei nazionali, alla fine ho trovato gli allenamenti della squadra femminile.
Forse perché incutevo tranquillità o forse solo per intuito, loro si fidavano di me giovane cinquantenne.
Sono grandi pensavo, quindi caparbie e puntigliose per arrivare ad ambire, ma mai mi sarei aspettato, di dover allenare un piacevole desiderio.
Per scelta professionale non si fanno favoritismi, ma gli sguardi possono e debbono esserci, i movimenti erano solo i suoi e la divisa aiutava molto il possesso. Allenamenti serali e campionato al sabato pomeriggio, più andavo avanti e più mi piaceva la scelta che avevo fatto, loro si trovavano bene e i risultati c'erano.
Era bello ritrovarsi la sera dopo giornate di lavoro a spurgarsi con l'adrenalina di voler giocare e loro mettevano tutte loro stesse, Si allenavano e poi doccia e si chiudeva la palestra.
Quella sera la ricordo, inizio Febbraio, dovevo fare la squadra e mi sono trattenuto in palestra, lei lo sapeva e aveva calcolato questo. Sto scrivendo i nomi, ad un tratto sento dietro a me un odore di fresco doccia schiuma e capelli bagnati che si appoggiano alla mia schiena, avvolta dall'accappatoio, mi guarda e lei sa...
Io a lei non resisto corpo bellissimo, alzatrice della squadra, non altissima, ma si sa quanto basta per la squadra, mi cinge con le braccia, nel movimento le si slaccia l'accappatoio e dietro la schiena sento i suoi seni, cosi' semplicemente mi giro e alla mia altezza vedo il chiaro segno di un piacere, li mordo con delicatezza e lei poggia la testa all'indietro, stringendo la mia al suo corpo.
Troviamo i materassini che usiamo per il riscaldamento e siamo i padroni indiscussi della palestra, “Sei sicura che ci siamo solo noi” chiedo; “Pensi che non abbia già fatto un giro per controllare” Lei mi risponde.
Strana sensazione quella della palestra, eccitante al punto che penso di aver raggiunto l'erezione in zero attimi, già da quando mi era arrivata alle spalle, anche questo vede lei e si stende sul mio corpo, fino a raggiungermi il pene che con delicata sobrietà dell'inizio, comincia a muovere, per poi sparire in gola, chiudo gli occhi e mi vedo al centro della palestra, quasi impressionato per paura ci sia qualcuno rimasto a guardare gli allenamenti,.Lei si mette in piedi sopra me e io da sotto la veda, vedo le sue labbra aperte e lei allarga le gambe, con un fare da porca, talmente eccitata che sento l'umidità del suo sesso e del suo odore di voglia. Si allarga le natiche, perché io da sotto vedo tutto e lei lo sta facendo apposta per non farmi resistere, mi chiede l'aiuto, vuole sentirsi il dito penetrare nell'anfratto che poche volte aveva concesso di violare, la sento urlare piccoli gemiti e poi inghiottire muovendosi, era così che voleva lei.
Piega le gambe, in un attimo mi è sopra e tenendolo in mano lo indirizza nel buco allargato e comincia a strofinare, poi su e giù tenendosi i seni, io per i fianchi assecondo i movimenti, ecco quello era il suo fresco e dolce piacere, poi lo tira fuori e mi fa leccare il su clitoride impazzito, sempre più forte e mordo. La scelta finale cade sulla sua fica bagnata, che ormai non ha ostacoli e sbatte, sempre più forte, sempre incessantemente con lo stesso ritmo, vengo vengo le dico, ma lei continua, fino a quando lei non cede alle sue forze e chiudendo gli occhi dal basso guardiamo quelle mura gigantesche e il nostro folle allenamento.

Nessun commento:

Posta un commento