mercoledì 11 settembre 2013

DUE COLONNE IN CRONACA di Gianluca Jazz Giannini



 
 


Scivolò dalle pagine di un libro.
Un ritaglio di un vecchio articolo di cronaca locale.
Leggevo un libro a mio figlio, così come in passato lo aveva fatto con me mio padre, quando veniva a scacciare le mie paure di dormire da solo.
Si era addormentato, finalmente. Alla fine aveva chiuso gli occhi, avevo stimolato il suo sonno rallentando il modo di raccontare quasi fosse una nenia. Quegli articoli ripiegati in due erano ora nelle mie mani.
Aprirli nuovamente mi aveva dato la sensazione di aver disseppellito dal passato quel ricordo, che ora veniva fuori come una ferita aperta e sanguinolenta.
Mi ricordo benissimo gli accadimenti descritti in quel articolo, di quelle due colonne, perché all'epoca dei fatti, io ero ancora molto piccolo e in paese si fece un gran parlare della scomparsa di quella ragazza, poco più che ventenne, inghiottita si diceva dalle acque in cui abitualmente andava a sciacquare i panni. Il fiume non restituì mai il suo corpo. Saltuariamente si trovavano degli indumenti a valle del corso del fiume, ma il corpo quello era sparito. Ritagliai quell'articolo e lo conservai riponendolo dentro al mio libro d'infanzia preferito “Il piccolo Principe” nella speranza di averlo affogato nei ricordi, come il fiume aveva fatto con la ragazza. solo che il fiume non aveva inghiottito quella ragazza, il corpo non poteva mai essere lì dove lo avevano cercato per giorni.

Mistero della ragazza scomparsa
A Carrubbedda, piccolo centro della piana del Forrai, sono ore di angoscia per la scomparsa di una ragazza F.N. di anni 20.
La giovane si trovava ai bordi del “Rio femminedda” a lavare i panni quando con molta probabilità deve esserci caduta dentro senza più riuscire a risalire in superficie.
L'allarme è stato dato dalla famiglia quando non vedendola arrivare all'ora di pranzo ha allertato i vicini e la locale stazione dei Carabinieri condotta dal intraprendente e stimato Maresciallo Pilu.
Il fiume è stato setacciato palmo a palmo, ma della giovane non si sono ancora trovati riscontri.
Sembra che della giovane, i primi ad arrivare sul posto abbiano trovato gli indumenti che indossava quel giorno non appare improbabile secondo gli organi preposti alle indagini che visto l'eccezionale ondata di caldo di questi giorni – che ha causato inoltre una moria di pesci - la giovane, come consuetudine di molti suoi coetanei, possa aver optato per un bagno dentro quelle acque e un improvviso malore non le abbia consentito di ritornare a riva.

Ero lì quel giorno, ero lì durante le ricerche, ero lì prima e durante i fatti. La ragazza non cadde in acqua, quando vi usci era viva, nuda, un bel pezzo di figliola, la prima volta che vedevo una ragazza nuda, istintivamente mi portai le mani agli occhi, poi lentamente divaricai le dita come se potessero garantirmi l'invisibilità.
Invisibile non era invece quell'essere che la rapì. Un extraterrestre dentro la sua tuta spaziale bianca, dotata di filtri per respirare. La ragazza lottava con tutte le sue forze con quell'essere, poi scomparvero entrambi dietro una collinetta. Vidi alzarsi una nuvola di polvere, era volati su in alto. Rapita dagli alieni. Per anni guardare il cielo mi metteva inquietudine. Dicevano che soffrivo di vertigini e per quel mio aver paura del cielo ebbi in dotte il nomignolo “puntaepei” (puntadeipiedi), laddove i miei occhi non osava andare.
Tacqui in quei giorni richiudendomi in me stesso e nei miei silenzi. Gli extraterrestri allora esistono, e se poi parlo verranno a rapire anche me. Ricordo era questo i mio sofferto ragionamento. Avevo deciso, era meglio tacere.
Non riesco tuttavia a credere agli extraterrestri, li ho visti si, ma qualcosa qui non mi quadra, se esistessero non se ne vanno a rapire la gente, perché dovrebbero farlo, o no? Poi qui in questo posto sperduto dimenticato da Dio.

Qualche giorno dopo ricordo un altro trafiletto che portava alla ribalta nuovamente il nostro piccolo paese.

Moria dei pesci, risolto il mistero
A Carrubbedda, mentre continuano senza risultati le ricerche del corpo della ragazza scomparsa il Maresciallo Pilu assicura alla giustizia Mario Melis, imprenditore locale che aveva scaricato nel fiume un enorme quantità di rifiuti tossici. L'imprenditore è accusato di disastro ambientale, il processo per direttissima lo ha visto condannare ad anni 2, con la condizionale. L'imprenditore ha fatto sapere che chiuderà la fabbrica e sconterà la sua pena nel comune di residenza, non sentendosi al sicuro da queste parti.

Avevo in testa i fatti, per come erano avvenuti, o per lo meno per come la mia mente di ragazzetto li aveva interpretati e per quanto mi senta una persona razionale, non potevo smettere di pensare per tutto questo tempo che fossero stati gli alieni a rapire la ragazza.
Passai la notte in bianco, l'indomani chiesi a mia madre di quei fatti, forse la sua memoria storica dei fatti era diversa dalla mia.
- Si mi ricordo di Francischedda, non l'hanno più trovata. Ah quel fiume non perdona, tante sono le persone che piangono.
- Ma', ti ricordi anche di quell'imprenditore che ha chiuso e che avevano condannato per aver avvelenato il fiume?
- Certo che già me lo ricordo, lontano è scappato, con suo figlio quel maledetto. Lo chiamavano Pantumas (Fantasma) per via delle tutte bianche che indossava quando lavorava.
- Cosa hai detto Ma',
- Pantumas
- Cosa indossava?
- Una tutta bianca di quelle con dei respiratori nella maschera. Tu eri troppo piccoli per ricordarti. Non eri neanche nato.
Si sbagliava, il cerchio ora si stava chiudendo, sapevo che era stato lui a rapire Francischedda, altro che fantasmi. La cosa che ignoravo era perché.
Ti ricordi dove si erano trasferiti lui e il figlio?
- Figlio mio è perché mi stai ammacchiando (ammattendo) con tutte queste domande, quelli abitavano in città, a Pasteddu, ricchi erano quelli lì, ma anche cattivi.
- Ti ricordi del Maresciallo Pilu?
- Certo che me lo ricordo, morto l'hanno. Era in pensione da un anno che gli hanno messo lanitroelaglicerina sotto la macchina. Poveretto non si è mai dato pace per non aver mai ritrovato almeno il corpo di Francischedda.
- Ma' l'ultima domanda tu che sai tutto com'è il comandante della stazione dei carabinieri. Tu lo conosci?
- Certo che lo conosco, per chi mi hai preso? Quello non è buono manco ad allacciarsi le scarpe d'ordinanza.
- Grazie mamma, mi sei stata di grande aiuto.
- Mi, di non cacciarti nei guai, che hai famiglia e non vorrai lasciare senza padre quell'anima bella di Paoletto.
- Si, ma' tranquilla, devo solo fare qualche ricerca.
Guardando l'elenco telefonico di Melis Mario a Pasteddu ce ne sono una infinità, chissà poi se è ancora vivo o se ancora figura tra quelli visibili nell'elenco. Farò un viaggio nel capoluogo, magari, sarò sicuramente più fortunato.
Le indagini mi portano ad una villa immersa in una fitta vegetazione mediterranea, su un crinale che si affaccia sul golfo di Pasteddu. Dopo qualche oretta persa ad osservare i movimenti di chi entra e chi esce. Una figura mi colpisce, sta uscendo dalla villa, si sta dirigendo verso il centro. L'istinto mi porta a decidere in pochi attimi. La seguo. Si ferma in panificio, dal macellaio, in edicola e infine in un bar. Entro anche io, la osservo attentamente, senza farmi notare, mi ricorda qualcuno ma non riesco a mettere a fuoco. E' più grande di me, ma il suo aspetto e ben curato. No, non può essere e se fosse? Faccio un tentativo, mi fiondo alla cassa e le pago la consumazione.
- Ci conosciamo già, mi dice.
- Scusa un po' banale per cercare di rimorchiare, rispondo....
- Io non sto ….
- Lo so, stavo scherzando, lei mi ricorda una persona che ho visto tanto tempo fa. Si chiamava Francischedda. (Ecco l'ho buttata lì ora aspetto la sua reazione).
- Era tanto tempo che non sentivo quel nome. L'avevo dimenticato forse è bene che lo faccia anche lei. Non è d'accordo?
- Forse un bambino attende risposte e un adulto cresciuto pensando ad un rapimento vuole sapere la verità.
- Verità, non c'è niente di misterioso in quei fatti. Venga facciamo un po' di strada a piedi, le racconto come sono andati realmente i fatti. Li racconto a quel bambino che mi spiava mentre facevo il bagno giusto?
- Giusto!
- La mia fuga d'amore è stata, il giorno che tu mi hai vista rapire probabilmente mi avrai vista spaventata, lo saresti stato anche tu se ti fossi trovato qualcuno dentro una tuta bianca che ti trascinava via. Solo dopo si rivelò per quello che era, il mio amore.
- Ma i tuoi?
- Per i miei ero morta, dal momento che avevo deciso di andare a vivere con lui. Morta e sepolta. Scrissi ogni tanto a mia madre, la quale ci teneva a farmi sapere che ero morta per mio padre e così lo ero anche per lei. Venni a sapere della sua morte e a poca distanza di quella di mio padre.
- E il Maresciallo Pilu?
- Sapeva tutto, aveva sempre saputo tutto, anche l'accusa di disastro ambientale ai danni di mio suocero era un modo per allontanarmi da quella situazione. Mi hanno venduta sai, mi hanno venduta per qualche milione di lire, che poi ho saputo non hanno mai speso.
- Lo ami?
- Chi, mio marito? Da giovani si crede a tante cose...anche all'amore...e qualcuno agli extraterrestri. La realtà a volte è molto più inverosimile di alcune favole che ci raccontiamo. Una cosa la ricordo bene, l'esplosione di meraviglia dentro quegli occhi impauriti dentro le dita aperte. Ho vissuto nel loro ricordo, l'ultimo che mi strappava alla mia terra. Mi chiedevo che fine avrebbero fatto. Ora sono contenta che la vita me li abbia riportati.

Nessun commento:

Posta un commento