sabato 19 ottobre 2013

IPNOTICO di Monica Finotello




Dalla sua bocca di vino l' uomo, contorcendosi come un serpente sulla brace e il petto strusciando contro la camicia, lasciava colare queste parole tutte impregnate di muschio: «Ho le labbra umide e so l'arte di portare a perdizione su un letto l'antica coscienza. Asciugo ogni lagrima sul mio petto trionfante e faccio sì che i vecchi ridano come i bambini. Chi mi vede nudo e senza veli, vede la luna, il sole, le stelle ed il cielo. Sono, caro sapiente, così dotto in voluttà, quando fra le braccia temute soffoco una donna, o quando, timido e libertino, fragile e vigoroso, abbandono ai suoi morsi il mio petto, che, su questi materassi turbati, impotenti gli angeli si dannerebbero per me.»
Poi che esso ebbe succhiato tutto il midollo delle mie ossa, mi volsi languidamente verso di lei per darle un ultimo bacio: ma non vidi più che un otre viscido e marcescente. Chiusi gli occhi, preso da un freddo terrore; e quando li riapersi alla luce, al mio fianco, in un luogo del gran manichino che sembrava aver fatto provvista di sangue, tremavano confusamente pezzi di scheletro, stridendo come quelle banderuole o insegne appese a un ferro che il vento fa oscillare nelle notti d'inverno.il mio desiderio non si placa mai, come la mia sete!

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