lunedì 21 ottobre 2013

TI MOLLO. DOMANI. di Alice Stregatta




Lui la faceva incazzare come pochi al mondo.
Quella volta,dopo l'ennesimo litigio,decise che non avrebbe più voluto saperne di lui.
Le ultime cicale frinivano nella fresca serata autunnale,e un grazioso ghiro sgattaiolò sul pergolato da cui scendevano i grappoli d'uva.
Come da ragazzina,pensò sogghignando.Quando ero felice,cazzo.
Si accese una sigaretta e sbuffò.
(-Se la vita inizia a quarant'anni,devo aver sbagliato a contare.-)
Merda merda merda.
Una macchina svoltò nella vietta privata e sgommò facendo stridere i freni. Inchiodò davanti al cancello della villetta:era lui.
"Che cazzo vuoi ancora? Tornatene dal posto dal quale sei venuto e compiangiti da solo.
Son già troppo incasinata di mio per sorbirmi anche le tue paturnie!"
Entrò nel giardinetto.
Sentì la rabbia salire sobbollendo.Un'ondata di rabbia.
Lui le si avvicinò...le accarezzò il viso con le sue dita affusolate... Quelle dita...
Le passò il pollice sul labbro.
(-Resisti resisti resisti,è un perfetto cretino-)
Le infilò il pollice in bocca,forzando le labbra serrate ad aprirsi.
La rabbia esplose e si tramutò in una bolla liquida.Desiderio piacere passione.
Le si avvinghiò baciandola con forza,trascinandola contro il muro.
E lei non ci capì più nulla.
Fecero l'amore,furiosamente,mezzi svestiti,lì,sul patio.
Lui la faceva incazzare come pochi al mondo,ma sapeva scoparla come nessuno aveva mai fatto.
(-Vabbè,ti mollo domani-)

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