martedì 18 febbraio 2014

LO CHIAMAVANO COW BOY di Giuseppe Balsamo



 
 
 
Lo chiamavano cow boy, per quella bandana al collo, i bracciali in cuoio ed i texani ai piedi. Gli spacciatori e le puttane, ormai lo chiamavano così. Quando scendeva nei vicoli stretti, i fischi si diffondevano e non era più aria. Niente più affari, meglio rintanarsi in qualche bar ed aspettare un momento migliore, chi cazzo vuol finire in galera. Così gli zombie, tante anime in pena, vagavano inutilmente a caccia della loro busta, alla spasmodica ricerca di qualcosa in grado di bloccare il tremore alle mani, i crampi allo stomaco, i sudore freddi.
Un giorno su quella scaletta, tra il piscio e il vomito, alla luce tiepida e fredda di un piccolo lampione, in quella stradina che portava il nome di un amore perfetto, cow boy fu trafitto da una freccia.
Bastò che il narcam facesse effetto, lei apri gli occhi, verdi come lo smeraldo, luminosi come l'argento, lo colpi al cuore.


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