domenica 13 aprile 2014

CHE SUONO HA IL PIANTO? di Allie Walker




La mia vita è un percorso senza fine,
un cammino che non può esaurirsi
quando mi piego sulle ginocchia e piango.
Guidata dai tentacoli dell’infinito
che rimbomba sotto le mie ginocchia,
e come un albero che dolcemente scivola
con le sue radici sotto madre terra,
seguo con lo sguardo
il diramarsi dei miei pensieri
e torno agli albori, dai miei avi.
Giorni, settimane, mesi e anni,
ricordi che mi ruotano attorno
senza sapere dove sto andando
e cosa sto cercando.
Qualche filosofo irreale
mi strappa una conversazione
che sa di niente,
invisibili forze
mi portano lontano dal mio mondo
fatto di emozioni strappate agli istanti.
Tutto si contorce nella mia psiche
e ho sete di sapere,
ho fame di misticismo,
ho voglia di scoprire l’inizio della vita
e la fine nella morte.
Mi perdo:
muoio un poco ogni volta
che piango e urlo la mia sete di sapere,
muoio un poco ogni volta
che mi rifugio nel silenzio delle non risposte,
muoio un poco ogni volta
quando cerco la solitudine
- Appena percettibile qualche altro pianto. -
Rifletto:
la morte non è consolazione
come vogliono farmi credere,
non può esserci niente dopo la morte,
non credo ci sia altro dopo il mio ultimo respiro.
Mi tiro in piedi,
accecata nel buio dei miei occhi
che insisto a tenere chiusi
per non vedere un mondo misero,
e sbatto contro le cose
per cercare un dolore
che non sia dell’animo - nelle budella -
ma solo un altro livido per raccontarmi
che sono carne.
- Ubriaca di incoerenza
mormoro contro la morte
e urlo per la vita -
Il mio percorso senza fine
da qualche parte
avrà sì un inizio di saggezza,
ma io ancora non lo trovo,
e ci sarà di sicuro questa fine
che incensano nella morte,
ma io ancora non la comprendo.
E piantata qui, su questa terra
dove il pianto è sinonimo di debolezza,
rifletto e muoio un poco ogni giorno
cercando il suono del mio pianto.
(tratto da "Piango per un mondo vuoto")

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