giovedì 31 ottobre 2013

FANCULO HALLOWEEN di Giuseppe Balsamo




Il locale era caldo, la musica insopportabile, come gran parte degli zombie, vampiri, streghette e fantasmi che si aggiravano impazziti alla ricerca di un divertimento lontano dalle nostre tradizioni. “Spegni la sigaretta!!”, la voce sembrava venire da lontano, ma il buttafuori era alle mie spalle e l’aveva con me, uno dei pochi come il sottoscritto a non essere travestito da nulla, ma in realtà costretto in quella maschera che ti porti dietro ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, finchè non ti accorgi che è diventata la tua seconda pelle. Lo guardo con aria di sfida, la mia solita faccia da cazzo che in passato mi ha provocato tanti guai, gli soffio il fumo in faccia e butto la cicca per terra. Si gira e se ne va, bofonchiando un “Che stronzo!!", riesco a sentirlo nonostante le casse rimbombano rendendo zombie tutti coloro che hanno pensato bene di travestirsi così, non immaginando minimamente di esserlo già da un pezzo. Voglia di rispondergli, di andare verso quella montagna di muscoli e servirgli la mia faccia da schiaffi, consapevole di rimediare un bel po’ di legnate; come fosse quello l’unico scopo di quella serata. Vedo la scena al rallentatore nella mia mente, ma resto immobile, tirando fuori un’altra sigaretta che però non accendo. Una dama del ‘600, con il viso sanguinante ed i capelli viola ha evidentemente visto tutta la scena, non mi ero accorto della sua presenza. Sorride, o forse è la sua maschera, fatto sta che sembra sia un sorriso. Poggia il suo bicchiere pieno di un intruglio a base di menta e rhum e mi rivolge parola: “Serataccia??!!”. La guardo senza rispondere, prendo il suo bicchiere e bevo quell’intruglio, la guardo prima in viso e poi nella generosa scollatura, le parlo incazzato col mondo “Questa roba fa schifo”, lei mi sorride mentre la sigaretta cade per terra. Mi abbasso a prenderla, trovandomi al cospetto delle sue gambe rivestite da autoreggenti bianche che si intravedono sotto un vestito moderno che richiama il ‘600 barocco per pizzi e merletti. Sfioro la sua caviglia, la tocco, le mie mani risalgono sulla sua gamba, mentre mi alzo, ritornando a guardarla negli occhi color nocciola. Lei si ritrae indietro, sorride di nuovo, questa volta in maniera diversa “Sei uno stronzo!! Aveva ragione lui”, anche lei evidentemente aveva sentito il buttafuori. Si volta e se ne va, lasciando il bicchiere mezzo vuoto sul bancone. Il mio solito sorriso da faccia da schiaffi, prendo il bicchiere e lo svuoto, vedendola scomparire tra la gente, verso l’uscita in compagnia del Mago Merlino. “Fottiti…fanculo”. Mi avvio anche io verso l’uscita - che serata di merda. Spingo il buttafuori per farmi spazio, guadagnandomi il suo sguardo assassino, gli sorrido sarcastico alla ricerca di guai, finalmente l’aria fredda della notte di fine ottobre mi soffia sul viso. Il Mago Merlino ha una bella macchina che deve costare molte migliaia di euro, le cose con la dama del ‘600 probabilmente non sono andate come dovevano, i due litigano e lui invece di farle un sortilegio le molla una sberla, lasciandola in lacrime nel parcheggio. Mi avvicino, solita faccia da schiaffi, tiro fuori la bandana dai jeans e gliela offro..”Chi è lo stronzo ora?!.." La dama mi guarda e sorride, mi avvicino e la bacio, lei si lascia baciare. Le prendo una mano e la trascino dietro il locale, ormai c’è poca gente in giro. Il vestitino sembrava fatto apposta per essere strappato piuttosto che sfilato, le sue cosce fasciate da autoreggenti le davano un’aria da cortigiana d’altri tempi, dopo averla addossata con forza al muro del locale comincio a palparla con violenza, finchè sento il rumore di uno strappo ed il vestito cade a terrà. Sento un suo gemito sommesso di dolore, il bruciore improvviso alle natiche la fa urlare; le tappo la bocca con la mia lingua, subito dopo un'altra sferzata prepotente fra le sue cosce, questa volta non si trattiene ed urla costringendomi a baciarla di nuovo con forza. I colpi dentro di lei si susseguono, mentre le mani le strizzano i capezzoli, le frugano la fica facendole sentire una fiamma nel ventre. L'ennesima frustata la fa esplodere in un orgasmo liberatorio. Eccitata ed addossata al muro sente il mio odore di maschio, sento la sua mano stringermi il membro. Si gira verso di me, lo sguardo eccitato, mezza nuda, seguendo il mio sguardo si inginocchia. La vedo quasi ipnotizzata davanti al mio cazzo che le sfiora le labbra, lo afferra con due mani e comincia a leccarlo, inumidendo la cappella . Il silenzio della notte viene rotto dalla mia voce, mi sorprendo a sentire il mio tono, la mia eccitazione “Succhiamelo, prendilo in bocca e succhiamelo”. I miei occhi carichi di lussuria non ammettono replica, così le mie mani che afferrano con forza la sua parrucca viola. La dama obbedisce così al suo Signore, le sue labbra lambiscono la cappella per poi ingoiare il membro. Inarco la schiena, quasi strozzandola, lei continua però nei suoi movimenti inesorabili, agguantando i miei testicoli, massaggiandoli, finché schizzi del mio piacere la invadono. Godo come lei ha goduto di me poco prima. Si alza, la addosso di nuovo al muro, ansimante le bacio un orecchio “Non ho la macchina, non posso accompagnarti”. Il mio numero di telefono passa dalla mia mano alla sua. Ansimante sento la sua voce eccitata: ”Devo andare..”.

Nessun commento:

Posta un commento