sabato 31 maggio 2014

DI UOMINI E OMBRE di Alice Stregatta




Del giorno in cui caddero veli, maschere e sipari.
La scena si rivelò di cartapesta, il suggeritore nella botola ammutolì. Il copione prese fuoco, si distrusse per autocombustione. Immobile, mi guardai intorno. Il mio re, splendente come oro, spenti luci e riflettori del mio amore per lui, si rivelò un misero doppiogiochista. Un pusillanime impostore. Un burattinaio, ed io? Una marionetta, la bambola accondiscendente, adorante. Muta.
Passai dallo choc, alla rabbia, dalla paralisi ad una fuga a perdifiato.
Dietro le quinte, come ad aspettarmi, c'eri tu, col deserto emotivo che hai dentro. Il deserto emotivo che è la tua vita.
Ma dopo tutto quel gelo il calore che sembravi sprigionare mi attirò come ape su un fiore, profumatissimo e dal succoso nettare.
Il miraggio di palmeti e lussuriose attenzioni, di passione e di infinito racchiuso in ogni istante: tu, misterioso sultano. Un mondo sconosciuto. Ed io mi ci immersi. Profondamente, completamente, con fiducia. Donandomi a te, mente, corpo, cuore e anima. Tua.
Ben presto il paesaggio mutò anche lì... Aride distese, brulli scenari.
Palme di plastica.
Sabbie invitanti, sabbie mobili.
Lentamente inghiottita, son sprofondata inesorabilmente e con coscienza. Non mi sono agitata e dibattuta, talmente ero felice di far parte di te, pur annullandomi.
È solo quando mi son resa conto che il respiro mancava, sempre più spesso, sempre più a lungo... Mi son sentita soffocare, andare in apnea.
Il cuore perdeva battito dopo battito. Si è fermato... Per un lungo istante. Fermato.
Ti ho finalmente "visto". Scorpione dallo sguardo magnetico e dalla coda avvelenata.
Ho avuto la forza di estrarre un braccio dal caldo serrare della sabbia... Ti ho afferrato e ho stretto. Stretto forte. Forte quanto può essere il mio amore per te.
Ti sei sgretolato anche tu, mio magico sultano. Come il re.
Non siete che fumo negli occhi.
Non siete che cenere. Non vivete che di apparenze e brillate di luce riflessa.
Godete.
Godete, fino al giorno in cui cadranno veli, maschere e sipari.

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