mercoledì 11 settembre 2013

LA FAVOLA MIA di Allie Walker




 Tanto lo so che non ci capirete una mazza, ma vabbè, ve la voglio raccontare.

All’inizio era la cagna, con il peccato sempre in vena, di un padrone senza…

Passando tra culi pelosi diventò fustigatrice…eh, non lo so se fu un passo avanti. Ma tant’è…
...
Si perse nel bosco, cercando il Master azzurro ma trovò i sette nani che, chissà perché, la chiamarono Biianca Neve (da notare le due “i”, segno di un evidente balbuzie sopraggiunta per la naturale bellezza della fanciulla).

La ragazza fu rapita da una musica che prometteva delizia, non solo per le orecchie…l’archetto e il suo possessore sembravano sviolinare alla perfezione. Lo seguì per calli e pianure, per viottoli impervi tra tortelli e ragù. Non la mise all’ingrasso, glieli fece solo vedere! (cazzo, sbav).

Venne l’estate e con i primi calori, al fiorir di quei fiori senza profumo che si girano al sole, la donzella fece una scelta, ammaliata (o meglio ammaialata) da un gaudente poeta. La musica cambiò, le note mutarono in parole e le promesse (puttane) danzavano su labbra (non mi chiedete quali, ari-sbav) coadiuvate da una lingua a mo’ di giraffa.

Che ve devo dì adesso. Si sa l’estate finisce, il calore perisce, la gialla corolla sfiorisce e alle fine… Se trancia er gambo!

Biianca Neve divenne, per un breve momento, un’anima nuda.

Una notte, solo in una notte, tra pensieri e ombre (in compagnia di tutti i suoi super eroi), un veleno si fece strada sotto pelle.

Non cercava. Voleva esser trovata.

Non è una fine. Forse un nuovo inizio.



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