sabato 19 aprile 2014

DA WONDERLAND A OZ di Alice Stregatta




Ritaglio un po' di tempo per me, in solitudine, in questo pomeriggio di cielo azzurro e sole primaverile. Un refolo di vento freddo irrompe dalla finestra spalancata, facendomi rabbrividire mentre mi spoglio, completamente. Perchè, davanti a te, sono sempre stata nuda.
Mi ammiro allo specchio. Ti piacevo, cazzo, ti piacqui.
Trapassato remoto del verbo felicità.
Che non esiste. Ovviamente.
Con mano ferma impugno il bisturi. Pratico un piccolo taglio all'altezza del cuore, lo estraggo con cura e lo poso sul lavabo davanti a me.
C'è una cicatrice col tuo nome. Ora incido con cura, tutt'intorno... Quattro lettere, marchiate a fuoco.
Estirpo prima la I, poi via via le altre.
Due vocali, due consonanti.
Fa male, male ad ogni taglio, male ad ogni strappo.
Male cancellarti, male dimenticarti, male tenerti lì.
Ammiro il lavoro certosino: rimane un buco nero da cui sgorgano fiotti di sangue.
Rosso che abbaglia. Rosso che acceca, come l'amore. Come la rabbia.
Ci immergo un dito. Lo porto alle labbra, lo lecco. Lo succhio. Liquido caldo, ribolle di passione.
Sa di te: lì ci sei tu.
Disegno arabeschi sanguinolenti sul corpo, scendo fino al clitoride. Scosto le cosce per accogliere le mie dita, che sono le tue.
Mi penetro, mi do piacere.
Mi chino in avanti per accogliermi, per accoglierti... Ti dedico un ultimo orgasmo, per dirti addio...
Il cuore è ancora caldo e batte e pulsa e scandisce il tuo nome.
Dicono che d'amore non si muore.
Non si muore, no, ne ho le prove.
Infatti son qui col petto squarciato, il cuore divelto, con l'anima che urla e il sangue che sgorga.
E mi sento come un vascello in balìa del mare in tempesta. Affondo. A fondo.
Vengo risucchiata da un gorgo: un flash back. La primavera si tramuta in inverno.
Una sera d'ottobre inoltrato, parlavo ad una maschera. Tu.
E piano piano o di botto m'innamoravo. Non so dirlo.
Credo di averti amato dal primo istante.
Ti ho seguito e inseguito, col fiatone e il cuore in gola, quando volevo solo camminarti accanto.
Fino a sbatterci le corna.
Fino a morirne.
Non fuori, dentro.
Guardo nel mio cuore, tu non ci sei più.
Decido di non rimetterlo in sede.
Cambio favola.
Uccido Alice.
Benvenuto omino di latta.
Benvenuta a Oz.

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