giovedì 31 ottobre 2013

VERITA' NASCOSTE di Francesca Delli Colli




Ci sono dei segreti che si tengono dentro perche’ forse nessuno puo’ capire il significato dell’emozione che ti sconquassa ogni lembo del cuore e del tuo corpo.
Sono un bene prezioso che ti preserva i ricordi che lentamente svaniscono nel tempo anche se sono ben radicati nella tua vita.
Era la fine degli anni ’80, periodo in cui si era ancora spensierati, si cazzeggiava per ogni cosa, si rideva e scherzava senza grossi problemi, fino a che qualcosa di grande non ti colpiva in pieno e toglieva la serenita’ che ci era dovuta in quel periodo.
Io cercavo di vivere come si sarebbe dovuto, anche se un dolore sordo mi oscurava il cuore, ma si sa l’istinto di sopravvivenza c’e’ comunque e soprattutto quando si e’ giovani si e’ portati via dalla voglia di vivere.
La fine di ogni Ottobre istiga sempre pensieri lucubri e diversivi ludici infondendo una sorta di sadismo nell’avvicinarsi a situazioni che infondono paura ed ansia, tramutando le sensazioni da negative a positive e divertenti.
Quella sera giravamo annoiati per le strade poco illuminate del paesino natio dei miei nonni, tirando idee sul come potevamo raggiungere quanto meno la mezzanotte ed andare a dormire.
Era severamente vietato rincasare prima di quell’ora.
Continuammo a camminare senza una meta ben precisa, tra spintoni, risate, ululati e scherzetti macabri, fino ad arrivare davanti al cimitero.
Ci bloccammo di colpo come rapiti dalle mille lucette che attraverso il cancello di ferro massiccio rischiaravano appena l’oscurita’ della notte incipiente.
Davide si giro’ verso di noi con uno sguardo sadico che non prometteva nulla di buono.
“Che ne dite se scavalchiamo il cancello e ci infiliamo dentro?” Ci chiese a tradimento mentre noi, i rimanenti tre, ci guardavano dubbiosi cercando una risposta che non arrivava.
“ Dai ..su… sai che fico, siamo o non siamo ad Halloween, muovete quel culo ed entriamo! L’adrenalina e’ gratis fidatevi!! “ Cosi dicendo e senza aspettare i nostri assensi si avvio’ aggrappandosi ai ferri dell’uscio come una bertuccia ed arrivando in cima.
“Davide ma che diavolo stai facendo!!” Urlai con tutta la voce possibile anche se rotta da un forte senso di ansia che mi opprimeva.
“ Occhio alle punte che ci rimani infilzato e poi a me non va di entrare li dentro, non vengo , tu fai come ti pare!!! “ continuai bloccandomi li davanti con una sensazione di gelo che mi oltrepassava la schiena.
Come previsto tutti gli altri si cimentarono come bertucce in quell’arrampicata estemporanea lasciandomi li come una deficiente.
“Allora che fai entri?” mi urlarono dall’altra parte del cancello mentre come scemi si aggiravano per le tombe ridendo nervosamente.
Passarono dieci minuti prima che mi decidessi e trovato uno squarcio su una rete di recisione che delimitava dei lavori di ampliamento del luogo mi feci coraggio ed entrai, maledicendo i miei amici e tutta la loro spensieratezza nel godersi quel divertimento.
Per me il cimitero era l’ultimo luogo in cui sarei voluta ritornare, luogo a cui non riconoscevo e riconosco ancor oggi nessun valore intrinseco.
Mio padre era in tutti i posti fuorche’ li dentro, era nel mio cuore, nei miei pensieri, nella mia carne.
Non provavo certo nessuno spasso ad aggirami tra quei vialetti, avevo freddo, ero nervosa e nella mia testa di accavallavano pensieri scomposti che mi turbavano.
Gli occhi scorrevano ogni fotografia ed epitaffio apposto sulle lapidi avida di conoscere qualche notizia sulla vita passata dei loro “inquilini”. Nonostante tutto sono stata sempre amante e fervida credente dell’occulto, ma in quel periodo lo avevo accantonato clamorosamente, avendo paura di conferme che non avrei potuto reggere visto lo stato emotivo critico in cui giacevo.
“Venite qui ragazzi guardate cosa ho trovato! ! esclamo Davide distogliendomi dai miei pensieri bruscamente.
Gli fui grata e con passo veloce mi avvicinai verso la direzione dalla quale proveniva la voce.
Davide era seduto su un vecchio altare di pietra mentre ne sondava la stabilita’ sbattendo la mano sul piano.
“ E’ perfetto per fare una seduta spiritica, che ne dite?” esclamo’ soddisfatto della scoperta e dell’invito.
“Tu sei tutto scemo, finiscila Davide non mi piacciono queste cose!” gli risposi adirata e per nulla ispirata dalla proposta mentre la voglia di fare marcia indietro e tornarmene a casa si faceva sempre piu’ forte. Volevo fuggire dai miei ricordi, pensieri, scorci di vita passata ed emozioni troppo recenti.
Come da copione tutti gli altri annuirono eccitati all’idea di chissa’ cosa sarebbe accaduto nel caso fossero riusciti a mettersi in contato con qualche entita’.
“Eddai Patrizia sei sempre a rompere le uova nel paniere, ma che vuoi che succeda, ci stiamo tutti divertendo, non lo vedi? Abbiamo trovato il modo per passare la serata e tu stai a fare tutte queste storie e seghe mentali ! Sei sempre la solita rompicoglioni!” Concluse l’arringa iniziando ad ignorarmi e confabulare con gli altri.
Il silenzio che mi avvolgeva fuori e dentro era rotto dai loro screzi e senza dire una parola mi avvicinai all’altare invidiosa un po’ del loro divertimento.
“Sapete che i morti non si devono disturbare e se si riesce ad avere un contatto potrebbero rimanere incastrati in quella zona che separa la terra dall’oltre?” Chiesi sperando di dissuaderli mettendo fuori un po’ della mia conoscenza in materia.
“Nessuno di noi e’ esperto in questo, lasciamo stare vi prego!” Della mia preghiera se ne fregarono altamente e Davide inizio’ a dare le direttive.
“ Ci serve un qualcosa per mettere su una tavola Ouija” disse guardandosi intorno e mettendo gli occhi su un pezzo di gesso posto vicino ad un secchio ed una cazzuola.
Raccolto inizio’ a scrivere le lettere dell’alfabeto e i numeri da 1 a 0 in modo circolare, un “SI” ed un “NO”. Da ultimo tiro’ fuori dalle tasche una moneta da due Euro che pose al centro.
Io nel mentre cercavo di estraniarmi dai miei fantasmi, sicuramente in libera uscita considerato il periodo e posi come richiesto un dito sulla moneta senza toccarla. Avevo i brividi che mi trafiggevano schiena e ventre non per la paura, ma per la consapevolezza che mi stavo spingendo verso qualcosa che inconsciamente desideravo da qualche mese.
Presi un cero acceso da una tomba e lo posi vicino al disegno . “ Serve per indicare alle anime la via” Spiegai ed iniziai a pregare a voce alta, mentre lo sguardo degli altri si poso’ incuriosito su di me.
“E’ una preghiera di benvenuto, affiche’ le anime prendano la forza di comunicare con noi” spiegai . Gli sguardi da incuriositi furono velati da un soffio di paura e di apprensione mentre le voci si unirono alla mia nell’invocazione.
Socchiusi gli occhi, cercai una catarsi , provando a dividere corpo e anima, dolore e piacere, paura e serenita’.
Mi sentivo diversa, diversa dagli altri che finite le preghiere e tolte di mezzo come se fossero da intralcio al loro divertimento, iniziarono a fare le domande piu’ cretine, dare le risposte piu’ assurde mentre sghignazzando muovevano consapevolmente la moneta verso le lettere formando frasi.
Come per incanto arrivarono i personaggi piu’ disparati, da Hitler a Carlo Magno a Marilyn Monroe che fu letteralmente bersagliata di domande sulla sua morte, conclusasi con uno scambio di persona effettuata dai servizi segreti americani, tanto per cautelare il rapporto che aveva con i Kennedy.
Una cazzata appresso all’altra tanto per trovare un motivo per ridere e divertirsi obbligatoriamente.
Ero innervosita da tanta leggerezza, ma ero comunque impotente e non volevo risultare pallosa.
Ci fu un’attimo di stasi a quella farsa alla quale mi stavo abituando ed anche apprezzando, alla fine erano tutti dei gran cazzari ed era impossibile non seguirli ed anche io avevo bisogno della mia buona dose leggerezza.
Ancora con le dita che sfiorava il metallo ma molto poco concentrati a continuare quel gioco, la moneta si sposto di qualche cm.
“Davide smettila dai mi sono stancata!” affermai guardando il mio amico
“Devo smetterla di cosa? “ mi rispose guardandomi interrogativo.
“Basta con questa moneta non la muovere piu’ mi si sta atrofizzando ma mana forza di stare in questa posizione” continuai.
“Ma io non ho spostato nulla” rispose Davide mentre tutti e quattro ci scambiammo altri sguardi stupiti.
“Neanche io”, “Io neppure” risposero uno dopo l’altra Matteo e Flavia.
Il silenzio che scese era ancora peggiore di quello che ci girava intorno. Tornammo con l’attenzione sulla moneta mentre intonai una breve preghiera e una domanda secca.
“Chi sei?”….. nessuna risposta
“Per favore dicci chi sei, sei il ben venuto tra di noi!”. Continuai cercando di rassicurare non so chi o che cosa, ma agivo di istinto.
La moneta inizio’ a muoversi a stento, io quasi mi sentii mancare, le gambe mi cedevano e il cuore mi batteva come se volesse uscire da petto, ma ero serena..
Nessuno parlava piu’, i volti da ilari erano diventati seri, tesi , cerei, impauriti….
La moneta si sposto’ prima sul 5 e poi sul 7.
“57? “ esclamai non capendo il significato.
“Cosa ci vuoi dire?” alla domanda la moneta si sposto’ sul 2 e poi sull’8
“28? Dai ragazzi finitela di prendere per il culo che mi sto cagando sotto” Esclamo’ Matteo
“Non togliere il dito!” gli ordinai secca “Rompi la catena!”
Mi sembrava essere in un’altra dimensione, come se tutto fosse attutito e io solo prodiga a cio’ che stava accadendo.
“Ti prego segui la luce della candela e trova la forza di spiegarti, noi ti vogliamo aiutare!” continuai rivolta verso il buio della notte.
“Dicci il tuo nome!” esortai e la moneta dopo qualche secondo si mosse con appresso il nostro sguardo allucinato posandosi sopra la lettera P.
“ Piero, Paolo, Pitagora, Ponzio Pilato?” Davide inizio’ a sparare nomi a casaccio cercando di indovinare, lo zittii con uno sguardo incenerendolo.
“Non puo’ essere…” pensavo col cuore in fiamme, quei numeri qualcosa mi dicevano, ma la lettera P no. “Finiscila Patrizia ti stai coinvolgendo troppo e senza motivo” cercavo di autoconvincermi e di chetare inutilmente il mio animo, preso da sentimentalismi e da rimpianti.
Flavia inizio a piangere e si urino’ un po’addosso.
Davide e Matteo non parlavano piu’ ma si capiva che sarebbero scappati all’istante.
“Ti chiami P. ? conosci qualcuno di noi P?” chiesi con chiarezza.
La risposta fu “Si” .
Il tempo orami era diventato senza tempo.
“Chi conosci di noi? “ ma moneta si sposto di nuovo sulla P.
“Certo ..P. sei tu, ma chi conosci di noi” intonai ancora quella domanda.
“Per favore smettila, voglio andare via non mi piace piu’ questo gioco” affermo Matteo.
“ Non e’ piu’ un gioco” Asserii gelida senza neanche guardarlo. Dentro di me dissi l’ennesima preghiera e di nuovo la moneta’ giro verso la I, poi la Z, la Z di nuovo e poi la I, fino a formare la parola PIZZI.
“….e merletti…bastaaaaa!!! Questa volta fu Davide, Flavia era come imbalsamata.
A leggere quella parola mi venne un nodo alla gola, gli occhi si riempirono di lacrime ed un senso di amore quasi mi rese senza fiato. Nessuno poteva conoscere quella parola, era il nomignolo col quale mi chiamava mio padre da piccola.
Papa’ era li con me, come lo era sempre stato , non mi aveva mai lasciata come credevo.
Questa fu la prova di cio’ che sapevo da sempre, quel qualcosa nato con me e che sarebbe morto con me perche’ difficile da capire e da accettare.
L’anima continua a vivere oltre al corpo.

Nessun commento:

Posta un commento